Le differenze concettuali nell'interpretazione dello spazio tra la cultura occidentale e la cultura orientale sono marcate.L'arte contemporanea, in qualche modo, ha riferimenti con la tradizione dei secoli dei luoghi d'origine anche se a causa dell'ampia diffusione e della velocità delle informazioni i prodotti della creazione artistica nel mondo appaiono soggetti a una contaminazione o a una omologazione. Due artisti giapponesi di fama internazionale Shu Takahashi(30 giugno 1930-Hiroshima) e Hidetoshi Nagasawa(30 Ottobre 1944 Tonei-Manciuria), ambedue approdati in Italia negli anni Sessanta, l'uno a Roma l'altro a Milano, le cui opere sono state esposte a Kyoto in gallerie private o fanno parte della collezione del Museo azionale d'Arte Moderna di Kyoto, pur nella loro assoluta diversità di linguaggio, conservano un carattere riconoscibile di appartenenza culturale con l'Estremo Oriente. Lo spazio nelle opere di questi due artisti, questo è il nostro campo d'indagine, è la risultante di un sottile equilibrio del vuoto e del pieno concepiti secondo una legge contraria alla fisica che fa fluttuare le masse, il peso verso l'alto in un dialogo serrato tra gravità e leggerezza. Il senso di sospensione, di infinitezza, dello spazio, la percezione dell'immagine come colta in un'apparizione di un istante, la struttura essenziale delle immagini sono componenti comuni a Takahashi e Nagasawa e proprie dell'estetica orientale. In Occidente, invece, per la scultura in età moderna e contemporanea s'impone per lo più, per lo spiccato senso plastico, per il modellato, per il volume ed il senso della gravità. Analizzando in particolare i due artisti si può sommariamente affermare che le opere pubbliche e gli oggetti plastici di Takahashi hanno una centralità in uno spazio controllabile dallo sguardo e racchiudono uno spazio geometrico o viceversa sono inscrivibili in esso. Le installazioni di Nagasawa si aprono ad uno spazio pluridimensionale, vivono in una forza antigravitazionale e hanno equilibrio instabile giocato su un sistema di leve e di spinte, di incastri.

Buono, R. (2010). Hidetoshi Nagasawa e Shu Takahashi. La concezione dello spazio in due artisti giapponesi residenti in Italia. In M. Di Monte, M. Rotili (a cura di), Hidetoshi Nagasawa e Shu Takahashi. La concezione dello spazio in due artisti giapponesi residenti in Italia (pp. 123-138). Milano : Mimesis.

Hidetoshi Nagasawa e Shu Takahashi. La concezione dello spazio in due artisti giapponesi residenti in Italia

BUONO, ROSSANA
2010-05-18

Abstract

Le differenze concettuali nell'interpretazione dello spazio tra la cultura occidentale e la cultura orientale sono marcate.L'arte contemporanea, in qualche modo, ha riferimenti con la tradizione dei secoli dei luoghi d'origine anche se a causa dell'ampia diffusione e della velocità delle informazioni i prodotti della creazione artistica nel mondo appaiono soggetti a una contaminazione o a una omologazione. Due artisti giapponesi di fama internazionale Shu Takahashi(30 giugno 1930-Hiroshima) e Hidetoshi Nagasawa(30 Ottobre 1944 Tonei-Manciuria), ambedue approdati in Italia negli anni Sessanta, l'uno a Roma l'altro a Milano, le cui opere sono state esposte a Kyoto in gallerie private o fanno parte della collezione del Museo azionale d'Arte Moderna di Kyoto, pur nella loro assoluta diversità di linguaggio, conservano un carattere riconoscibile di appartenenza culturale con l'Estremo Oriente. Lo spazio nelle opere di questi due artisti, questo è il nostro campo d'indagine, è la risultante di un sottile equilibrio del vuoto e del pieno concepiti secondo una legge contraria alla fisica che fa fluttuare le masse, il peso verso l'alto in un dialogo serrato tra gravità e leggerezza. Il senso di sospensione, di infinitezza, dello spazio, la percezione dell'immagine come colta in un'apparizione di un istante, la struttura essenziale delle immagini sono componenti comuni a Takahashi e Nagasawa e proprie dell'estetica orientale. In Occidente, invece, per la scultura in età moderna e contemporanea s'impone per lo più, per lo spiccato senso plastico, per il modellato, per il volume ed il senso della gravità. Analizzando in particolare i due artisti si può sommariamente affermare che le opere pubbliche e gli oggetti plastici di Takahashi hanno una centralità in uno spazio controllabile dallo sguardo e racchiudono uno spazio geometrico o viceversa sono inscrivibili in esso. Le installazioni di Nagasawa si aprono ad uno spazio pluridimensionale, vivono in una forza antigravitazionale e hanno equilibrio instabile giocato su un sistema di leve e di spinte, di incastri.
18-mag-2010
Settore L-ART/03 - STORIA DELL'ARTE CONTEMPORANEA
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
Buono, R. (2010). Hidetoshi Nagasawa e Shu Takahashi. La concezione dello spazio in due artisti giapponesi residenti in Italia. In M. Di Monte, M. Rotili (a cura di), Hidetoshi Nagasawa e Shu Takahashi. La concezione dello spazio in due artisti giapponesi residenti in Italia (pp. 123-138). Milano : Mimesis.
Buono, R
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