Lo sviluppo della comunicazione, d’impresa e delle istituzioni, di marketing come finanziaria, globale e locale, stimola gli operatori a fare sempre meglio ma possibilmente a costi contenuti. In questa prospettiva, assai spesso – nel settore della comunicazione e dei media – risulta opportuno sviluppare attività in collaborazione con altri operatori per potenziare l’efficacia, ridurre i costi, aumentare la rapidità e la credibilità. Tali collaborazioni trovano delle difficoltà nel momento in cui è fondamentale scegliere bene i partner, definire i ruoli e i compiti, monitorare l’andamento delle attività anche al di fuori della propria organizzazione. Talvolta i partner possono essere o possono diventare dei concorrenti nei diversi mercati, sia di sbocco sia di fornitura. Collaborare con un competitor, ancorché necessario, non è strategia facile da perseguire dal momento che la nostra cultura è abituata a distinguere e trattare tra amici e nemici, tra collaboratori e concorrenti. Bisogna sviluppare alcune specifiche skill che partono dalla capacità di capire i vantaggi delle alleanze fino ad arrivare all’attitudine nell’operare lealmente ma senza superare i giusti limiti di riservatezza e interesse aziendale. In altre parole, sviluppare una capacità di co-opetition (cooperation and competition), competenza che sempre più caratterizzerà il mondo delle imprese e delle istituzioni e, nello specifico, quello della comunicazione e dei media, mondi sempre più integrati e convergenti. Questo articolo vuole far riflettere, sulle opportunità, ma anche i rischi, che il paradigma della co-opetition (originariamente formulato da Hamel, Prahalad, 1994, e da Branderburger, Nalebuff, 1998) applicato alle strategie di marketing può comportare. L’articolo esplora quindi l’evoluzione del capitalismo post-industriale, la società della conoscenza e il ruolo delle tecnologie; il ruolo di internet, la convergenza mediale e la convergenza dei contenuti; le strategie per un diverso scenario e una diversa struttura dei settori “entertainment” attraverso le teorie passando per la “co-opetition” come “revolutionary mindset that combines competition and cooperation”; le caratteristiche della competizione-cooperazione e le regole per il successo in impresa. Focalizza con particolare attenzione il settore dei media e la comunicazione tentando di spiegare l’attuale “lotta mondiale per i contenuti”, la co-opetition esterna ed interna delineando il trend evolutivo delle strategie adattate ai nuovi clienti.
Pattuglia, S. (2009). Le strategie di cooperazione e competizione nella comunicazione e nei media. In S. Cherubini, S. Pattuglia (a cura di), Co-opetition: cooperazione e competizione nella comunicazione e nei media. Milano : Franco Angeli.
Le strategie di cooperazione e competizione nella comunicazione e nei media
PATTUGLIA, SIMONETTA
2009-01-01
Abstract
Lo sviluppo della comunicazione, d’impresa e delle istituzioni, di marketing come finanziaria, globale e locale, stimola gli operatori a fare sempre meglio ma possibilmente a costi contenuti. In questa prospettiva, assai spesso – nel settore della comunicazione e dei media – risulta opportuno sviluppare attività in collaborazione con altri operatori per potenziare l’efficacia, ridurre i costi, aumentare la rapidità e la credibilità. Tali collaborazioni trovano delle difficoltà nel momento in cui è fondamentale scegliere bene i partner, definire i ruoli e i compiti, monitorare l’andamento delle attività anche al di fuori della propria organizzazione. Talvolta i partner possono essere o possono diventare dei concorrenti nei diversi mercati, sia di sbocco sia di fornitura. Collaborare con un competitor, ancorché necessario, non è strategia facile da perseguire dal momento che la nostra cultura è abituata a distinguere e trattare tra amici e nemici, tra collaboratori e concorrenti. Bisogna sviluppare alcune specifiche skill che partono dalla capacità di capire i vantaggi delle alleanze fino ad arrivare all’attitudine nell’operare lealmente ma senza superare i giusti limiti di riservatezza e interesse aziendale. In altre parole, sviluppare una capacità di co-opetition (cooperation and competition), competenza che sempre più caratterizzerà il mondo delle imprese e delle istituzioni e, nello specifico, quello della comunicazione e dei media, mondi sempre più integrati e convergenti. Questo articolo vuole far riflettere, sulle opportunità, ma anche i rischi, che il paradigma della co-opetition (originariamente formulato da Hamel, Prahalad, 1994, e da Branderburger, Nalebuff, 1998) applicato alle strategie di marketing può comportare. L’articolo esplora quindi l’evoluzione del capitalismo post-industriale, la società della conoscenza e il ruolo delle tecnologie; il ruolo di internet, la convergenza mediale e la convergenza dei contenuti; le strategie per un diverso scenario e una diversa struttura dei settori “entertainment” attraverso le teorie passando per la “co-opetition” come “revolutionary mindset that combines competition and cooperation”; le caratteristiche della competizione-cooperazione e le regole per il successo in impresa. Focalizza con particolare attenzione il settore dei media e la comunicazione tentando di spiegare l’attuale “lotta mondiale per i contenuti”, la co-opetition esterna ed interna delineando il trend evolutivo delle strategie adattate ai nuovi clienti.Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Licenza Creative Commons