Il proposito di questo contributo è quello d’illustrare una particolare classe di piccole appliques fittili che, sebbene parzialmente nota da altri contesti funerari della stessa Tebe e da diversi sepolcreti della Beozia, non ha finora potuto usufruire di una raccolta di dati su vasta scala. L’assenza di uno studio più sistematico ha limitato, a mio avviso, anche il ventaglio delle interpretazioni proposte sull’utilizzo di questi manufatti, compromettendo, talora, la comprensione dell’intero contesto. Le molteplici informazioni che le indagini condotte nella necropoli nord-orientale di Tebe hanno permesso di reperire consentono ora di disporre delle opportune associazioni cronologiche, funzionali e di significato dei materiali rinvenuti in contesto e di proporre una nuova lettura attraverso la quale risalire alle dinamiche stesse di svolgimento del cerimoniale funebre. Nondimeno, la possibilità di usufruire di un campione discretamente ampio ed estremamente variegato di questi prodotti offre l’occasione per formulare un primo tentativo di inquadramento cronologico, iconografico e tecnico-tipologico degli stessi e una ipotesi di ricostruzione della struttura di supporto. La singolarità di quest’ultima, la sua natura effimera e i frequenti sconvolgimenti dei contesti originari, dovuti alle sovrapposizioni e ai riutilizzi di cui quest’area cimiteriale tebana è stata oggetto e che hanno spesso confuso o cancellato i records archeologici e le informazioni da essi reperibili, hanno reso necessario il superamento di una prospettiva limitata alla semplice enumerazione di oggetti. Nel tentativo, dunque, di sopperire a queste lacune e di recuperare il quadro funzionale e storico dei rinvenimenti, approdando ad una ricostruzione quanto più articolata possibile del rituale di incinerazione – un rituale dai ‘tratti peculiari’ che in età classica si diffonde solo in alcuni centri della Beozia – si è fatto ricorso all’ampio repertorio di comparanda che lo stato attuale della ricerca archeologica offre in diverse aree del mondo greco o dei territori ad esso culturalmente vicini e ad un apparato di fonti, iconografiche, letterarie e antropologiche, che si prestano a chiarire aspetti strettamente collegati alla chiave di lettura qui messa in atto. Le molteplici prospettive di ricerca aperte dagli studi e dalle scoperte degli ultimi decenni sugli arredi lignei e sulla loro ornamentazione e le moderne tecniche di grafica computerizzata, hanno indotto a considerare con fiducia la possibilità non solo di chiarire la destinazione d’uso di questi oggetti e le problematiche di trasmissione e circolazione dei modelli, ma di aprire nuovi interrogativi sull’artigianato beotico, sul dinamismo delle botteghe coroplastiche di Tebe e sul milieu culturale ed ideologico del pubblico che esse erano volte a soddisfare nel momento storico coincidente con il grande sviluppo urbano di questo centro.
Pisani, M. (2013). Avvolti dalla morte. Ipotesi di ricostruzione di un rituale di incinerazione a Tebe. Athenes : Scuola Archeologica italiana di Atene.
Avvolti dalla morte. Ipotesi di ricostruzione di un rituale di incinerazione a Tebe
PISANI, MARCELLA
2013-10-01
Abstract
Il proposito di questo contributo è quello d’illustrare una particolare classe di piccole appliques fittili che, sebbene parzialmente nota da altri contesti funerari della stessa Tebe e da diversi sepolcreti della Beozia, non ha finora potuto usufruire di una raccolta di dati su vasta scala. L’assenza di uno studio più sistematico ha limitato, a mio avviso, anche il ventaglio delle interpretazioni proposte sull’utilizzo di questi manufatti, compromettendo, talora, la comprensione dell’intero contesto. Le molteplici informazioni che le indagini condotte nella necropoli nord-orientale di Tebe hanno permesso di reperire consentono ora di disporre delle opportune associazioni cronologiche, funzionali e di significato dei materiali rinvenuti in contesto e di proporre una nuova lettura attraverso la quale risalire alle dinamiche stesse di svolgimento del cerimoniale funebre. Nondimeno, la possibilità di usufruire di un campione discretamente ampio ed estremamente variegato di questi prodotti offre l’occasione per formulare un primo tentativo di inquadramento cronologico, iconografico e tecnico-tipologico degli stessi e una ipotesi di ricostruzione della struttura di supporto. La singolarità di quest’ultima, la sua natura effimera e i frequenti sconvolgimenti dei contesti originari, dovuti alle sovrapposizioni e ai riutilizzi di cui quest’area cimiteriale tebana è stata oggetto e che hanno spesso confuso o cancellato i records archeologici e le informazioni da essi reperibili, hanno reso necessario il superamento di una prospettiva limitata alla semplice enumerazione di oggetti. Nel tentativo, dunque, di sopperire a queste lacune e di recuperare il quadro funzionale e storico dei rinvenimenti, approdando ad una ricostruzione quanto più articolata possibile del rituale di incinerazione – un rituale dai ‘tratti peculiari’ che in età classica si diffonde solo in alcuni centri della Beozia – si è fatto ricorso all’ampio repertorio di comparanda che lo stato attuale della ricerca archeologica offre in diverse aree del mondo greco o dei territori ad esso culturalmente vicini e ad un apparato di fonti, iconografiche, letterarie e antropologiche, che si prestano a chiarire aspetti strettamente collegati alla chiave di lettura qui messa in atto. Le molteplici prospettive di ricerca aperte dagli studi e dalle scoperte degli ultimi decenni sugli arredi lignei e sulla loro ornamentazione e le moderne tecniche di grafica computerizzata, hanno indotto a considerare con fiducia la possibilità non solo di chiarire la destinazione d’uso di questi oggetti e le problematiche di trasmissione e circolazione dei modelli, ma di aprire nuovi interrogativi sull’artigianato beotico, sul dinamismo delle botteghe coroplastiche di Tebe e sul milieu culturale ed ideologico del pubblico che esse erano volte a soddisfare nel momento storico coincidente con il grande sviluppo urbano di questo centro.File | Dimensione | Formato | |
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