Prendiamo le mosse dagli esiti storici della vicenda dell’affermazione di un’etica filosofica nuova e dalle sue varie vicissitudini, un’ etica fondata sulla medicina e sulla conoscenza dell’uomo «fisico» e «morale». In piena rivoluzione francese, nel 1795, P.-J.-G. Cabanis (1757-1808) , primo docente titolare della cattedra di Clinica presso la neonata École de médecine di Parigi (Cabanis insegnò anche Igiene all’Institut de France), affermerà: "En vertu de son organisation, l’homme est douée d’une perfectibilité dont il est impossible d’assigner le terme […]. L’homme est perfectible sous deux rapports généraux, l’éducation physique et le régime, en prenant l’un et l’autre mot dans leur acception la plus étendue, développent les forces de ses organes, lui créent des facultés, et même, en quelque sorte, des sens nouveaux : et lorsque ces moyens ont agi sur plusieurs générations successives, ce ne sont plus les mêmes hommes, ce n’est plus la même race, tout restant égal d’ailleurs". Sappiamo che la fonte lontana di una simile affermazione si trova in Cartesio ("Traité de l’homme") e nella sua fiducia sconfinata nella potenza della medicina meccanica in quanto scienza (e non soltanto «arte»). Ma qui è lo stesso Cabanis a riferirsi ad un altro autore, J. O. de La Mettrie, per indicare le basi storiche del suo approccio, al tempo stesso materialista e medico, al problema etico-antropologico . L’Homme-Machine (1747), ancor prima l’Histoire naturelle de l’âme (1745), e poi l’Anti-Sénèque ou le Souverain Bien (1751), tuttavia, non sembrano far uso dei termini di perfectibilité e perfectionnement. Nondimeno la cosa che sta dietro la parola, c’è e il concetto di una modificabilità architettonica intrinseca degli esseri viventi – e dell’essere umano in particolare – è presente un po’ ovunque nell’opera di La Mettrie. In quegli anni circolava già, clandestina un’opera che insisteva molto sull’equazione uomo = ente fisico-animale, riconoscendo come sola caratteristica pertinente dell’umano in quanto tale – in rapporto agli altri animali, ma di un grado unicamente quantitativo – il perfezionamento (e la conseguente perfettibilità, come potenza), legato all’educazione: è il trattato anonimo dal titolo "L’Âme matérielle". Diderot riprenderà questo tema della «vicissitudine continua» delle specie, in termini analoghi, negli Éléments de physiologie . Per d’Holbach niente assicura la positività del processo di «vicissitudine» in cui è coinvolto l’uomo, come specie e come individuo. I mutamenti, le «metamorfosi» cui egli è sottoposto passivamente paiono dipendere da fattori del tutto indipendenti dal suo agire pratico. È un essere niente affatto «privilegiato nella natura: egli è soggetto alle stesse vicissitudini cui son soggette tutte le sue altre produzioni. Le sue pretese prerogative non sono fondate che su un errore. Si elevi col pensiero al di sopra del globo che abita e considererà la sua specie con lo stesso occhio con cui considera tutti gli altri esseri; vedrà che, come ogni albero produce frutti in ragione della sua specie, ogni uomo agisce in ragione della sua energia particolare e produce frutti, azioni, opere ugualmente necessarie. Egli avvertirà che l’illusione che lo fa prevenuto a suo favore deriva dal fatto che è contemporaneamente, spettatore e parte dell’universo. Riconoscerà che l’idea di eccellenza che connette al suo essere non ha altro fondamento che il proprio interesse e la predilezione per se stesso». Qui vorrei seguire i termini della querelle nell’opera ultima di Diderot, gli Eléments de physiologie (EL), recentemente apparsi nell’edizione critica da me curata per l’editore Honoré Champion . Il primo motivo che incontriamo riguarda il carattere costitutivamente razionale dell’essere umano in quanto specie. È la ragione, e la ragione soltanto, secondo Diderot, ad essere perfettibile nell’uomo, ma questa è considerata come una funzione corporea, una sorta di istinto.
Quintili, P. (2007). Il morale e il fisico: l'idea di perfectibilité nell'antropologia di La Mettrie e di Diderot. ??????? it.cilea.surplus.oa.citation.tipologie.CitationProceedings.prensentedAt ??????? Etica e progresso, Università di Napoli "L'Orientale".
Il morale e il fisico: l'idea di perfectibilité nell'antropologia di La Mettrie e di Diderot
QUINTILI, PAOLO
2007-01-01
Abstract
Prendiamo le mosse dagli esiti storici della vicenda dell’affermazione di un’etica filosofica nuova e dalle sue varie vicissitudini, un’ etica fondata sulla medicina e sulla conoscenza dell’uomo «fisico» e «morale». In piena rivoluzione francese, nel 1795, P.-J.-G. Cabanis (1757-1808) , primo docente titolare della cattedra di Clinica presso la neonata École de médecine di Parigi (Cabanis insegnò anche Igiene all’Institut de France), affermerà: "En vertu de son organisation, l’homme est douée d’une perfectibilité dont il est impossible d’assigner le terme […]. L’homme est perfectible sous deux rapports généraux, l’éducation physique et le régime, en prenant l’un et l’autre mot dans leur acception la plus étendue, développent les forces de ses organes, lui créent des facultés, et même, en quelque sorte, des sens nouveaux : et lorsque ces moyens ont agi sur plusieurs générations successives, ce ne sont plus les mêmes hommes, ce n’est plus la même race, tout restant égal d’ailleurs". Sappiamo che la fonte lontana di una simile affermazione si trova in Cartesio ("Traité de l’homme") e nella sua fiducia sconfinata nella potenza della medicina meccanica in quanto scienza (e non soltanto «arte»). Ma qui è lo stesso Cabanis a riferirsi ad un altro autore, J. O. de La Mettrie, per indicare le basi storiche del suo approccio, al tempo stesso materialista e medico, al problema etico-antropologico . L’Homme-Machine (1747), ancor prima l’Histoire naturelle de l’âme (1745), e poi l’Anti-Sénèque ou le Souverain Bien (1751), tuttavia, non sembrano far uso dei termini di perfectibilité e perfectionnement. Nondimeno la cosa che sta dietro la parola, c’è e il concetto di una modificabilità architettonica intrinseca degli esseri viventi – e dell’essere umano in particolare – è presente un po’ ovunque nell’opera di La Mettrie. In quegli anni circolava già, clandestina un’opera che insisteva molto sull’equazione uomo = ente fisico-animale, riconoscendo come sola caratteristica pertinente dell’umano in quanto tale – in rapporto agli altri animali, ma di un grado unicamente quantitativo – il perfezionamento (e la conseguente perfettibilità, come potenza), legato all’educazione: è il trattato anonimo dal titolo "L’Âme matérielle". Diderot riprenderà questo tema della «vicissitudine continua» delle specie, in termini analoghi, negli Éléments de physiologie . Per d’Holbach niente assicura la positività del processo di «vicissitudine» in cui è coinvolto l’uomo, come specie e come individuo. I mutamenti, le «metamorfosi» cui egli è sottoposto passivamente paiono dipendere da fattori del tutto indipendenti dal suo agire pratico. È un essere niente affatto «privilegiato nella natura: egli è soggetto alle stesse vicissitudini cui son soggette tutte le sue altre produzioni. Le sue pretese prerogative non sono fondate che su un errore. Si elevi col pensiero al di sopra del globo che abita e considererà la sua specie con lo stesso occhio con cui considera tutti gli altri esseri; vedrà che, come ogni albero produce frutti in ragione della sua specie, ogni uomo agisce in ragione della sua energia particolare e produce frutti, azioni, opere ugualmente necessarie. Egli avvertirà che l’illusione che lo fa prevenuto a suo favore deriva dal fatto che è contemporaneamente, spettatore e parte dell’universo. Riconoscerà che l’idea di eccellenza che connette al suo essere non ha altro fondamento che il proprio interesse e la predilezione per se stesso». Qui vorrei seguire i termini della querelle nell’opera ultima di Diderot, gli Eléments de physiologie (EL), recentemente apparsi nell’edizione critica da me curata per l’editore Honoré Champion . Il primo motivo che incontriamo riguarda il carattere costitutivamente razionale dell’essere umano in quanto specie. È la ragione, e la ragione soltanto, secondo Diderot, ad essere perfettibile nell’uomo, ma questa è considerata come una funzione corporea, una sorta di istinto.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


