Lo strumentalismo di John Dewey, per profondità e valore epistemologico, è il maggior contributo al pragmatismo americano. La sua vasta produzione intellettuale, che spazia dalla filosofia alla psicologia, dall’etica alla pedagogia, si presenta come ricerca e applicazione del metodo dell’indagine scientifica tanto nell’ambito della filosofia, allo scopo di rinnovarla, quanto in molti campi della dimensione pubblica, principalmente la politica e l’educazione. Nell’ecletticità di questa ricerca è rinvenibile una concezione del mondo che Dewey ha maturato negli anni della sua formazione, influenzata dal congregazionalismo protestante e dagli studi su Hegel. Dewey parla di un passaggio dall’assolutismo idealista al naturalismo e al metodo sperimentale, ma il rapporto tra queste due “anime” del suo pensiero è oggetto d'interpretazioni. Alcuni studiosi ritengono che vi sia una cesura tra un primo e un secondo periodo; altri, che non vi sia soluzione di continuità grazie alla religione. In questo lavoro, attraverso l'analisi di vari scritti e di interpretazioni critiche di diversi autori, si tenta di appurare se non vi sia piuttosto un superamento dell’idealismo in quanto metodo, conservandone però l’obiettivo monistico di fondo: la matrice hegeliana può essere considerata come il “collante” che concilia le varie dimensioni di un pensiero dinamico, aperto e sempre attuale.
Ferrari, M. (2014). Radici hegeliane nel pensiero di John Dewey. Aracne.
Radici hegeliane nel pensiero di John Dewey
Ferrari Marco
2014-09-01
Abstract
Lo strumentalismo di John Dewey, per profondità e valore epistemologico, è il maggior contributo al pragmatismo americano. La sua vasta produzione intellettuale, che spazia dalla filosofia alla psicologia, dall’etica alla pedagogia, si presenta come ricerca e applicazione del metodo dell’indagine scientifica tanto nell’ambito della filosofia, allo scopo di rinnovarla, quanto in molti campi della dimensione pubblica, principalmente la politica e l’educazione. Nell’ecletticità di questa ricerca è rinvenibile una concezione del mondo che Dewey ha maturato negli anni della sua formazione, influenzata dal congregazionalismo protestante e dagli studi su Hegel. Dewey parla di un passaggio dall’assolutismo idealista al naturalismo e al metodo sperimentale, ma il rapporto tra queste due “anime” del suo pensiero è oggetto d'interpretazioni. Alcuni studiosi ritengono che vi sia una cesura tra un primo e un secondo periodo; altri, che non vi sia soluzione di continuità grazie alla religione. In questo lavoro, attraverso l'analisi di vari scritti e di interpretazioni critiche di diversi autori, si tenta di appurare se non vi sia piuttosto un superamento dell’idealismo in quanto metodo, conservandone però l’obiettivo monistico di fondo: la matrice hegeliana può essere considerata come il “collante” che concilia le varie dimensioni di un pensiero dinamico, aperto e sempre attuale.File | Dimensione | Formato | |
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