Il Doping in ogni sua forma lede i principi del fair play nello sport e implica forti rischi per la salute degli atleti. Bisogna ricordare che l’uomo ha comunque sempre cercato di aumentare le proprie forze in modo artificiale, in tempi antichi si faceva uso di sostanze vegetali contenute in alcune piante o funghi particolari, oggi nuove tecnologie aprono la strada a nuovi metodi illeciti. Il doping convenzionale si evolve lasciando spazio alle nuove frontiere della scienza per dare luce al Doping Genetico che sfrutta impropriamente le più recenti scoperte della terapia genica, ovviamente non per scopi terapeutici (1). Il doping consiste nell’impiego di sostanze vietate nella pratica sportiva o durante la fase di allenamento ed è classificato come doping anche il ricorso a metodi illeciti per alterare la prestazione (ad es. doping ematico) o la manipolazione dei campioni utilizzati per il controllo. La discussione sul doping genetico ha preso avvio nel 2001 quando la Commissione Medica dell’International Olympic Committee ha promosso un incontro sul tema: “ La terapia genica ed i suoi impatti futuri nello sport”, manifestando preoccupazione per il possibile uso della terapia genica al fine di potenziare le prestazioni degli atleti. Nel 2003 la World Anti-Doping Agency inserisce il Doping Genetico nell'elenco delle sostanze e metodi proibiti, intendendo con tale concetto l’utilizzo non terapeutico di geni, acidi nucleici, sequenze nucleotidiche o la modulazione dell'espressione genica volti ad aumentare la performance atletica. La Terapia Genica, procedimento atto a curare o alleviare una malattia modificando geneticamente le cellule del paziente, potrebbe cioè essere utilizzata per scopi illeciti quali il miglioramento delle prestazioni dell’atleta.
Giganti, M.g., Minella, D., Testa, B., Novelli, G. (2010). Il doping genetico: ipotesi surreale o inquietante realtà?. MEDICINA DELL'ESERCIZIO FISICO E DELLO SPORT, 2, 7-13.
Il doping genetico: ipotesi surreale o inquietante realtà?
GIGANTI, MARIA GABRIELLA;NOVELLI, GIUSEPPE
2010-01-01
Abstract
Il Doping in ogni sua forma lede i principi del fair play nello sport e implica forti rischi per la salute degli atleti. Bisogna ricordare che l’uomo ha comunque sempre cercato di aumentare le proprie forze in modo artificiale, in tempi antichi si faceva uso di sostanze vegetali contenute in alcune piante o funghi particolari, oggi nuove tecnologie aprono la strada a nuovi metodi illeciti. Il doping convenzionale si evolve lasciando spazio alle nuove frontiere della scienza per dare luce al Doping Genetico che sfrutta impropriamente le più recenti scoperte della terapia genica, ovviamente non per scopi terapeutici (1). Il doping consiste nell’impiego di sostanze vietate nella pratica sportiva o durante la fase di allenamento ed è classificato come doping anche il ricorso a metodi illeciti per alterare la prestazione (ad es. doping ematico) o la manipolazione dei campioni utilizzati per il controllo. La discussione sul doping genetico ha preso avvio nel 2001 quando la Commissione Medica dell’International Olympic Committee ha promosso un incontro sul tema: “ La terapia genica ed i suoi impatti futuri nello sport”, manifestando preoccupazione per il possibile uso della terapia genica al fine di potenziare le prestazioni degli atleti. Nel 2003 la World Anti-Doping Agency inserisce il Doping Genetico nell'elenco delle sostanze e metodi proibiti, intendendo con tale concetto l’utilizzo non terapeutico di geni, acidi nucleici, sequenze nucleotidiche o la modulazione dell'espressione genica volti ad aumentare la performance atletica. La Terapia Genica, procedimento atto a curare o alleviare una malattia modificando geneticamente le cellule del paziente, potrebbe cioè essere utilizzata per scopi illeciti quali il miglioramento delle prestazioni dell’atleta.File | Dimensione | Formato | |
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