Questo contributo nasce con l’intento di rispondere ad un interrogativo: è plausibile affermare che esseri umani diversi per lingua e cultura, per distribuzione areale, sesso ed età nel provare una sensazione di dolore reagiscono istintivamente emettendo “suoni” simili? Dal punto di vista del linguista, è dotata di un qualche fondamento l’idea che possa esistere uno spazio articolatorio naturalmente correlato all’espressione istintiva di dolore? Una zona e/o una modalità fonatoria sistematicamente e universalmente attivata allorquando, ad esempio, si provi una inaspettata sensazione di dolore? Per rispondere a questa domanda forti di un’evidenza ottenuta sperimentalmente, si era pensato di riprodurre delle condizioni ideali pungendo inaspettatamente con uno spillo un campione rappresentativo di individui di Tokyo, Mosca, Bogotà, etc., così da registrarne, con apposito strumento, il feedback (in termini di emissione fonica non controllata) conseguente alla puntura. L’impossibilità (unitamente alla scarsa opportunità) di raccogliere un corpus omogeneo rispondente a questi criteri, soprattutto se in tempi ristretti, ha spinto a ripiegare su un percorso non sperimentale in grado, però, di fornire elementi sufficienti a formulare un’ipotesi, quella di un’universalità dell’espressione fonica istintiva correlata al dolore analoga e complementare all’universalità di tipo percettivo. Per sostanziare questa ipotesi, si offrirà al lettore un percorso sostanziato da luoghi di autori che, ciascuno nel proprio ambito, si sono confrontati con l’argomento oggetto di questa riflessione. Lungi da ogni pretesa di esaustività, questa riflessione potrà essere ritenuta soddisfacente qualora si dimostri coerente con lo status quo della conoscenza della materia e coesa dal punto di vista, interno, dell’organizzazione dei contenuti.
Dragotto, F. (2012). dove la lingua duole : sostanza fonica ed espressione del dolore. In Il Dolore / The pain (pp.149-167). Milano : Mimesis.
dove la lingua duole : sostanza fonica ed espressione del dolore
DRAGOTTO, FRANCESCA
2012-02-01
Abstract
Questo contributo nasce con l’intento di rispondere ad un interrogativo: è plausibile affermare che esseri umani diversi per lingua e cultura, per distribuzione areale, sesso ed età nel provare una sensazione di dolore reagiscono istintivamente emettendo “suoni” simili? Dal punto di vista del linguista, è dotata di un qualche fondamento l’idea che possa esistere uno spazio articolatorio naturalmente correlato all’espressione istintiva di dolore? Una zona e/o una modalità fonatoria sistematicamente e universalmente attivata allorquando, ad esempio, si provi una inaspettata sensazione di dolore? Per rispondere a questa domanda forti di un’evidenza ottenuta sperimentalmente, si era pensato di riprodurre delle condizioni ideali pungendo inaspettatamente con uno spillo un campione rappresentativo di individui di Tokyo, Mosca, Bogotà, etc., così da registrarne, con apposito strumento, il feedback (in termini di emissione fonica non controllata) conseguente alla puntura. L’impossibilità (unitamente alla scarsa opportunità) di raccogliere un corpus omogeneo rispondente a questi criteri, soprattutto se in tempi ristretti, ha spinto a ripiegare su un percorso non sperimentale in grado, però, di fornire elementi sufficienti a formulare un’ipotesi, quella di un’universalità dell’espressione fonica istintiva correlata al dolore analoga e complementare all’universalità di tipo percettivo. Per sostanziare questa ipotesi, si offrirà al lettore un percorso sostanziato da luoghi di autori che, ciascuno nel proprio ambito, si sono confrontati con l’argomento oggetto di questa riflessione. Lungi da ogni pretesa di esaustività, questa riflessione potrà essere ritenuta soddisfacente qualora si dimostri coerente con lo status quo della conoscenza della materia e coesa dal punto di vista, interno, dell’organizzazione dei contenuti.File | Dimensione | Formato | |
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