Call-out, cattura e alfabetizzazione critica nello street rap postcoloniale in Italia Il caso Baby Gang

The biography and artistic production of the Italian-Moroccan rapper Baby Gang can be read as a ‘educational narrative’ of post-colonial citizenship in the context of the dominant model of ‘differential inclusion’ reserved for immigrants in Italy and Europe. Starting with a critical narrative analysis conducted on a repertoire of Baby Gang songs and music videos, the article explores the emerging tension between the call-out of instances of social in/justice of the postcolonial rap and the capture, or instrumentalisation, of postcolonial identities by the music industry. From this perspective, on the one hand the enactment of a ‘cancel subculture’ from above is problematized and, on the other hand, the racialized social identities and discourses of social in/justice emerging from the analysis is discussed along with their epistemological and pedagogical implications.

La biografia e la produzione artistica del rapper italo-marocchino Baby Gang possono essere lette come una “narrazione di formazione” di cittadinanze postcoloniali nel contesto del modello dominante di “inclusione differenziale” riservato agli immigrati in Italia e in Europa. A partire da un’analisi narrativa critica condotta su un repertorio di brani e videoclip musicali di Baby Gang, l’articolo esplora la tensione emergente tra il call-out di istanze di in/giustizia sociale dello street rap postcoloniale e la cattura, o strumentalizzazione, delle identità postcoloniali da parte dell’industria musicale. In quest’ottica, da un lato si problematizza l’inverarsi di una “cancel subculture” dall’alto e, dall’altro lato si discutono le identità sociali razzializzate e i discorsi di in/giustizia sociale emergenti dall’analisi per poi evidenziarne le implicazioni epistemologiche e pedagogiche.