Nel presente lavoro si è investigato sul miglioramento del comportamento a fatica della lega Al 6082 T6 dopo lavorazione a letto fluido con Al2O3. Il trattamento a letto fluido è una tecnica relativamente nuova, semplice da attuare grazie al fatto che agisce in maniera puramente meccanica. A seguito dei ripetuti impatti a bassa velocità (dell’ordine di qualche m/sec) il metallo base viene ricoperto e si modificano le proprietà superficiali. Le prove di fatica, eseguite con macchina a flessione rotante e campione a sbalzo, evidenziano come i campioni dopo il trattamento mostrino un notevole aumento del numero di cicli a rottura a parità di carico oltre che del limite di fatica. Il riporto è stato studiato e caratterizzato in termini di spessore, durezza, rugosità e adesione. Una maggiore durezza unitamente a una più bassa rugosità superficiale è stata ottenuta grazie alla capacità dell’Al2O3 di coprire le microvalli e smussare i micropicchi, derivanti dalle precedenti operazioni di tornitura, a seguito dei ripetuti impatti. A livello microstrutturale sono stati rilevati con diffrattometria RX stress residui di compressione. Questi ultimi rappresentano un ostacolo al processo di nucleazione della cricca che si configura in una maggiore vita a fatica superiore anche di un ordine di grandezza a parità di condizioni di prova tra campioni trattati e non trattati.
Barletta, M., Costanza, G., Tata, M.e. (2006). Effetto trattamento superficiale con letto fluido sul comportamento a fatica della lega AA6082 T6. ??????? it.cilea.surplus.oa.citation.tipologie.CitationProceedings.prensentedAt ??????? 31° convegno AIM, milano.
Effetto trattamento superficiale con letto fluido sul comportamento a fatica della lega AA6082 T6
BARLETTA, MASSIMILIANO;COSTANZA, GIROLAMO;TATA, MARIA ELISA
2006-01-01
Abstract
Nel presente lavoro si è investigato sul miglioramento del comportamento a fatica della lega Al 6082 T6 dopo lavorazione a letto fluido con Al2O3. Il trattamento a letto fluido è una tecnica relativamente nuova, semplice da attuare grazie al fatto che agisce in maniera puramente meccanica. A seguito dei ripetuti impatti a bassa velocità (dell’ordine di qualche m/sec) il metallo base viene ricoperto e si modificano le proprietà superficiali. Le prove di fatica, eseguite con macchina a flessione rotante e campione a sbalzo, evidenziano come i campioni dopo il trattamento mostrino un notevole aumento del numero di cicli a rottura a parità di carico oltre che del limite di fatica. Il riporto è stato studiato e caratterizzato in termini di spessore, durezza, rugosità e adesione. Una maggiore durezza unitamente a una più bassa rugosità superficiale è stata ottenuta grazie alla capacità dell’Al2O3 di coprire le microvalli e smussare i micropicchi, derivanti dalle precedenti operazioni di tornitura, a seguito dei ripetuti impatti. A livello microstrutturale sono stati rilevati con diffrattometria RX stress residui di compressione. Questi ultimi rappresentano un ostacolo al processo di nucleazione della cricca che si configura in una maggiore vita a fatica superiore anche di un ordine di grandezza a parità di condizioni di prova tra campioni trattati e non trattati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.