I film ceramici sono ampiamente utilizzati come rivestimenti antiusura ed anticorrosione per numerose leghe metalliche. Le loro prestazioni, condizionate da uniformità, adesione e compattezza, possono essere fortemente limitate dalla presenza di difetti originati da modalità di deposizione non adeguate, o da danneggiamenti meccanici. Negli ultimi anni la ricerca si è sempre più rivolta verso nuovi materiali dotati di caratteristiche “intelligenti”. Tra questi stanno destando un notevole interesse i materiali così detti self-healing, in grado cioè di autoriparare un eventuale danno e di ripristinare le proprietà iniziali. Materiali di questi tipo sono stati ad esempio proposti per il settore aerospaziale. Recentemente rivestimenti e trattamenti superficiali self-healing sono stati proposti anche nel campo della anticorrosione [1 ,2]. In questo lavoro vengono presentati i risultati preliminari di una ricerca volta allo sviluppo di rivestimenti self-healing sulla lega di Al 6060. I rivestimenti oggetto di questo studio sono costituiti da un doppio strato polimero/ceramico che, nell’eventualità di un danneggiamento, rilasciano localmente un inibitore di corrosione in grado di bloccare o rallentare i fenomeni corrosivi. Il film polimerico è costituito da fibre di acido polilattico (PLLA) ottenute per elettrofilatura, contenenti un sale di Ce(III). Su questo primo strato viene depositato uno strato di titania tramite la tecnica di Ion Plating Plasma Assisted (IPPA). Dopo una completa caratterizzazione mediante SEM, EDS e XRD, i rivestimenti sono stati sottoposti a test elettrochimici (curve di polarizzazione e misure EIS) prima e dopo danneggiamento meccanico, per valutare l’effettivo funzionamento del meccanismo di rilascio dell’inibitore e quindi la realizzazione dell’effetto self-healing. 1. A. Yabuki and R. Kaneda, Materials and Corrosion 2009, 60, 444-449. 2. Daria V. Andreeva, Dmitri Fix, Helmuth Möhwald, Dmitry G. Shchukin, Adv. Mater. 2008, 20, 2789–2794.
Montesperelli, G., Bagalà, P., Cacciotti, I., Bianco, A., Del Gaudio, C., Gusmano, G. (2011). Sviluppo di rivestimenti ceramici self-healing su leghe di alluminio. In Atti delle IX Giornate sulla Corrosione e Protezione.
Sviluppo di rivestimenti ceramici self-healing su leghe di alluminio
MONTESPERELLI, GIAMPIERO;BIANCO, ALESSANDRA;GUSMANO, GUALTIERO
2011-01-01
Abstract
I film ceramici sono ampiamente utilizzati come rivestimenti antiusura ed anticorrosione per numerose leghe metalliche. Le loro prestazioni, condizionate da uniformità, adesione e compattezza, possono essere fortemente limitate dalla presenza di difetti originati da modalità di deposizione non adeguate, o da danneggiamenti meccanici. Negli ultimi anni la ricerca si è sempre più rivolta verso nuovi materiali dotati di caratteristiche “intelligenti”. Tra questi stanno destando un notevole interesse i materiali così detti self-healing, in grado cioè di autoriparare un eventuale danno e di ripristinare le proprietà iniziali. Materiali di questi tipo sono stati ad esempio proposti per il settore aerospaziale. Recentemente rivestimenti e trattamenti superficiali self-healing sono stati proposti anche nel campo della anticorrosione [1 ,2]. In questo lavoro vengono presentati i risultati preliminari di una ricerca volta allo sviluppo di rivestimenti self-healing sulla lega di Al 6060. I rivestimenti oggetto di questo studio sono costituiti da un doppio strato polimero/ceramico che, nell’eventualità di un danneggiamento, rilasciano localmente un inibitore di corrosione in grado di bloccare o rallentare i fenomeni corrosivi. Il film polimerico è costituito da fibre di acido polilattico (PLLA) ottenute per elettrofilatura, contenenti un sale di Ce(III). Su questo primo strato viene depositato uno strato di titania tramite la tecnica di Ion Plating Plasma Assisted (IPPA). Dopo una completa caratterizzazione mediante SEM, EDS e XRD, i rivestimenti sono stati sottoposti a test elettrochimici (curve di polarizzazione e misure EIS) prima e dopo danneggiamento meccanico, per valutare l’effettivo funzionamento del meccanismo di rilascio dell’inibitore e quindi la realizzazione dell’effetto self-healing. 1. A. Yabuki and R. Kaneda, Materials and Corrosion 2009, 60, 444-449. 2. Daria V. Andreeva, Dmitri Fix, Helmuth Möhwald, Dmitry G. Shchukin, Adv. Mater. 2008, 20, 2789–2794.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.