La “presunzione di culturalità” apre un ulteriore varco statale nell’autonomia regionale

L’A., dall’esame della sent. n. 194 del 2013 della Corte costituzionale sulla legge della Regione Lombardia 31 luglio 2012, n. 16, “Valorizzazione dei reperti mobili e dei cimeli appartenenti a periodi storici diversi dalla prima guerra mondiale”, evidenzia come la conclusione cui perviene la Corte costituzionale sia non priva di profili problematici. Essa, infatti, sembrerebbe affermare che la competenza legislativa regionale sui beni culturali possa essere esercitata solo in seguito all’esito negativo dell’accertamento dell’interesse culturale, relegandola ad una funzione di salvaguardia diversa ed aggiuntiva di beni non già “culturali”, ma, tutt’al più, espressivi di una memoria “particolare” per la comunità regionale.