Opuntia ficus-indica (L.) Mill., (OFI), è una pianta CAM, originaria del Centro America, ma naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo, soprattutto in Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna, dove rappresenta un elemento paesaggistico importante, capace di ridurre l’erosione del suolo e la desertificazione del territorio. La Sicilia ed in particolare l’area di San Cono (CT), grazie al suo favorevole microclima e con circa 2000 ettari destinati alla coltivazione specializzata di ficodindia DOP, garantisce una produzione annua che si attesta attorno ai 3.000 tonnellate di frutti. I cladodi sono in grado di contenere più del 90% in peso di acqua (Snyman 2013) e sono ricchi di fibre alimentari, carboidrati, antiossidanti, flavonoidi, minerali e vitamine (Rocchetti et al. 2018). Oltre all’uso foraggero, sono un alimento molto apprezzato nella cultura popolare messicana, mentre in Italia rappresentano uno scarto di produzione. Recentemente però anche in Europa, l’interesse per i cladodi è notevolmente aumentato in settori come quello della nutraceutica e della panificazione (Procacci et al. 2021). Lo scopo del progetto è di valutare se diverse condizioni pedoclimatiche e pratiche agronomiche a basso impatto ambientale, come la presenza dell’irrigazione di soccorso nei mesi estivi, possano influire sulle caratteristiche biochimiche delle farine di OFI, ottenute da scarti di potatura. La sperimentazione è stata condotta nell’azienda agricola Spitale Gaetano, Mazzarino (CL), su due terreni (argilloso e sabbioso) di 1 ettaro ciascuno, in regime irriguo e non, entrambi in gestione biologica certificata. I dati climatici sono stati rilevati tramite il Servizio informativo agrometeorologico siciliano. I campioni di cladodi sono stati prelevati a random, durante tutto l’anno, ed essiccati. La farina, ottenuta con un mulino a lame, è stata analizzata per il contenuto in zuccheri, polifenoli e per l’attività antiossidante. I risultati dimostrano differenze significative nella composizione qualitativa e quantitativa dei polisaccaridi nella farina di campioni raccolti in periodi diversi. L’ evidente variazione dei tre zuccheri predominanti, arabinosio, mannosio e xilosio appare influenzata dai fattori climatici, pedologici e idrici dei due campi sperimentali. Tali variazioni sono state riscontrate anche per l’attività antiossidante e il contenuto in polifenoli. Conclusioni: i risultati indicano una correlazione tra condizioni pedoclimatiche e pratiche agronomiche e le variazioni qualitative delle farine. Questi risultati consentiranno di valorizzare al meglio le loro caratteristiche nel settore alimentare e nutraceutico.
Platamone, G., Rossi, M., Borromeo, I., Procacci, S., Maccioni, O., Bacchetta, L., et al. (2021). Opuntia ficus-indica (L.) Mill., una coltura multifunzionale. In Atti del Convegno sulla Biodiversità (pp.282-282). Università di Foggia.
Opuntia ficus-indica (L.) Mill., una coltura multifunzionale
Forni C.
2021-01-01
Abstract
Opuntia ficus-indica (L.) Mill., (OFI), è una pianta CAM, originaria del Centro America, ma naturalizzata in tutto il bacino del Mediterraneo, soprattutto in Sicilia, Calabria, Puglia e Sardegna, dove rappresenta un elemento paesaggistico importante, capace di ridurre l’erosione del suolo e la desertificazione del territorio. La Sicilia ed in particolare l’area di San Cono (CT), grazie al suo favorevole microclima e con circa 2000 ettari destinati alla coltivazione specializzata di ficodindia DOP, garantisce una produzione annua che si attesta attorno ai 3.000 tonnellate di frutti. I cladodi sono in grado di contenere più del 90% in peso di acqua (Snyman 2013) e sono ricchi di fibre alimentari, carboidrati, antiossidanti, flavonoidi, minerali e vitamine (Rocchetti et al. 2018). Oltre all’uso foraggero, sono un alimento molto apprezzato nella cultura popolare messicana, mentre in Italia rappresentano uno scarto di produzione. Recentemente però anche in Europa, l’interesse per i cladodi è notevolmente aumentato in settori come quello della nutraceutica e della panificazione (Procacci et al. 2021). Lo scopo del progetto è di valutare se diverse condizioni pedoclimatiche e pratiche agronomiche a basso impatto ambientale, come la presenza dell’irrigazione di soccorso nei mesi estivi, possano influire sulle caratteristiche biochimiche delle farine di OFI, ottenute da scarti di potatura. La sperimentazione è stata condotta nell’azienda agricola Spitale Gaetano, Mazzarino (CL), su due terreni (argilloso e sabbioso) di 1 ettaro ciascuno, in regime irriguo e non, entrambi in gestione biologica certificata. I dati climatici sono stati rilevati tramite il Servizio informativo agrometeorologico siciliano. I campioni di cladodi sono stati prelevati a random, durante tutto l’anno, ed essiccati. La farina, ottenuta con un mulino a lame, è stata analizzata per il contenuto in zuccheri, polifenoli e per l’attività antiossidante. I risultati dimostrano differenze significative nella composizione qualitativa e quantitativa dei polisaccaridi nella farina di campioni raccolti in periodi diversi. L’ evidente variazione dei tre zuccheri predominanti, arabinosio, mannosio e xilosio appare influenzata dai fattori climatici, pedologici e idrici dei due campi sperimentali. Tali variazioni sono state riscontrate anche per l’attività antiossidante e il contenuto in polifenoli. Conclusioni: i risultati indicano una correlazione tra condizioni pedoclimatiche e pratiche agronomiche e le variazioni qualitative delle farine. Questi risultati consentiranno di valorizzare al meglio le loro caratteristiche nel settore alimentare e nutraceutico.File | Dimensione | Formato | |
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