Anche il caso di Pastorale, silloge di dieci egloghe in volgare di M. M. Boiardo, ripropone alcune delle annose questioni che caratterizzano la vicenda critica dell’opera boiardesca. La complessità della lingua, l’incertezza della datazione, l’oscurità di alcuni passi e talora di un’intera egloga, l’ipoteca di una precedente prova bucolica in latino hanno penalizzato la comprensione del disegno sotteso all’operetta. La storia della critica ha riservato alla datazione un’attenzione costante, gli studi più recenti privilegiano l’ipotesi di una genesi unitaria e coeva agli eventi della guerra tra Venezia e Ferrara, vincolando l’opera ad un’interpretazione in chiave encomiastica, sollecitata da una fresca lettura dell’edizione delle Bucoliche elegantissime. La redazione di questo commento nasce dall’esigenza di offrire una lettura complessiva della silloge come frutto di una concezione unitaria, schiudendo ulteriori prospettive esegetiche, non ultima la questione della datazione. Il confronto fra le egloghe, condotto attraverso lo spoglio delle connessioni intertestuali basate sull’onomastica bucolica, mitologica e botanico-floreale, di fondamentale rilievo per il genere, ha rivelato patenti disomogeneità fra i microtesti, ponendo in crisi l’ipotesi di un’origine unitaria dell’opera, e ridisegnando parzialmente la tradizionale ripartizione che considerava il gruppo delle egloghe amorose precedenti alle politiche. Da tale esame e dai riscontri con la produzione lirica dell’autore infatti emerge come la settima egloga amorosa sia stata composta contemporaneamente alle politiche, mentre l’ottava annoverata fra le politiche, peraltro per un breve accenno alla guerra, pare verosimilmente coeva alle amorose e rimaneggiata. Tuttavia una genesi non unitaria non equivale ad una stesura sparsa di egloghe, come nel caso di Sannazaro. Per quelle boiardesche si può documentare l’ipotesi di un’originaria microsilloge, che dipana un percorso salvifico - come il modello arzocchiano e prima quello dei Trionfi petrarcheschi proponevano -, attraverso i motivi dell’abbandono della poesia amorosa e dell’apprendistato poetico presso il nuovo maestro della bucolica volgare Francesco Arzocchi, letto probabilmente, prima dell’uscita della Miscomini, in un esemplare adespoto. Nella redazione definitiva, in adesione ad un nuovo progetto, il “fantasma” originario rifluisce e si amalgama all’esperienza bucolica personale. Il vero referente per Pastorale è Boiardo stesso, autore di Pastoralia. La riproposizone del titolo, solo esempio finora noto in letteratura, dimostra che il suo modello per le egloghe volgari è Boiardo autore di egloghe latine. La formazione umanistica lo spingeva a collegare il genere letterario prescelto all’auctoritas più rappresentativa, se si considera il titolo e la scansione che Boiardo scelse per il Canzoniere lirico, Amorum libri tres, titolo e struttura che Ovidio assegna alle sue elegie, sarà evidente che, come il titolo della raccolta di rime volgari predisponeva alla ricerca di legami con la classicità, il titolo della silloge bucolica volgare, duplicando quella latina anche nella struttura, presupponeva un legame con l’operetta giovanile della stessa natura. Accanto alla tradizione sembra delinearsi la mitologia personale. Poeman, nome pastorale con cui il Boiardo giovane autore di egloghe latine entra nella finzione bucolica, aveva ricevuto in dono da Pan la siringa appartenuta ad Orfeo. E dal latino al volgare il mito del poeta sembra specchiarsi nell’immagine che il Boiardo consegna di sé alla sua produzione poetica. L’introduzione, che precede l’opera e il commento, spiega quanto finora esposto. Il testo adottato è quello stabilito dall’edizione critica approntata da P.V. Mengaldo nel 1962. Ogni egloga è preceduta da una breve introduzione, e seguita dal commento. In appendice sono riportate le connessioni intertestuali e la retrodatazione di un lemma.

Merlini, I. (2005). Pastorale di Matteo Maria Boiardo: Introduzione e commento.

Pastorale di Matteo Maria Boiardo: Introduzione e commento

MERLINI, ILARIA
2005-10-26

Abstract

Anche il caso di Pastorale, silloge di dieci egloghe in volgare di M. M. Boiardo, ripropone alcune delle annose questioni che caratterizzano la vicenda critica dell’opera boiardesca. La complessità della lingua, l’incertezza della datazione, l’oscurità di alcuni passi e talora di un’intera egloga, l’ipoteca di una precedente prova bucolica in latino hanno penalizzato la comprensione del disegno sotteso all’operetta. La storia della critica ha riservato alla datazione un’attenzione costante, gli studi più recenti privilegiano l’ipotesi di una genesi unitaria e coeva agli eventi della guerra tra Venezia e Ferrara, vincolando l’opera ad un’interpretazione in chiave encomiastica, sollecitata da una fresca lettura dell’edizione delle Bucoliche elegantissime. La redazione di questo commento nasce dall’esigenza di offrire una lettura complessiva della silloge come frutto di una concezione unitaria, schiudendo ulteriori prospettive esegetiche, non ultima la questione della datazione. Il confronto fra le egloghe, condotto attraverso lo spoglio delle connessioni intertestuali basate sull’onomastica bucolica, mitologica e botanico-floreale, di fondamentale rilievo per il genere, ha rivelato patenti disomogeneità fra i microtesti, ponendo in crisi l’ipotesi di un’origine unitaria dell’opera, e ridisegnando parzialmente la tradizionale ripartizione che considerava il gruppo delle egloghe amorose precedenti alle politiche. Da tale esame e dai riscontri con la produzione lirica dell’autore infatti emerge come la settima egloga amorosa sia stata composta contemporaneamente alle politiche, mentre l’ottava annoverata fra le politiche, peraltro per un breve accenno alla guerra, pare verosimilmente coeva alle amorose e rimaneggiata. Tuttavia una genesi non unitaria non equivale ad una stesura sparsa di egloghe, come nel caso di Sannazaro. Per quelle boiardesche si può documentare l’ipotesi di un’originaria microsilloge, che dipana un percorso salvifico - come il modello arzocchiano e prima quello dei Trionfi petrarcheschi proponevano -, attraverso i motivi dell’abbandono della poesia amorosa e dell’apprendistato poetico presso il nuovo maestro della bucolica volgare Francesco Arzocchi, letto probabilmente, prima dell’uscita della Miscomini, in un esemplare adespoto. Nella redazione definitiva, in adesione ad un nuovo progetto, il “fantasma” originario rifluisce e si amalgama all’esperienza bucolica personale. Il vero referente per Pastorale è Boiardo stesso, autore di Pastoralia. La riproposizone del titolo, solo esempio finora noto in letteratura, dimostra che il suo modello per le egloghe volgari è Boiardo autore di egloghe latine. La formazione umanistica lo spingeva a collegare il genere letterario prescelto all’auctoritas più rappresentativa, se si considera il titolo e la scansione che Boiardo scelse per il Canzoniere lirico, Amorum libri tres, titolo e struttura che Ovidio assegna alle sue elegie, sarà evidente che, come il titolo della raccolta di rime volgari predisponeva alla ricerca di legami con la classicità, il titolo della silloge bucolica volgare, duplicando quella latina anche nella struttura, presupponeva un legame con l’operetta giovanile della stessa natura. Accanto alla tradizione sembra delinearsi la mitologia personale. Poeman, nome pastorale con cui il Boiardo giovane autore di egloghe latine entra nella finzione bucolica, aveva ricevuto in dono da Pan la siringa appartenuta ad Orfeo. E dal latino al volgare il mito del poeta sembra specchiarsi nell’immagine che il Boiardo consegna di sé alla sua produzione poetica. L’introduzione, che precede l’opera e il commento, spiega quanto finora esposto. Il testo adottato è quello stabilito dall’edizione critica approntata da P.V. Mengaldo nel 1962. Ogni egloga è preceduta da una breve introduzione, e seguita dal commento. In appendice sono riportate le connessioni intertestuali e la retrodatazione di un lemma.
26-ott-2005
2004/2005
Italianistica
17.
Letteratura Italiana
Settore ITAL-01/A - Letteratura italiana
Italian
Tesi di dottorato
Merlini, I. (2005). Pastorale di Matteo Maria Boiardo: Introduzione e commento.
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