Gli organismi troglobi, presenti soprattutto nelle grotte calcaree delle regioni temperate, hanno tradizionalmente rappresentato il risultato di lunghi processi di adattamento all'ambiente ipogeo favoriti dall'isolamento, e di conseguenza considerati come relitti geografici e/o filogenetici, costretti nelle grotte dai cambiamenti climatici avvenuti soprattutto nel Pleistocene. Il successivo grande sviluppo delle ricerche biospeleologiche nelle regioni tropicali e nei "tubi di lava" , particolarmente diffusi negli arcipelaghi delle Hawaii e delle Canarie, nonchè nelle grotte sostenute troficamente da solfobatteri ha notevolmente ampliato la nostra concezione dei processi adattativi nelle grotte. In primo luogo l'invasione delle grotte è comunque vista come un processo attivo, ovvero la colonizzazione di un habitat libero e disponibile. Inoltre, il confronto tra diverse tipologie di grotte ha evidenziato sia il ruolo selettivo delle risorse trofiche, sia l'esistenza di tassi evolutivi significativamente diversi. I fattori maggiormente responsabili per l'evoluzione della troglomorfia, l'insieme, cioè, delle caratteristiche morfologiche proprie dei troglobi, sono il flusso genico (ovvero quanto le popolazioni siano isolate fra loro e dai rispettivi antenati epigei), la dimensione della popolazione (ovvero quanto la deriva genetica possa giocare un ruolo importante) e la selezione naturale. L'equilibrio tra questi fattori determina l'intensità e ilò tasso evolutivo relativo al cambiamento troglomorfico. I diversi ruoli giocati da questi fattori possono essere evidenziati studiando l'evoluzione delle specie sotterranee da diversi punti di vista, ovvero a livello ecologico, fisiologico, etologico, morfologico e genetico. Questo ultimo approccio, notevolmente ostacolato in passato dalla lunga durata dei cicli riproduttivi nei cavernicoli, ha potuto, in seguito, svilupparsi tramite l'uso di marcatori genetici come gli allozimi, le sequenze di DNA e i loci microsatellite. Grazie a questi marcatori e allo sviluppo di strumenti analitici sempre più sofisticati è ora possibile indagare più a fondo i meccanismi sottostanti il processo di adattamento all'ambiente cavernicolo. Diversi sono, infatti, gli studi volti a studiare i processi microevolutivi attraverso la stima di parametri rilevanti come il livello di polimorfismo, il grado di strutturazione genetica, la dimensione effettiva delle popolazioni, etc. In questa comunicazione verrà esaminata una serie di casi di studio che hanno come protagonista il processo di adattamento in diversi tipi di ambiente sotterraneo.

Allegrucci, G., Cesaroni, D., Sbordoni, V. (2007). Patterns evolutivi negli organismi cavernicoli. In 68° Congresso Nazionale Unione Zoologica Italiana, Lecce, 24-27 settembre 2007. Riassunti dei contributi scientifici. (pp.81-81).

Patterns evolutivi negli organismi cavernicoli

ALLEGRUCCI, GIULIANA;CESARONI, DONATELLA;SBORDONI, VALERIO
2007-09-01

Abstract

Gli organismi troglobi, presenti soprattutto nelle grotte calcaree delle regioni temperate, hanno tradizionalmente rappresentato il risultato di lunghi processi di adattamento all'ambiente ipogeo favoriti dall'isolamento, e di conseguenza considerati come relitti geografici e/o filogenetici, costretti nelle grotte dai cambiamenti climatici avvenuti soprattutto nel Pleistocene. Il successivo grande sviluppo delle ricerche biospeleologiche nelle regioni tropicali e nei "tubi di lava" , particolarmente diffusi negli arcipelaghi delle Hawaii e delle Canarie, nonchè nelle grotte sostenute troficamente da solfobatteri ha notevolmente ampliato la nostra concezione dei processi adattativi nelle grotte. In primo luogo l'invasione delle grotte è comunque vista come un processo attivo, ovvero la colonizzazione di un habitat libero e disponibile. Inoltre, il confronto tra diverse tipologie di grotte ha evidenziato sia il ruolo selettivo delle risorse trofiche, sia l'esistenza di tassi evolutivi significativamente diversi. I fattori maggiormente responsabili per l'evoluzione della troglomorfia, l'insieme, cioè, delle caratteristiche morfologiche proprie dei troglobi, sono il flusso genico (ovvero quanto le popolazioni siano isolate fra loro e dai rispettivi antenati epigei), la dimensione della popolazione (ovvero quanto la deriva genetica possa giocare un ruolo importante) e la selezione naturale. L'equilibrio tra questi fattori determina l'intensità e ilò tasso evolutivo relativo al cambiamento troglomorfico. I diversi ruoli giocati da questi fattori possono essere evidenziati studiando l'evoluzione delle specie sotterranee da diversi punti di vista, ovvero a livello ecologico, fisiologico, etologico, morfologico e genetico. Questo ultimo approccio, notevolmente ostacolato in passato dalla lunga durata dei cicli riproduttivi nei cavernicoli, ha potuto, in seguito, svilupparsi tramite l'uso di marcatori genetici come gli allozimi, le sequenze di DNA e i loci microsatellite. Grazie a questi marcatori e allo sviluppo di strumenti analitici sempre più sofisticati è ora possibile indagare più a fondo i meccanismi sottostanti il processo di adattamento all'ambiente cavernicolo. Diversi sono, infatti, gli studi volti a studiare i processi microevolutivi attraverso la stima di parametri rilevanti come il livello di polimorfismo, il grado di strutturazione genetica, la dimensione effettiva delle popolazioni, etc. In questa comunicazione verrà esaminata una serie di casi di studio che hanno come protagonista il processo di adattamento in diversi tipi di ambiente sotterraneo.
68° Congresso Nazionale Unione Zoologica Italiana
Lecce
2007
68
Unione Zoologica Italiana
Rilevanza nazionale
contributo
set-2007
set-2007
Settore BIO/05 - ZOOLOGIA
Italian
organismi cavernicoli, adattamento, marcatori genetici
pubblicazione priva di ISBN/ISSN
Intervento a convegno
Allegrucci, G., Cesaroni, D., Sbordoni, V. (2007). Patterns evolutivi negli organismi cavernicoli. In 68° Congresso Nazionale Unione Zoologica Italiana, Lecce, 24-27 settembre 2007. Riassunti dei contributi scientifici. (pp.81-81).
Allegrucci, G; Cesaroni, D; Sbordoni, V
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/36471
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact