I servizi pubblici locali costituiscono una categoria specifica del più generale settore, traendo origine dall’attenzione che gli stati moderni hanno dedicato, anche in termini costituzionali e gestionali (welfare), ai bisogni della collettività. Il welfare presuppone, oggi come all’atto del suo concepimento, il riconoscimento dell’insufficienza di alcune leggi di mercato per assicurano il migliore soddisfacimento delle preferenze individuali, senza che questo comporti sostanziali mutamenti del processo produttivo, dei rapporti sociali, del comportamento dei mercati. Tenendo conto delle manifestazioni di welfare, che differiscono in Europa da paese a paese: nella concezione del servizio - pubblico, di pubblica utilità, di interesse pubblico -, nelle caratteristiche tecnico-economiche - indivisibilità ed esclusività -, nei giudizi di valore - equità, qualità della vita, tutela, sicurezza -; negli indirizzi di policy di allocazione e di riallocazione territoriale, che separano o legano la dinamica dei prezzi e delle tariffe dai costi di produzione, di erogazione, di gestione;nella relazione primate o subordinata assegnata ai servizi rispetto ad altri settori; il contributo analizza gli aspetti di natura economico-territoriale del servizio di pubblica utilità locale rispetto alla presenza di reti distributive, alla loro estensione territoriale, alle relative economie di scala; prescindendo dal fatto che siano gli enti pubblici a produrli (public production) o a fornirli (public provision) o che quelli reali (funzioni di governo e amministrazione, trasporti, smaltimento rifiuti, disinquinamento, gestione-distribuzione-valorizzazione di risorse idriche ed energetiche, ecc.) siano in qualche misura più legati al territorio di quelli personali-sociali (istruzione, sanità, cultura, edilizia pubblica, ecc.). Il contributo, in antitesi con le teorie spaziali, quelle cioè che cancellano le variabili territoriali in rapporto agli scambi, alla localizzazione, all’accessibilità, discute il cambiamento fondamentale nella concezione dell’organizzazione territoriale e della gestione dei servizi, necessario per ottenere una “rimodellazione” del welfare sulla base di modelli economico-gestionali dell’organizzazione territoriale sostenibile, secondo i dettati di Lisbona e Gothenburg. La crescente relazione tra servizi pubblici e paradigma dello sviluppo sostenibile ha imposto di misurarsi con la competizione economica globale attraverso un'offerta locale perequata di benessere sociale ed ambientale. Ciò implica il coinvolgimento attivo di molti attori, sia a livello isitituzionale che non, e la considerazione che, se non correttamente definite e coordinate, le politiche che perseguono lo sviluppo sostenibile possono facilmente risultare inefficaci proprio nel campo dell'offerta di servizi pubblici. La governance in questo contesto può risultare essenziale per rafforzare la crescita economica, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale, poiché capace di trasformare l'azione di diversi soggetti, non necessariamente pubblici, in regole e comportamenti. Il contributo affronta oltre al tema della governance e della corporate social responsability nei confronti dei servizi pubblici locali, la questione del public territorial management dei servizi, ne valuta il cambiamento alla luce di un processo non più top-down, bensì bottom-up più conforme al nascente federalismo nazionale su base regionale, che permette di definire regole comportamentali e strumentali tra i diversi attori interessati, ottenendo un risultato più vicino alle necessità degli utenti-cittadini e alle specificità del territorio. Tale approccio trova corrispondenza nel concetto di empowerment qualitativo: implicando un alto grado di autonomia manageriale nell’interazione con i clienti/cittadini, che incide positivamente sul livello di interazione top-bottom, aumentando lo scambio di informazioni, la disponibilità e l’accesso alle stesse, l’elaborazione di nuove strategie. Il contributo non tratterà quindi di servizi secondo la classica definizione economica (servizi immateriali e non detenibili, ad esempio), ma di beni e attività finalizzati alla soddisfazione dei bisogni pubblici secondo i caratteri della non rivalità e della non escludibilità Il contributo connette il servizio pubblico al territorio in funzione dei limiti di sostenibilità che questo mostra, consentendo di distinguere i livelli territoriali “preesistenti ai servizi” (regioni, province e comuni), dominio di diversi servizi eterogenei, dai livelli territoriali costruiti “ad hoc”, proprio per offrire agli utenti i servizi effettivamente domandati dall’area in esame. Per precisare ulteriormente la questione, il contributo esaminerà il servizio pubblico riferendosi al territorio in termini di offerta sussidiaria (esercizio di specifiche funzioni e poteri), e di domanda degli utenti del territorio (domanda). Il riferimento sostanziale all’Unione Europea ed alle spinte al cambiamento e all’innovazione, consentirà di dare risposte alla dimensione territoriale richiesta per applicare la Strategia di Lisbona (2000, 2003, 2005) promuovendo e sostenendo: - una transizione (definita “necessaria”) verso un’economia basata sulla conoscenza competitiva, in grado di apportare occupazione, crescita e coesione sociale, conciliandole con il rispetto per l’ambiente; - l’applicazione di indirizzi di politica economica comuni per l’occupazione, da misurare con indicatori strutturali proposti dalla Commissione e approvati dal Consiglio; - «un’energica applicazione» delle riforme nei diversi settori che tradizionalmente fanno capo alla competitività attraverso strategie integrate, per contrastare una crescita ridotta, ritardi nel miglioramento dei tassi occupazionali, il crescente divario nel commercio globale dell’istruzione, della ricerca e dello sviluppo; - la crescita (attraverso investimenti nazionali e regionali) in tre ambiti considerati strategici: le reti e la conoscenza (migliore qualità), la competitività del settore industriale e dei servizi (regolamentazione, direttive-quadro, piano d’azione sulle tecnologie ambientali), l’invecchiamento attivo della popolazione lavorativa (permanenza nel mondo del lavoro, e-learning, welfare). di Gothenburg (2001), sostenendo, contrastando e riducendo: - politiche pubbliche sostenibili; - il cambiamento climatico - i rischi per la salute pubblica - la povertà e l’emarginazione sociale, l’invecchiamento della popolazione - l’esaurimento delle risorse naturali - l’inquinamento, la congestione del traffico e l’utilizzo del territorio - una crescita economica che vada di pari passo con il progresso sociale e il rispetto per l’ambiente, anche sul piano dei costi. .Un ultimo riferimento è dedicato alla coesione sociale ed economica che i servizi pubblici locali possono indurre e all’accento che la Commissione Europea pone sulle città ed i sistemi urbani capaci di fornire servizi di ottima qualità e dotate di efficaci infrastrutture traendo profitto dall'autonomia per attirare attività che abbiano prospettive vantaggiose e un forte valore aggiunto.

Prezioso, M. (2006). I servizi pubblici locali: una sintesi economico-territoriale. In Servizi pubblici locali: le nuove competenze dei quadri nello sviluppo della democrazia economica (pp.1-11). Roma : CNEL.

I servizi pubblici locali: una sintesi economico-territoriale

PREZIOSO, MARIA
2006-01-01

Abstract

I servizi pubblici locali costituiscono una categoria specifica del più generale settore, traendo origine dall’attenzione che gli stati moderni hanno dedicato, anche in termini costituzionali e gestionali (welfare), ai bisogni della collettività. Il welfare presuppone, oggi come all’atto del suo concepimento, il riconoscimento dell’insufficienza di alcune leggi di mercato per assicurano il migliore soddisfacimento delle preferenze individuali, senza che questo comporti sostanziali mutamenti del processo produttivo, dei rapporti sociali, del comportamento dei mercati. Tenendo conto delle manifestazioni di welfare, che differiscono in Europa da paese a paese: nella concezione del servizio - pubblico, di pubblica utilità, di interesse pubblico -, nelle caratteristiche tecnico-economiche - indivisibilità ed esclusività -, nei giudizi di valore - equità, qualità della vita, tutela, sicurezza -; negli indirizzi di policy di allocazione e di riallocazione territoriale, che separano o legano la dinamica dei prezzi e delle tariffe dai costi di produzione, di erogazione, di gestione;nella relazione primate o subordinata assegnata ai servizi rispetto ad altri settori; il contributo analizza gli aspetti di natura economico-territoriale del servizio di pubblica utilità locale rispetto alla presenza di reti distributive, alla loro estensione territoriale, alle relative economie di scala; prescindendo dal fatto che siano gli enti pubblici a produrli (public production) o a fornirli (public provision) o che quelli reali (funzioni di governo e amministrazione, trasporti, smaltimento rifiuti, disinquinamento, gestione-distribuzione-valorizzazione di risorse idriche ed energetiche, ecc.) siano in qualche misura più legati al territorio di quelli personali-sociali (istruzione, sanità, cultura, edilizia pubblica, ecc.). Il contributo, in antitesi con le teorie spaziali, quelle cioè che cancellano le variabili territoriali in rapporto agli scambi, alla localizzazione, all’accessibilità, discute il cambiamento fondamentale nella concezione dell’organizzazione territoriale e della gestione dei servizi, necessario per ottenere una “rimodellazione” del welfare sulla base di modelli economico-gestionali dell’organizzazione territoriale sostenibile, secondo i dettati di Lisbona e Gothenburg. La crescente relazione tra servizi pubblici e paradigma dello sviluppo sostenibile ha imposto di misurarsi con la competizione economica globale attraverso un'offerta locale perequata di benessere sociale ed ambientale. Ciò implica il coinvolgimento attivo di molti attori, sia a livello isitituzionale che non, e la considerazione che, se non correttamente definite e coordinate, le politiche che perseguono lo sviluppo sostenibile possono facilmente risultare inefficaci proprio nel campo dell'offerta di servizi pubblici. La governance in questo contesto può risultare essenziale per rafforzare la crescita economica, la coesione sociale e la sostenibilità ambientale, poiché capace di trasformare l'azione di diversi soggetti, non necessariamente pubblici, in regole e comportamenti. Il contributo affronta oltre al tema della governance e della corporate social responsability nei confronti dei servizi pubblici locali, la questione del public territorial management dei servizi, ne valuta il cambiamento alla luce di un processo non più top-down, bensì bottom-up più conforme al nascente federalismo nazionale su base regionale, che permette di definire regole comportamentali e strumentali tra i diversi attori interessati, ottenendo un risultato più vicino alle necessità degli utenti-cittadini e alle specificità del territorio. Tale approccio trova corrispondenza nel concetto di empowerment qualitativo: implicando un alto grado di autonomia manageriale nell’interazione con i clienti/cittadini, che incide positivamente sul livello di interazione top-bottom, aumentando lo scambio di informazioni, la disponibilità e l’accesso alle stesse, l’elaborazione di nuove strategie. Il contributo non tratterà quindi di servizi secondo la classica definizione economica (servizi immateriali e non detenibili, ad esempio), ma di beni e attività finalizzati alla soddisfazione dei bisogni pubblici secondo i caratteri della non rivalità e della non escludibilità Il contributo connette il servizio pubblico al territorio in funzione dei limiti di sostenibilità che questo mostra, consentendo di distinguere i livelli territoriali “preesistenti ai servizi” (regioni, province e comuni), dominio di diversi servizi eterogenei, dai livelli territoriali costruiti “ad hoc”, proprio per offrire agli utenti i servizi effettivamente domandati dall’area in esame. Per precisare ulteriormente la questione, il contributo esaminerà il servizio pubblico riferendosi al territorio in termini di offerta sussidiaria (esercizio di specifiche funzioni e poteri), e di domanda degli utenti del territorio (domanda). Il riferimento sostanziale all’Unione Europea ed alle spinte al cambiamento e all’innovazione, consentirà di dare risposte alla dimensione territoriale richiesta per applicare la Strategia di Lisbona (2000, 2003, 2005) promuovendo e sostenendo: - una transizione (definita “necessaria”) verso un’economia basata sulla conoscenza competitiva, in grado di apportare occupazione, crescita e coesione sociale, conciliandole con il rispetto per l’ambiente; - l’applicazione di indirizzi di politica economica comuni per l’occupazione, da misurare con indicatori strutturali proposti dalla Commissione e approvati dal Consiglio; - «un’energica applicazione» delle riforme nei diversi settori che tradizionalmente fanno capo alla competitività attraverso strategie integrate, per contrastare una crescita ridotta, ritardi nel miglioramento dei tassi occupazionali, il crescente divario nel commercio globale dell’istruzione, della ricerca e dello sviluppo; - la crescita (attraverso investimenti nazionali e regionali) in tre ambiti considerati strategici: le reti e la conoscenza (migliore qualità), la competitività del settore industriale e dei servizi (regolamentazione, direttive-quadro, piano d’azione sulle tecnologie ambientali), l’invecchiamento attivo della popolazione lavorativa (permanenza nel mondo del lavoro, e-learning, welfare). di Gothenburg (2001), sostenendo, contrastando e riducendo: - politiche pubbliche sostenibili; - il cambiamento climatico - i rischi per la salute pubblica - la povertà e l’emarginazione sociale, l’invecchiamento della popolazione - l’esaurimento delle risorse naturali - l’inquinamento, la congestione del traffico e l’utilizzo del territorio - una crescita economica che vada di pari passo con il progresso sociale e il rispetto per l’ambiente, anche sul piano dei costi. .Un ultimo riferimento è dedicato alla coesione sociale ed economica che i servizi pubblici locali possono indurre e all’accento che la Commissione Europea pone sulle città ed i sistemi urbani capaci di fornire servizi di ottima qualità e dotate di efficaci infrastrutture traendo profitto dall'autonomia per attirare attività che abbiano prospettive vantaggiose e un forte valore aggiunto.
Le nuove competenze dei Quadri nello sviluppo della democrazia economica
Roma
2006
CNEL
Rilevanza nazionale
su invito
31-gen-2006
gen-2006
Settore M-GGR/02 - GEOGRAFIA ECONOMICO-POLITICA
Italian
servizi pubblici; dimensione territoriale; economia locale
Intervento a convegno
Prezioso, M. (2006). I servizi pubblici locali: una sintesi economico-territoriale. In Servizi pubblici locali: le nuove competenze dei quadri nello sviluppo della democrazia economica (pp.1-11). Roma : CNEL.
Prezioso, M
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Prezioso def.pdf

accesso aperto

Descrizione: articolo aggiornamento
Dimensione 157.67 kB
Formato Adobe PDF
157.67 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
Prezioso CISL [modalità compatibilità].pdf

accesso aperto

Descrizione: presentazione
Dimensione 512.71 kB
Formato Adobe PDF
512.71 kB Adobe PDF Visualizza/Apri
bozza convegno.doc

accesso aperto

Dimensione 332.5 kB
Formato Microsoft Word
332.5 kB Microsoft Word Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/44521
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact