L’infiammazione cronica e la perdita di densità ossea sono due fenomeni strettamente legati. Tale associazione è particolarmente evidente nell’Artrite Reumatoide (AR), malattia infiammatoria cronica caratterizzata da poliartrite simmetrica con infiammazione sinoviale, danno cartilagineo ed erosioni ossee. Diversi fattori sono responsabili della perdita ossea nei pazienti affetti da artrite, quali la ridotta mobilità delle articolazioni colpite, l’aumento della vascolarizzazione, l’uso di farmaci steroidei, e non ultimo la liberazione di mediatori locali generati dalla flogosi articolare, in particolare il tumor necrosis factor alpha (TNF-α). Il TNF-alfa è una molecola infiammatoria chiave nell’AR e la sua inibizione terapeutica determina un significativo miglioramento nei segni e sintomi delle patologie artritiche. D’altra parte, il TNF-α ha un notevole effetto sull’osso: l’overespressione di TNF-α non solo è coinvolta nelle erosioni locali, ma induce anche perdita di massa ossa in maniera sistemica; possiamo pertanto considerarlo come un importante link tra infiammazione cronica e perdita di massa ossea. Il TNF-α partecipa attivamente al processo patogenetico del danno articolare, rappresentando un mediatore fondamentale nell’azione del catabolismo del tessuto osseo attraverso la stimolazione dei processi di riassorbimento e l’inibizione dei processi di neoformazione ossea. L’avvento dei farmaci in grado di bloccare il TNF-α ha migliorato la qualità di vita dei pazienti affetti da artrite, riducendo in modo significativo l’infiammazione articolare, la progressione radiologica della malattia e, di conseguenza, la disabilità. Lo scopo della presente ricerca è stato quello di valutare se la terapia con farmaci biologici, in particolare Infliximab e Abatacept, possa influenzare il metabolismo osseo e prevenire il danno strutturale. In particolare col presente studio si e’focalizzata l’attenzione sul momento acuto dell’infusione dei due farmaci biologici sopracitati in pazienti affetti da A.R. e si sono analizzati i cambiamenti postinfusionali dal punto di vista biochimico-clinico nel metabolismo del calcio nei due differenti gruppi di pazienti. Lo studio, in aperto, è stato condotto su un gruppo di 11 pazienti con diagnosi di AR seguiti presso l’U.O. Semplice Clinica Reumatologica del Dipartimento di Medicina dell’Ospedale S.Pietro, che assumevano terapia stabile da almeno sei mesi, nel periodo compreso tra ottobre 2008 e febbraio 2009. I risultati della nostra ricerca dimostrano che gli effetti positivi sull’andamento dell’ A.R. determinati dalla terapia con farmaci ad azione anti TNF-α sono associati ad un evidente miglioramento di differenti parametri del metabolismo osseo, indicando un generale effetto protettivo sul tessuto osseo. Nasce in questo contesto il termine “Osteoimmunologia”, che identifica una nuova e moderna area di ricerca interdisciplinare che studia le interazioni e le connessioni molecolari e cellulari tra osso e sistema immunitario, i risvolti clinici di tale complessa architettura ed apre la prospettiva a nuove strategie terapeutiche. E’ interessante notare come farmaci con un meccanismo farmacologico molto diverso, l’uno anti-TNFα e l’altro immunosoppressore selettivo, abbiano un effetto diverso nella riduzione della calcemia e nel metabolismo del calcio in generale: una spiegazione parziale consiste nel fatto che il secondo farmaco ha effetti anti- TNF-α solo indiretti essendo l’Abatacept un immunomodulatore selettivo per il segnale chiave di costimolazione mentre i farmaci anti TNF-α, come ad esempio l’Infliximab, hanno un legame stretto e immediatamente forte con il TNF-α tale da poter spiegare la drastica riduzione della calcemia. La concentrazione sierica del calcio è risultata infatti diminuita in modo statisticamente significativa dal tempo pre-infusionale (media 9.34± 0,54 DS) al tempo post-infusionale (media 8.67±0.74 DS) nei pazienti in trattamento con Infliximab (P=0.0002) e non ha subito modificazioni significative dal tempo preinfusionale (media 9.92±1.12 DS) al tempo postinfusionale (media 9.35±0.67 DS) in quelli trattati con Abatacept (P=0.1212, ns). La concentrazione della fosfatasi alcalina (ALP), marcatore del turnover osseo di neoformazione, è risultata diminuita in modo statisticamente significativa dal tempo preinfusionale (media 78.11±27.95 DS) al tempo postinfusionale (media 70.22±26.80 DS) nei pazienti in trattamento con Infliximab (P=0.001) ed è risultata diminuita dal tempo preinfusionale (media 80.87±30.32 DS) al tempo postinfusionale (media 75.37±28.24 DS) anche nei pazienti in trattamento con Orencia (P=0.01). Non abbiamo osservato modificazioni significative dei livelli sierici del fosforo e del PTH, in accordo con la necessità di un maggiore numero di ore per attivare i meccanismi coinvolti nella loro sintesi. L'esiguo numero di pazienti non permette di chiarire completamente il ruolo che l'Abatacept svolge sul magnesio e se, il riscontro di diminuiti livelli dopo l'infusione di tale farmaco, possa essere dovuto all'azione della molecola. I nostri dati, seppur preliminari, supportano il ruolo che i nuovi farmaci biologici per la cura dell'AR, Infliximab e Abatacept, svolgono nel metabolismo osseo: sarà necessario un numero maggiore di pazienti per confermare tali risultati.
Infantino, M. (2009). Effetti post-infusionali dell’Infliximab e dell’Abatacept sul metabolismo del calcio in pazienti affetti da artrite reumatoide.
Effetti post-infusionali dell’Infliximab e dell’Abatacept sul metabolismo del calcio in pazienti affetti da artrite reumatoide
INFANTINO, MARIA
2009-08-06
Abstract
L’infiammazione cronica e la perdita di densità ossea sono due fenomeni strettamente legati. Tale associazione è particolarmente evidente nell’Artrite Reumatoide (AR), malattia infiammatoria cronica caratterizzata da poliartrite simmetrica con infiammazione sinoviale, danno cartilagineo ed erosioni ossee. Diversi fattori sono responsabili della perdita ossea nei pazienti affetti da artrite, quali la ridotta mobilità delle articolazioni colpite, l’aumento della vascolarizzazione, l’uso di farmaci steroidei, e non ultimo la liberazione di mediatori locali generati dalla flogosi articolare, in particolare il tumor necrosis factor alpha (TNF-α). Il TNF-alfa è una molecola infiammatoria chiave nell’AR e la sua inibizione terapeutica determina un significativo miglioramento nei segni e sintomi delle patologie artritiche. D’altra parte, il TNF-α ha un notevole effetto sull’osso: l’overespressione di TNF-α non solo è coinvolta nelle erosioni locali, ma induce anche perdita di massa ossa in maniera sistemica; possiamo pertanto considerarlo come un importante link tra infiammazione cronica e perdita di massa ossea. Il TNF-α partecipa attivamente al processo patogenetico del danno articolare, rappresentando un mediatore fondamentale nell’azione del catabolismo del tessuto osseo attraverso la stimolazione dei processi di riassorbimento e l’inibizione dei processi di neoformazione ossea. L’avvento dei farmaci in grado di bloccare il TNF-α ha migliorato la qualità di vita dei pazienti affetti da artrite, riducendo in modo significativo l’infiammazione articolare, la progressione radiologica della malattia e, di conseguenza, la disabilità. Lo scopo della presente ricerca è stato quello di valutare se la terapia con farmaci biologici, in particolare Infliximab e Abatacept, possa influenzare il metabolismo osseo e prevenire il danno strutturale. In particolare col presente studio si e’focalizzata l’attenzione sul momento acuto dell’infusione dei due farmaci biologici sopracitati in pazienti affetti da A.R. e si sono analizzati i cambiamenti postinfusionali dal punto di vista biochimico-clinico nel metabolismo del calcio nei due differenti gruppi di pazienti. Lo studio, in aperto, è stato condotto su un gruppo di 11 pazienti con diagnosi di AR seguiti presso l’U.O. Semplice Clinica Reumatologica del Dipartimento di Medicina dell’Ospedale S.Pietro, che assumevano terapia stabile da almeno sei mesi, nel periodo compreso tra ottobre 2008 e febbraio 2009. I risultati della nostra ricerca dimostrano che gli effetti positivi sull’andamento dell’ A.R. determinati dalla terapia con farmaci ad azione anti TNF-α sono associati ad un evidente miglioramento di differenti parametri del metabolismo osseo, indicando un generale effetto protettivo sul tessuto osseo. Nasce in questo contesto il termine “Osteoimmunologia”, che identifica una nuova e moderna area di ricerca interdisciplinare che studia le interazioni e le connessioni molecolari e cellulari tra osso e sistema immunitario, i risvolti clinici di tale complessa architettura ed apre la prospettiva a nuove strategie terapeutiche. E’ interessante notare come farmaci con un meccanismo farmacologico molto diverso, l’uno anti-TNFα e l’altro immunosoppressore selettivo, abbiano un effetto diverso nella riduzione della calcemia e nel metabolismo del calcio in generale: una spiegazione parziale consiste nel fatto che il secondo farmaco ha effetti anti- TNF-α solo indiretti essendo l’Abatacept un immunomodulatore selettivo per il segnale chiave di costimolazione mentre i farmaci anti TNF-α, come ad esempio l’Infliximab, hanno un legame stretto e immediatamente forte con il TNF-α tale da poter spiegare la drastica riduzione della calcemia. La concentrazione sierica del calcio è risultata infatti diminuita in modo statisticamente significativa dal tempo pre-infusionale (media 9.34± 0,54 DS) al tempo post-infusionale (media 8.67±0.74 DS) nei pazienti in trattamento con Infliximab (P=0.0002) e non ha subito modificazioni significative dal tempo preinfusionale (media 9.92±1.12 DS) al tempo postinfusionale (media 9.35±0.67 DS) in quelli trattati con Abatacept (P=0.1212, ns). La concentrazione della fosfatasi alcalina (ALP), marcatore del turnover osseo di neoformazione, è risultata diminuita in modo statisticamente significativa dal tempo preinfusionale (media 78.11±27.95 DS) al tempo postinfusionale (media 70.22±26.80 DS) nei pazienti in trattamento con Infliximab (P=0.001) ed è risultata diminuita dal tempo preinfusionale (media 80.87±30.32 DS) al tempo postinfusionale (media 75.37±28.24 DS) anche nei pazienti in trattamento con Orencia (P=0.01). Non abbiamo osservato modificazioni significative dei livelli sierici del fosforo e del PTH, in accordo con la necessità di un maggiore numero di ore per attivare i meccanismi coinvolti nella loro sintesi. L'esiguo numero di pazienti non permette di chiarire completamente il ruolo che l'Abatacept svolge sul magnesio e se, il riscontro di diminuiti livelli dopo l'infusione di tale farmaco, possa essere dovuto all'azione della molecola. I nostri dati, seppur preliminari, supportano il ruolo che i nuovi farmaci biologici per la cura dell'AR, Infliximab e Abatacept, svolgono nel metabolismo osseo: sarà necessario un numero maggiore di pazienti per confermare tali risultati.File | Dimensione | Formato | |
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