L’invecchiamento delle società occidentali e di quella italiana rappresenta al tempo stesso una sfida ed una novità epocali. Questa imponente trasformazione, scaturita come conseguenza ultima della transizione demografica, ha infatti conseguenze sulla economia, sulla epidemiologia e, in definitiva, sull’intero sistema assistenziale e previdenziale nazionale, ed il modo in cui sarà affrontata determinerà lo sviluppo ed il profilo della società italiana emergente. L’Italia è al tempo stesso il secondo paese più longevo d’Europa ed il primo per tasso di invecchiamento, dunque è particolarmente coinvolta in questa sfida. Per altro verso, inutili allarmismi non hanno certo contribuito ad una definizione serena di una strategia di lungo respiro in grado di incidere in profondità su questo macrofenomeno. E’ completamente ignorato dalla letteratura ufficiale, ad esempio, il fatto che, pur in presenza di una consistente aumento nel tempo della popolazione ultrasessantacinquenne e ultrasettantacinquenne, sia i sistemi assistenziali Medicare e Medicaid degli Stati uniti sia gli analoghi europei hanno registrato negli ultimi 20 anni un significativo trend in discesa dei tassi di disabilità. Questo trend è stato determinato dall’agire di potenti determinanti della salute quali ad esempio il reddito, l’alimentazione ed il livello di istruzione, che hanno caratterizzato -in meglio- le più recenti coorti di popolazione anziana. Sembra questa una lezione importante per la strategia da mettere in campo sulla questione: appare ad esempio evidente oggi, da una ampia messe di letteratura scientifica, come isolamento sociale e solitudine siano il “nuovo” determinante della salute con cui fare i conti, dal momento che esso incide sulla sopravvivenza, sui tassi di ospedalizzazione e di ricovero in RSA o RA, sul mantenimento delle residue capacità funzionali e persino sulla progressione di patologie come le demenze. Di converso, le reti di prossimità ed un approccio puntato tutto sul territorio, con l’ausilio di innovative tecnologie di telemedicina, appaiono il giusto modo di interpretare e di modulare determinanti della salute ottenendo risposte assai più significative sul piano della sostenibilità economica e sociale. Nuovi servizi di assistenza basati su questi innovativi concetti hanno ottenuto risultati importanti ma debbono varcare ancora oggi una “soglia” culturale che rappresenta il principale ostacolo alla trasformazione italiana.
Palombi, L., Mancinelli, S., Marazzi, M. (2011). Invecchiamento, società e nuova medicina:strategie per una sostenibilità economica e sociale. In ATTI della XII Conferenza Nazionale di Sanità Pubblica.
Invecchiamento, società e nuova medicina:strategie per una sostenibilità economica e sociale
PALOMBI, LEONARDO;MANCINELLI, SANDRO;
2011-10-01
Abstract
L’invecchiamento delle società occidentali e di quella italiana rappresenta al tempo stesso una sfida ed una novità epocali. Questa imponente trasformazione, scaturita come conseguenza ultima della transizione demografica, ha infatti conseguenze sulla economia, sulla epidemiologia e, in definitiva, sull’intero sistema assistenziale e previdenziale nazionale, ed il modo in cui sarà affrontata determinerà lo sviluppo ed il profilo della società italiana emergente. L’Italia è al tempo stesso il secondo paese più longevo d’Europa ed il primo per tasso di invecchiamento, dunque è particolarmente coinvolta in questa sfida. Per altro verso, inutili allarmismi non hanno certo contribuito ad una definizione serena di una strategia di lungo respiro in grado di incidere in profondità su questo macrofenomeno. E’ completamente ignorato dalla letteratura ufficiale, ad esempio, il fatto che, pur in presenza di una consistente aumento nel tempo della popolazione ultrasessantacinquenne e ultrasettantacinquenne, sia i sistemi assistenziali Medicare e Medicaid degli Stati uniti sia gli analoghi europei hanno registrato negli ultimi 20 anni un significativo trend in discesa dei tassi di disabilità. Questo trend è stato determinato dall’agire di potenti determinanti della salute quali ad esempio il reddito, l’alimentazione ed il livello di istruzione, che hanno caratterizzato -in meglio- le più recenti coorti di popolazione anziana. Sembra questa una lezione importante per la strategia da mettere in campo sulla questione: appare ad esempio evidente oggi, da una ampia messe di letteratura scientifica, come isolamento sociale e solitudine siano il “nuovo” determinante della salute con cui fare i conti, dal momento che esso incide sulla sopravvivenza, sui tassi di ospedalizzazione e di ricovero in RSA o RA, sul mantenimento delle residue capacità funzionali e persino sulla progressione di patologie come le demenze. Di converso, le reti di prossimità ed un approccio puntato tutto sul territorio, con l’ausilio di innovative tecnologie di telemedicina, appaiono il giusto modo di interpretare e di modulare determinanti della salute ottenendo risposte assai più significative sul piano della sostenibilità economica e sociale. Nuovi servizi di assistenza basati su questi innovativi concetti hanno ottenuto risultati importanti ma debbono varcare ancora oggi una “soglia” culturale che rappresenta il principale ostacolo alla trasformazione italiana.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.