ABSTRACT Pochi grammi di agenti biologici sono potenzialmente in grado di estinguere il genere umano: è questo il principale motivo per cui le armi biologiche sono state messe al bando dalla Convenzione di Londra/Mosca/Washington del 10 aprile 1972 (Recueil des traités des Nations Unies, Vol.1015, 1976, pp.174-179). Purtroppo però a tutt'oggi i Paesi che nel mondo hanno ratificato quella convenzione sono soltanto 170 (su 204) e la minaccia biologica esercitata dal bioterrorismo è attualmente una realtà con la quale si è costretti a confrontarsi a livello globale. Nuovi agenti utilizzabili come armi biologiche sono producibili in laboratorio, come dimostra anche la recente scoperta effettuata nel 2012 (Science. 2012 Jun 22;336/6088:1541-7) da parte dei ricercatori dell'Erasmus Medical Centre di Rotterdam, guidati dal virologo Ron Fouchier, i quali hanno dimostrato che bastano solo cinque modificazioni genetiche per produrre una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1, capace di trasmettersi facilmente a milioni di persone, che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale (l'elevata capacità di diffusione del virus prodotto in laboratorio è già stata provata in esperimenti condotti sui furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello dell'uomo). Storicamente la minaccia biologica si è concretizzata in episodi di "guerra biologica" e di "bioterrorismo" verificatisi in periodi diversi e geograficamente a macchia di leopardo, nell'ambito di vari conflitti e anche durante periodi che possono definirsi "di pace". L'evoluzione tecnologica e delle "biotecnologie" ha messo a disposizione conoscenze e tecniche utilizzabili in maniera "duale": se da un lato ad esempio la lotta alle malattie infettive ed il contrasto al "bioterrorismo" non può prescindere dal progresso biotecnologico, d'altro canto l'accessibilità alle conoscenze scientifiche ha accresciuto il pericolo che armi biologiche antiche e nuove possano cadere in mano a terroristi o essere utilizzate in conflitti che coinvolgano Stati che non hanno ratificato la convenzione del 1972. In conclusione, fortunatamente gli stessi progressi della conoscenza biotecnologica che possono essere usati per produrre nuove armi biologiche si possono utilizzare anche per realizzare nuove contromisure, le quali comunque vanno integrate in sistemi organizzativi complessi a livello locale, nazionale ed internazionale, che non possono prescindere da una adeguata formazione specifica dei quadri ai vari livelli, che non può che essere effettuata se non in ambito universitario integrato ed internazionale.
Fiorito, R., Astorino, S. (2014). Bio-Tecnologie,Guerra Biologica e Bio-Terrorismo. Nuovi Agenti come Armi Biologiche [Altro].
Bio-Tecnologie,Guerra Biologica e Bio-Terrorismo. Nuovi Agenti come Armi Biologiche
FIORITO, ROBERTO;
2014-01-01
Abstract
ABSTRACT Pochi grammi di agenti biologici sono potenzialmente in grado di estinguere il genere umano: è questo il principale motivo per cui le armi biologiche sono state messe al bando dalla Convenzione di Londra/Mosca/Washington del 10 aprile 1972 (Recueil des traités des Nations Unies, Vol.1015, 1976, pp.174-179). Purtroppo però a tutt'oggi i Paesi che nel mondo hanno ratificato quella convenzione sono soltanto 170 (su 204) e la minaccia biologica esercitata dal bioterrorismo è attualmente una realtà con la quale si è costretti a confrontarsi a livello globale. Nuovi agenti utilizzabili come armi biologiche sono producibili in laboratorio, come dimostra anche la recente scoperta effettuata nel 2012 (Science. 2012 Jun 22;336/6088:1541-7) da parte dei ricercatori dell'Erasmus Medical Centre di Rotterdam, guidati dal virologo Ron Fouchier, i quali hanno dimostrato che bastano solo cinque modificazioni genetiche per produrre una variante estremamente contagiosa del virus dell'influenza aviaria H5N1, capace di trasmettersi facilmente a milioni di persone, che potrebbe scatenare una pandemia in grado di uccidere la metà della popolazione mondiale (l'elevata capacità di diffusione del virus prodotto in laboratorio è già stata provata in esperimenti condotti sui furetti, che hanno un sistema respiratorio molto simile a quello dell'uomo). Storicamente la minaccia biologica si è concretizzata in episodi di "guerra biologica" e di "bioterrorismo" verificatisi in periodi diversi e geograficamente a macchia di leopardo, nell'ambito di vari conflitti e anche durante periodi che possono definirsi "di pace". L'evoluzione tecnologica e delle "biotecnologie" ha messo a disposizione conoscenze e tecniche utilizzabili in maniera "duale": se da un lato ad esempio la lotta alle malattie infettive ed il contrasto al "bioterrorismo" non può prescindere dal progresso biotecnologico, d'altro canto l'accessibilità alle conoscenze scientifiche ha accresciuto il pericolo che armi biologiche antiche e nuove possano cadere in mano a terroristi o essere utilizzate in conflitti che coinvolgano Stati che non hanno ratificato la convenzione del 1972. In conclusione, fortunatamente gli stessi progressi della conoscenza biotecnologica che possono essere usati per produrre nuove armi biologiche si possono utilizzare anche per realizzare nuove contromisure, le quali comunque vanno integrate in sistemi organizzativi complessi a livello locale, nazionale ed internazionale, che non possono prescindere da una adeguata formazione specifica dei quadri ai vari livelli, che non può che essere effettuata se non in ambito universitario integrato ed internazionale.File | Dimensione | Formato | |
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