"E’ impossibile, per un malfattore, agire con l’intensità necessaria a un’azione criminale senza lasciare traccia del proprio passaggio". Così scriveva Edmond Locard nel suo Traitè de criminalistique all’inizio del secolo scorso e mai avrebbe immaginato che questo suo assunto sarebbe divenuto, in seguito, noto fra gli scienziati forensi come il principio di scambio, secondo il quale ogni contatto sulla scena del crimine lascia sempre una traccia. Se oggi la Criminalistica o, meglio ancora, le Scienze Forensi hanno assunto un’importanza, oserei dire, fondamentale nell’ambito delle investigazioni giudiziarie lo si deve soprattutto a questa lucida intuizione, che ha reso la detection, tanto enfatizzata dai romanzi gialli “classici”, una vera e propria scienza delle tracce. Parlare, tuttavia, di Criminalistica non è possibile senza un metodo, un approccio sistematico alla “complessità”, rappresentata dall’evento criminoso la cui “interpretazione” passa, è vero, attraverso l’esame “induttivo” delle prove materiali ma comprende necessariamente anche una “lettura” abduttiva di tutte le prove e gli indizi desunti nel corso dell’indagine. La mia ricerca non poteva, dunque, che iniziare dalle origini del metodo d’indagine, proprio dei nostri progenitori cacciatori, esperti in tracce e impronte per passare, poi, alla disamina del paradigma indiziario, assurto nei secoli a vero e proprio modello di conoscenza scientifica. I successivi capitoli sono stati dedicati alle singole Discipline forensi, a partire da quelle più antiche: Medicina Legale, Tossicologia forense, Grafologia forense, Psicologia e Psichiatria forensi e Balistica forense per arrivare, poi, a quelle più recenti, ma non meno importanti ai fini dell’identificazione forense delle tracce, come l’Antropologia forense, l’Entomologia e la Botanica forensi e la Genetica forense. Un capitolo è stato dedicato anche alla Criminalistica in Italia, ove ho cercato di lumeggiare, mi auguro in maniera esaustiva, l’importanza assunta dalla Scuola di Polizia Scientifica in ambito nazionale ed internazionale appena qualche decennio dopo la sua istituzione, avvenuta nel 1902 ad opera del prof. Salvatore Ottolenghi. Il presente studio non vuole, tuttavia, essere soltanto una mera ricerca storica sulle origini e l’evoluzione di quella che può definirsi come la lotta senza quartiere ingaggiata nei secoli dalla Scienza nei confronti del Crimine, ma offrire un panorama abbastanza vasto delle tecniche e delle metodologie scientifiche applicare ieri e oggi al servizio della Giustizia dagli scienziati investigatori e dagli investigatori scienziati.

Camposano, R. (2009). Scienza e crimine nell’evoluzione delle scienze forensi.

Scienza e crimine nell’evoluzione delle scienze forensi

2009-07-14

Abstract

"E’ impossibile, per un malfattore, agire con l’intensità necessaria a un’azione criminale senza lasciare traccia del proprio passaggio". Così scriveva Edmond Locard nel suo Traitè de criminalistique all’inizio del secolo scorso e mai avrebbe immaginato che questo suo assunto sarebbe divenuto, in seguito, noto fra gli scienziati forensi come il principio di scambio, secondo il quale ogni contatto sulla scena del crimine lascia sempre una traccia. Se oggi la Criminalistica o, meglio ancora, le Scienze Forensi hanno assunto un’importanza, oserei dire, fondamentale nell’ambito delle investigazioni giudiziarie lo si deve soprattutto a questa lucida intuizione, che ha reso la detection, tanto enfatizzata dai romanzi gialli “classici”, una vera e propria scienza delle tracce. Parlare, tuttavia, di Criminalistica non è possibile senza un metodo, un approccio sistematico alla “complessità”, rappresentata dall’evento criminoso la cui “interpretazione” passa, è vero, attraverso l’esame “induttivo” delle prove materiali ma comprende necessariamente anche una “lettura” abduttiva di tutte le prove e gli indizi desunti nel corso dell’indagine. La mia ricerca non poteva, dunque, che iniziare dalle origini del metodo d’indagine, proprio dei nostri progenitori cacciatori, esperti in tracce e impronte per passare, poi, alla disamina del paradigma indiziario, assurto nei secoli a vero e proprio modello di conoscenza scientifica. I successivi capitoli sono stati dedicati alle singole Discipline forensi, a partire da quelle più antiche: Medicina Legale, Tossicologia forense, Grafologia forense, Psicologia e Psichiatria forensi e Balistica forense per arrivare, poi, a quelle più recenti, ma non meno importanti ai fini dell’identificazione forense delle tracce, come l’Antropologia forense, l’Entomologia e la Botanica forensi e la Genetica forense. Un capitolo è stato dedicato anche alla Criminalistica in Italia, ove ho cercato di lumeggiare, mi auguro in maniera esaustiva, l’importanza assunta dalla Scuola di Polizia Scientifica in ambito nazionale ed internazionale appena qualche decennio dopo la sua istituzione, avvenuta nel 1902 ad opera del prof. Salvatore Ottolenghi. Il presente studio non vuole, tuttavia, essere soltanto una mera ricerca storica sulle origini e l’evoluzione di quella che può definirsi come la lotta senza quartiere ingaggiata nei secoli dalla Scienza nei confronti del Crimine, ma offrire un panorama abbastanza vasto delle tecniche e delle metodologie scientifiche applicare ieri e oggi al servizio della Giustizia dagli scienziati investigatori e dagli investigatori scienziati.
14-lug-2009
2007/2008
Scienze forensi
20.
criminal profiling
DNA; entomologia; antropologia; balistica; grafologia; tossicologia; medicina legale; impronte; criminalistica
Settore MED/43 - MEDICINA LEGALE
Settore MEDS-25/A - Medicina legale
Italian
Tesi di dottorato
Camposano, R. (2009). Scienza e crimine nell’evoluzione delle scienze forensi.
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