PREMESSA E SCOPI: Lo Scompenso Cardiaco è una patologia cronica con un rilevante impatto sociale ed economico. In Italia l’1,1% della popolazione è affetta da SC ma questa percentuale è destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Diversi studi internazionali hanno dimostrato che se i pazienti con SC effettuano un efficace self-care, si riducono i loro accessi in pronto soccorso come pure il numero di ricoveri impropri. Questo fenomeno è ancora poco esplorato in Italia. Lo scopo di questo studio è stato di indagare la relazione tra abilità di self-care nel paziente con SC, deterioramento cognitivo, comorbilità e frequenza dei ricoveri ospedalieri nell’ultimo anno. MATERIALI E METODI: E’ stato utilizzato un disegno descrittivo retrospettivo per studiare 659 pazienti seguiti in 16 ambulatori di Cardiologia distribuiti in varie regioni italiane. Sono stati esclusi dallo studio i pazienti che negli ultimi tre mesi avevano avuto una Sindrome Coronarica Acuta. Ai pazienti veniva chiesto di riferire la frequenza dei ricoveri ospedalieri dell’ultimo anno e poi venivano studiati con i seguenti strumenti: Self-Care of Heart Failure Index (SCHFI) (che misura tre dimensioni del self-care: self-care maintenance, self-care management e self-care confidence), Mini Mental State Examination, Charlson Comorbidity Index, Barthel Index. Inoltre venivano raccolti anche dati socio demografici, la classe NYHA, e la durata della malattia. RISULTATI: I pazienti avevano un’età media di 72,63 anni (SD 11,70) ed erano equamente distribuiti nelle quattro classi NYHA. I punteggi del SCHFI andavano da 55 a 63 su 100 nelle tre scale (il punteggio ideale è > 70). Applicando un modello di regressione statistica con le variabili studiate solo la self-care maintenance e la comorbilità erano predittori della frequenza dei ricoveri ospedalieri. Inoltre, confrontando i pazienti che avevano avuto almeno un ricovero nell’ultimo anno con quelli che non non erano mai stati ricoverati, questi ultimi avevano livelli significativamente più alti alle tre scale del self-care rispetto ai primi (p<0.02). CONCLUSIONI: I risultati di questo studio confermano come sia importante educare il paziente con SC ad un efficace self-care che si dimostra, insieme alla comorbilità essere un predittore dei ricoveri ospedalieri.

Pepe, S., Nuzzo, C., Vellone, E., Cocchieri, A., D'Agostino, F., Alvaro, R. (2011). Il Self-care nei pazienti con scompenso cardiaco riduce le ri-ospedalizzazioni. In Il self-care nel paziente con scompenso cardiaco riduce le ri-ospedalizzazioni (pp.18-18). Roma : ANIARTI.

Il Self-care nei pazienti con scompenso cardiaco riduce le ri-ospedalizzazioni

VELLONE, ERCOLE;ALVARO, ROSARIA
2011-01-01

Abstract

PREMESSA E SCOPI: Lo Scompenso Cardiaco è una patologia cronica con un rilevante impatto sociale ed economico. In Italia l’1,1% della popolazione è affetta da SC ma questa percentuale è destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Diversi studi internazionali hanno dimostrato che se i pazienti con SC effettuano un efficace self-care, si riducono i loro accessi in pronto soccorso come pure il numero di ricoveri impropri. Questo fenomeno è ancora poco esplorato in Italia. Lo scopo di questo studio è stato di indagare la relazione tra abilità di self-care nel paziente con SC, deterioramento cognitivo, comorbilità e frequenza dei ricoveri ospedalieri nell’ultimo anno. MATERIALI E METODI: E’ stato utilizzato un disegno descrittivo retrospettivo per studiare 659 pazienti seguiti in 16 ambulatori di Cardiologia distribuiti in varie regioni italiane. Sono stati esclusi dallo studio i pazienti che negli ultimi tre mesi avevano avuto una Sindrome Coronarica Acuta. Ai pazienti veniva chiesto di riferire la frequenza dei ricoveri ospedalieri dell’ultimo anno e poi venivano studiati con i seguenti strumenti: Self-Care of Heart Failure Index (SCHFI) (che misura tre dimensioni del self-care: self-care maintenance, self-care management e self-care confidence), Mini Mental State Examination, Charlson Comorbidity Index, Barthel Index. Inoltre venivano raccolti anche dati socio demografici, la classe NYHA, e la durata della malattia. RISULTATI: I pazienti avevano un’età media di 72,63 anni (SD 11,70) ed erano equamente distribuiti nelle quattro classi NYHA. I punteggi del SCHFI andavano da 55 a 63 su 100 nelle tre scale (il punteggio ideale è > 70). Applicando un modello di regressione statistica con le variabili studiate solo la self-care maintenance e la comorbilità erano predittori della frequenza dei ricoveri ospedalieri. Inoltre, confrontando i pazienti che avevano avuto almeno un ricovero nell’ultimo anno con quelli che non non erano mai stati ricoverati, questi ultimi avevano livelli significativamente più alti alle tre scale del self-care rispetto ai primi (p<0.02). CONCLUSIONI: I risultati di questo studio confermano come sia importante educare il paziente con SC ad un efficace self-care che si dimostra, insieme alla comorbilità essere un predittore dei ricoveri ospedalieri.
Campo DC Valore Lingua
dc.authority.academicField2000 Settore MED/45 - SCIENZE INFERMIERISTICHE GENERALI, CLINICHE E PEDIATRICHE it
dc.authority.isicrui Apparati Cardiovascolare e Repiratorio it
dc.authority.people Pepe, S -
dc.authority.people Nuzzo, C -
dc.authority.people VELLONE, ERCOLE it
dc.authority.people Cocchieri, A -
dc.authority.people D'Agostino, F -
dc.authority.people ALVARO, ROSARIA it
dc.cilea.antefix yes it
dc.cilea.autoapproval Questa scheda non e' stata ancora verificata e potrebbe quindi contenere imprecisioni. Scheda pubblicata automaticamente il Mon Mar 12 20:07:35 CET 2012 -
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dc.collection.name 02 - Intervento a convegno *
dc.contributor.appartenenza Dipartimento di Biomedicina e Prevenzione *
dc.contributor.appartenenza.mi 7082 *
dc.contributor.area AREA MIN. 06 - Scienze mediche *
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dc.date.accessioned 2012-03-12T19:07:36Z -
dc.date.available 2012-03-12T19:07:36Z -
dc.date.issued 2011 -
dc.description.abstractita PREMESSA E SCOPI: Lo Scompenso Cardiaco è una patologia cronica con un rilevante impatto sociale ed economico. In Italia l’1,1% della popolazione è affetta da SC ma questa percentuale è destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento della popolazione. Diversi studi internazionali hanno dimostrato che se i pazienti con SC effettuano un efficace self-care, si riducono i loro accessi in pronto soccorso come pure il numero di ricoveri impropri. Questo fenomeno è ancora poco esplorato in Italia. Lo scopo di questo studio è stato di indagare la relazione tra abilità di self-care nel paziente con SC, deterioramento cognitivo, comorbilità e frequenza dei ricoveri ospedalieri nell’ultimo anno. MATERIALI E METODI: E’ stato utilizzato un disegno descrittivo retrospettivo per studiare 659 pazienti seguiti in 16 ambulatori di Cardiologia distribuiti in varie regioni italiane. Sono stati esclusi dallo studio i pazienti che negli ultimi tre mesi avevano avuto una Sindrome Coronarica Acuta. Ai pazienti veniva chiesto di riferire la frequenza dei ricoveri ospedalieri dell’ultimo anno e poi venivano studiati con i seguenti strumenti: Self-Care of Heart Failure Index (SCHFI) (che misura tre dimensioni del self-care: self-care maintenance, self-care management e self-care confidence), Mini Mental State Examination, Charlson Comorbidity Index, Barthel Index. Inoltre venivano raccolti anche dati socio demografici, la classe NYHA, e la durata della malattia. RISULTATI: I pazienti avevano un’età media di 72,63 anni (SD 11,70) ed erano equamente distribuiti nelle quattro classi NYHA. I punteggi del SCHFI andavano da 55 a 63 su 100 nelle tre scale (il punteggio ideale è > 70). Applicando un modello di regressione statistica con le variabili studiate solo la self-care maintenance e la comorbilità erano predittori della frequenza dei ricoveri ospedalieri. Inoltre, confrontando i pazienti che avevano avuto almeno un ricovero nell’ultimo anno con quelli che non non erano mai stati ricoverati, questi ultimi avevano livelli significativamente più alti alle tre scale del self-care rispetto ai primi (p<0.02). CONCLUSIONI: I risultati di questo studio confermano come sia importante educare il paziente con SC ad un efficace self-care che si dimostra, insieme alla comorbilità essere un predittore dei ricoveri ospedalieri. -
dc.description.allpeople Pepe, S; Nuzzo, C; Vellone, E; Cocchieri, A; D'Agostino, F; Alvaro, R -
dc.description.allpeopleoriginal Pepe, S; Nuzzo, C; Vellone, E; Cocchieri, A; D'Agostino, F; Alvaro, A it
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dc.identifier.citation Pepe, S., Nuzzo, C., Vellone, E., Cocchieri, A., D'Agostino, F., Alvaro, R. (2011). Il Self-care nei pazienti con scompenso cardiaco riduce le ri-ospedalizzazioni. In Il self-care nel paziente con scompenso cardiaco riduce le ri-ospedalizzazioni (pp.18-18). Roma : ANIARTI. it
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/2108/55334 -
dc.language.iso ita it
dc.publisher.country IT it
dc.publisher.place Roma it
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dc.relation.conferencename 30° Congresso Nazionale ANIARTI it
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dc.relation.firstpage 18 it
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dc.title Il Self-care nei pazienti con scompenso cardiaco riduce le ri-ospedalizzazioni it
dc.type Intervento a convegno -
dc.type.circulation Rilevanza nazionale it
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dc.type.full Pubblicazioni::02 - Intervento a convegno it
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Appare nelle tipologie: 02 - Intervento a convegno
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