Allo stato attuale la diagnosi precoce della sordità infantile e l’introduzione nella pratica clinica quotidiana delle possibilità di riabilitazione protesica nelle ipoacusie di ogni entità e fascia di età, ha ridotto la disabilità comunicativa conseguente alla sordità, con la scomparsa del ricorso a metodiche comunicative alternative al linguaggio orale (comunicazione gestuale), ad eccezione di casi assolutamente rari. La situazione italiana è lungi dall’essere ideale perché, pur esistendo nel nostro paese tutte le competenze tecnico-professionali, persistono gravi zone d’ombra dal punto di vista organizzativo, con una situazione a macchia di leopardo. Non crediamo che l’investimento richiesto sia tale da scoraggiare un’iniziativa del genere, almeno per quanto riguarda le apparecchiature; diverso il discorso per il personale paramedico. Adesso l’esecuzione delle otoemissioni acustiche è affidata alle infermiere e/o ostetriche del nido, che abbiano ricevuto una preparazione specifica, anche se sarebbe auspicabile fosse affidata alla figura professionale dedicata e, cioè, al tecnico audiometrista. I risultati dello screening andrebbero poi raccolti e valutati, per definirne la reale efficacia e andrebbe impostato un data-base regionale per controllare i risultati dello screening, la sua efficienza e le caratteristiche dell’iter terapeutico-riabilitativo. In Italia, e in altre nazioni, la protesizzazione acustica non è attuata nelle strutture pubbliche ma devoluta ai privati dotati, nella stragrande maggioranza dei casi, di una qualifica universitaria. Andrebbe, quindi, valutata la possibilità che le strutture del SSN entrino in questo settore, anche per favorire una riduzione dei costi. L’impianto cocleare è destinato a vedere sempre più esteso il proprio campo di applicazione, anche se in Italia esistono con aree di maggior concentrazione e altre ancora sofferenti. Bisognerebbe, probabilmente, favorire una razionalizzazione delle strutture, ricordando che l’atto chirurgico è probabilmente la parte meno complessa dell’intervento, mentre assai più importante è la fase successiva di mappaggio e addestramento all’uso dell’impianto. Tutte queste fasi andrebbero affrontate in prossimità del luogo di residenza.

Ottaviani, F. (2013). PREVENZIONE DLLA SORDITA' E DEGLI HANDICAP ASSOCIATI.. In QUADERNI DEL MINISTERO DELLA SALUTE, (pp.87-102). ROMA : ISS.

PREVENZIONE DLLA SORDITA' E DEGLI HANDICAP ASSOCIATI.

OTTAVIANI, FABRIZIO
2013-01-01

Abstract

Allo stato attuale la diagnosi precoce della sordità infantile e l’introduzione nella pratica clinica quotidiana delle possibilità di riabilitazione protesica nelle ipoacusie di ogni entità e fascia di età, ha ridotto la disabilità comunicativa conseguente alla sordità, con la scomparsa del ricorso a metodiche comunicative alternative al linguaggio orale (comunicazione gestuale), ad eccezione di casi assolutamente rari. La situazione italiana è lungi dall’essere ideale perché, pur esistendo nel nostro paese tutte le competenze tecnico-professionali, persistono gravi zone d’ombra dal punto di vista organizzativo, con una situazione a macchia di leopardo. Non crediamo che l’investimento richiesto sia tale da scoraggiare un’iniziativa del genere, almeno per quanto riguarda le apparecchiature; diverso il discorso per il personale paramedico. Adesso l’esecuzione delle otoemissioni acustiche è affidata alle infermiere e/o ostetriche del nido, che abbiano ricevuto una preparazione specifica, anche se sarebbe auspicabile fosse affidata alla figura professionale dedicata e, cioè, al tecnico audiometrista. I risultati dello screening andrebbero poi raccolti e valutati, per definirne la reale efficacia e andrebbe impostato un data-base regionale per controllare i risultati dello screening, la sua efficienza e le caratteristiche dell’iter terapeutico-riabilitativo. In Italia, e in altre nazioni, la protesizzazione acustica non è attuata nelle strutture pubbliche ma devoluta ai privati dotati, nella stragrande maggioranza dei casi, di una qualifica universitaria. Andrebbe, quindi, valutata la possibilità che le strutture del SSN entrino in questo settore, anche per favorire una riduzione dei costi. L’impianto cocleare è destinato a vedere sempre più esteso il proprio campo di applicazione, anche se in Italia esistono con aree di maggior concentrazione e altre ancora sofferenti. Bisognerebbe, probabilmente, favorire una razionalizzazione delle strutture, ricordando che l’atto chirurgico è probabilmente la parte meno complessa dell’intervento, mentre assai più importante è la fase successiva di mappaggio e addestramento all’uso dell’impianto. Tutte queste fasi andrebbero affrontate in prossimità del luogo di residenza.
PROMOZIONE E TUTELA DELLA SALUTE DEL BAMBINO E DELL'ADOLESCENTE: CRITERI DI APPROPRIATEZZA CLINICA, TECNOLOGICA E STRUTTURALE.
ROMA
2013
Istituto Superiore Sanità
Rilevanza nazionale
su invito
22-gen-2013
gen-2013
Settore MED/31 - OTORINOLARINGOIATRIA
Settore MED/32 - AUDIOLOGIA
Italian
Intervento a convegno
Ottaviani, F. (2013). PREVENZIONE DLLA SORDITA' E DEGLI HANDICAP ASSOCIATI.. In QUADERNI DEL MINISTERO DELLA SALUTE, (pp.87-102). ROMA : ISS.
Ottaviani, F
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