Villa Franzosini-Barattolo, oggi sede dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani, fu testimone e protagonista di quella che è stata codificata come la terza fase dell’espansione urbana del centro abitato di Rocca di Papa posto sui Colli Albani. Nei decenni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il comune laziale visse una significativa trasformazione da tranquillo e isolato “paese” a moderna, affollata e dinamica cittadina, località alla moda per la residenza temporanea – specialmente nella buona stagione – della classe dirigente e della borghesia della Capitale. Decisivo – come per molti altri centri limitrofi – fu l’impulso apportato dalla realizzazione della rete tranviaria di collegamento con Roma che per raggiungere Rocca di Papa, data la peculiare situazione orografica, richiese una particolare e specifica soluzione, costituita da un’ecologica funicolare ad acqua. Proprio nella zona d’arrivo dell’impianto di risalita, il centro abitato registrò il principale ambito dello sviluppo urbano avviato nel tardo Ottocento nel territorio comunale; Villa Franzosini-Barattolo rappresentò, proprio in tale contesto, un’emergenza di spicco nel costituirsi della nuova forma urbis. Conformemente a quanto avvenne per la generalità del fenomeno di cui fa parte, l’edificio appartenne a due personalità di notevole spessore (per diverse ma parimenti valide ragioni) dell’ambiente romano, entrambe inevitabilmente legate a un contesto sociale benestante. Per tali motivi la Villa, per un buon periodo della prima metà del secolo XX, fu testimone, diretta o indiretta, di molteplici effetti conseguenti vicende di carattere sociale, economico, imprenditoriale e artistico collegati ad accadimenti della storia nazionale, con particolare riferimento all’aureo periodo del cinema muto, nel quale vide la frequente presenza di alcune tra le personalità più note dell’ottava arte. Dopo un periodo di abbandono dovuto alle vicissitudini connesse alla proprietà, ma anche con il generale clima di declino del turismo residenziale in zona, la Villa, con il suo fondo di pertinenza, è risorta a nuova vita quale sede prestigiosa di uno dei più qualificati e qualificanti tra gli Enti finalizzati alla valorizzazione culturale, naturalistica e paesistica del territorio. Le operazioni di rilevamento, con l’approfondita ricerca storico-documentaria che ad esse è ineludibilmente correlata, hanno portato alla luce numerosi dati relativi alla storia della proprietà e alle vicende connesse, consentendo inoltre di rileggere in filigrana, da questo specifico angolo visuale, una fase di considerevole interesse – ma finora poco nota e analizzata – della storia urbana di Rocca di Papa.

Polidori, F., Strollo, R.m. (2013). Villa Franzosini-Barattolo a Rocca di Papa: storia, rilievi, analisi. Roma : Aracne.

Villa Franzosini-Barattolo a Rocca di Papa: storia, rilievi, analisi

STROLLO, RODOLFO MARIA
2013-12-01

Abstract

Villa Franzosini-Barattolo, oggi sede dell’Ente Parco Regionale dei Castelli Romani, fu testimone e protagonista di quella che è stata codificata come la terza fase dell’espansione urbana del centro abitato di Rocca di Papa posto sui Colli Albani. Nei decenni a cavallo tra il XIX e il XX secolo, il comune laziale visse una significativa trasformazione da tranquillo e isolato “paese” a moderna, affollata e dinamica cittadina, località alla moda per la residenza temporanea – specialmente nella buona stagione – della classe dirigente e della borghesia della Capitale. Decisivo – come per molti altri centri limitrofi – fu l’impulso apportato dalla realizzazione della rete tranviaria di collegamento con Roma che per raggiungere Rocca di Papa, data la peculiare situazione orografica, richiese una particolare e specifica soluzione, costituita da un’ecologica funicolare ad acqua. Proprio nella zona d’arrivo dell’impianto di risalita, il centro abitato registrò il principale ambito dello sviluppo urbano avviato nel tardo Ottocento nel territorio comunale; Villa Franzosini-Barattolo rappresentò, proprio in tale contesto, un’emergenza di spicco nel costituirsi della nuova forma urbis. Conformemente a quanto avvenne per la generalità del fenomeno di cui fa parte, l’edificio appartenne a due personalità di notevole spessore (per diverse ma parimenti valide ragioni) dell’ambiente romano, entrambe inevitabilmente legate a un contesto sociale benestante. Per tali motivi la Villa, per un buon periodo della prima metà del secolo XX, fu testimone, diretta o indiretta, di molteplici effetti conseguenti vicende di carattere sociale, economico, imprenditoriale e artistico collegati ad accadimenti della storia nazionale, con particolare riferimento all’aureo periodo del cinema muto, nel quale vide la frequente presenza di alcune tra le personalità più note dell’ottava arte. Dopo un periodo di abbandono dovuto alle vicissitudini connesse alla proprietà, ma anche con il generale clima di declino del turismo residenziale in zona, la Villa, con il suo fondo di pertinenza, è risorta a nuova vita quale sede prestigiosa di uno dei più qualificati e qualificanti tra gli Enti finalizzati alla valorizzazione culturale, naturalistica e paesistica del territorio. Le operazioni di rilevamento, con l’approfondita ricerca storico-documentaria che ad esse è ineludibilmente correlata, hanno portato alla luce numerosi dati relativi alla storia della proprietà e alle vicende connesse, consentendo inoltre di rileggere in filigrana, da questo specifico angolo visuale, una fase di considerevole interesse – ma finora poco nota e analizzata – della storia urbana di Rocca di Papa.
dic-2013
Settore ICAR/17 - DISEGNO
Italian
Rilevanza nazionale
Monografia
Architettura, Rilievo, Storia urbana, Laser scanning
Volume III della collana - pp XVI + 152 totali
Polidori, F., Strollo, R.m. (2013). Villa Franzosini-Barattolo a Rocca di Papa: storia, rilievi, analisi. Roma : Aracne.
Monografia
Polidori, F; Strollo, Rm
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