La figura di Jean Meslier è ancora oggi poco considerata, in Italia e in Europa, nel novero dei filosofi eterodossi e clandestini dell’epoca moderna. Riscoperto dagli studi universitari, agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, grazie all’opera di Maurice Dommanget, poi restituito agli studi critici, dopo secoli di letture parziali e “ideologiche”, grazie all’edizione critica in tre volumi delle OEuvres e del grande Mémoire des pensées et des sentiments de Jean Meslier (a lungo noto sotto il nome di Testament de Jean Meslier, per via dell’Extrait edulcorato [traduzione/mistificazione deistica] di Voltaire –, curati da Albert Soboul, Jean Deprun e Roland Desné, pubblicate tra il 1970 e il 1972, Meslier è autore da tempo ritenuto minore o poco originale nello stesso contesto degli studi sulla letteratura eterodossa e clandestina dell’età moderna. Le monografie (Dommanget, Deruette ecc.) o studi estesi dedicati all’integralità dell’opera filosofica di Meslier sono pochi. L’ imponente volume di Miguel Benítez1 trova dunque un posto di rilievo nel quadro degli studi recenti su Meslier, che dagli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso sono cresciuti di numero e di qualità, sulla scia dell’edizione Soboul-Deprun-Desné e dei lavori svolti in Francia dal Groupe de Recherche sur l’histoire du matérialisme, e il Groupe de recherche sur la littérature clandestine, animati per oltre un ventennio, all’Università di Paris 1 Pantéon-Sorbonne, da Olivier René Bloch, e poi proseguiti, alla stessa Sorbonne, nel quadro del CELLF 17e-18e siècles, animati da Geneviève Artigas Menant e Sylvain Menant. In tale contesto di studio e di dibattito trova le sue origini il lavoro di Benítez.

Quintili, P. (2014). La ragione ha i suoi occhi: l’ateismo clandestino di Jean Meslier: una sintesi. RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, 69(2), 355-361.

La ragione ha i suoi occhi: l’ateismo clandestino di Jean Meslier: una sintesi

QUINTILI, PAOLO
2014-04-01

Abstract

La figura di Jean Meslier è ancora oggi poco considerata, in Italia e in Europa, nel novero dei filosofi eterodossi e clandestini dell’epoca moderna. Riscoperto dagli studi universitari, agli inizi degli anni ‘60 del secolo scorso, grazie all’opera di Maurice Dommanget, poi restituito agli studi critici, dopo secoli di letture parziali e “ideologiche”, grazie all’edizione critica in tre volumi delle OEuvres e del grande Mémoire des pensées et des sentiments de Jean Meslier (a lungo noto sotto il nome di Testament de Jean Meslier, per via dell’Extrait edulcorato [traduzione/mistificazione deistica] di Voltaire –, curati da Albert Soboul, Jean Deprun e Roland Desné, pubblicate tra il 1970 e il 1972, Meslier è autore da tempo ritenuto minore o poco originale nello stesso contesto degli studi sulla letteratura eterodossa e clandestina dell’età moderna. Le monografie (Dommanget, Deruette ecc.) o studi estesi dedicati all’integralità dell’opera filosofica di Meslier sono pochi. L’ imponente volume di Miguel Benítez1 trova dunque un posto di rilievo nel quadro degli studi recenti su Meslier, che dagli inizi degli anni ‘80 del secolo scorso sono cresciuti di numero e di qualità, sulla scia dell’edizione Soboul-Deprun-Desné e dei lavori svolti in Francia dal Groupe de Recherche sur l’histoire du matérialisme, e il Groupe de recherche sur la littérature clandestine, animati per oltre un ventennio, all’Università di Paris 1 Pantéon-Sorbonne, da Olivier René Bloch, e poi proseguiti, alla stessa Sorbonne, nel quadro del CELLF 17e-18e siècles, animati da Geneviève Artigas Menant e Sylvain Menant. In tale contesto di studio e di dibattito trova le sue origini il lavoro di Benítez.
1-apr-2014
Pubblicato
Rilevanza internazionale
Recensione
Esperti anonimi
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Con Impact Factor ISI
ragione; materialismo; razionalismo; clandestinità; filosofie clandestine
Quintili, P. (2014). La ragione ha i suoi occhi: l’ateismo clandestino di Jean Meslier: una sintesi. RIVISTA DI STORIA DELLA FILOSOFIA, 69(2), 355-361.
Quintili, P
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Descrizione: Recensione della grande monografia di M. Benitez su J. Meslier
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