I conflitti sulla consistenza e perseguibilità del bene ‘comune’ si accendono di norma nel momento di importanti scelte politiche e legislative, ma la loro radice va cercata in una più profonda questione antropologica, che viene affrontata argomentando tre tesi: 1) la ritirata del bene nel perimetro dell’esperienza degli individui o di piccoli gruppi non è sufficiente a ‘neutralizzare’ la sfera pubblica, perché il vero problema è quello dello spessore teleologico riconosciuto nel bene della persona, la cui pretesa di verità può facilmente infiltrare il presupposto di neutralità del potere politico; 2) l’alternativa, di conseguenza, non è fra bene solo privato e bene comune (o pubblico), ma fra diverse concezioni del ‘fine’ del potere; 3) questa consapevolezza non chiude il discorso nell’impotente incomunicabilità di visioni alternative, a condizione che ci sia la disponibilità ad affinare e valorizzare nozioni come quelle dei beni con-vergenti, dei beni con-divisi e della co-produzione e co-consumo dei beni relazionali.
Semplici, S. (2014). Il potere del bene comune. In C. Danani, B. Giovanola, M.L. Perri, D. Verducci (a cura di), L’essere che è, l’essere che accade: percorsi teoretici in filosofia morale in onore di Francesco Totaro (pp. 355-362). Milano : Vita e Pensiero.
Il potere del bene comune
SEMPLICI, STEFANO
2014-01-01
Abstract
I conflitti sulla consistenza e perseguibilità del bene ‘comune’ si accendono di norma nel momento di importanti scelte politiche e legislative, ma la loro radice va cercata in una più profonda questione antropologica, che viene affrontata argomentando tre tesi: 1) la ritirata del bene nel perimetro dell’esperienza degli individui o di piccoli gruppi non è sufficiente a ‘neutralizzare’ la sfera pubblica, perché il vero problema è quello dello spessore teleologico riconosciuto nel bene della persona, la cui pretesa di verità può facilmente infiltrare il presupposto di neutralità del potere politico; 2) l’alternativa, di conseguenza, non è fra bene solo privato e bene comune (o pubblico), ma fra diverse concezioni del ‘fine’ del potere; 3) questa consapevolezza non chiude il discorso nell’impotente incomunicabilità di visioni alternative, a condizione che ci sia la disponibilità ad affinare e valorizzare nozioni come quelle dei beni con-vergenti, dei beni con-divisi e della co-produzione e co-consumo dei beni relazionali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.