Nella prospettiva storica, la figura di George Sand, donna, scrittrice, riferimento culturale della società parigina dell’Ottocento, si riappropria del significato ampio e della centralità avuta presso i contemporanei. L’espressione quindi chez George Sand assume una rilevanza emblematica per quella che fu la splendida vie parisienne dell’epoca e per la quantità e la grandezza di artisti e di intellettuali che nel corso degli anni frequentò, visse, condivise, un luogo di incontro di idee e di destini. Le unioni estetico-culturali con gli amici d’arte si intrecciarono con quelle degli affetti e la narrazione venne ad assumere un valore, oltre che letterario, denso di relazioni complesse e non casuali; diventò l’elemento creativo comune a singole, distinte ed irripetibili individualità. Con la loro vita e la magnifica metafora incisa nelle opere, essi stavano scrivendo la storia. Tale clima traspare dalle numerose corrispondenze che attraversano l’epoca quale immensa fonte di notizie e di elementi per una comprensione delle personalità e delle idee. Certamente Liszt fu personaggio al centro di tali dinamiche, tra sensi d’amicizia e non sempre chiariti contrasti artistico-esistenziali. Diviene allora evidente quanto sia arduo comprendere il nesso che collega esistenze ispirate all’arte, individuarne il limite tra realtà e fantasia: riferimenti criptati o celati assurgono a simboli adombrando soggettive interpretazioni della vita spesso dettate da comunanze di intenti, ma anche pervase da luci ed ombre. Esistenze appassionate dunque quelle che animarono quei salotti e quelle mansarde, presenze di hommes purs et distingués; tra di essi Chopin sembra rifulgere nella sua riservata fragilità e coerenza, mentre Liszt si offre, generosamente, ad ogni evento: ne deriva un’immancabile narratività della vita e dell’anima diversamente espressa. Nella prospettiva storica, la figura di George Sand, donna, scrittrice, riferimento culturale della società parigina dell’Ottocento, si riappropria del significato ampio e della centralità avuta presso i contemporanei. L’espressione quindi chez George Sand assume una rilevanza emblematica per quella che fu la splendida vie parisienne dell’epoca e per la quantità e la grandezza di artisti e di intellettuali che nel corso degli anni frequentò, visse, condivise, un luogo di incontro di idee e di destini. Le unioni estetico-culturali con gli amici d’arte si intrecciarono con quelle degli affetti e la narrazione venne ad assumere un valore, oltre che letterario, denso di relazioni complesse e non casuali; diventò l’elemento creativo comune a singole, distinte ed irripetibili individualità. Con la loro vita e la magnifica metafora incisa nelle opere, essi stavano scrivendo la storia. Tale clima traspare dalle numerose corrispondenze che attraversano l’epoca quale immensa fonte di notizie e di elementi per una comprensione delle personalità e delle idee. Certamente Liszt fu personaggio al centro di tali dinamiche, tra sensi d’amicizia e non sempre chiariti contrasti artistico-esistenziali. Diviene allora evidente quanto sia arduo comprendere il nesso che collega esistenze ispirate all’arte, individuarne il limite tra realtà e fantasia: riferimenti criptati o celati assurgono a simboli adombrando soggettive interpretazioni della vita spesso dettate da comunanze di intenti, ma anche pervase da luci ed ombre. Esistenze appassionate dunque quelle che animarono quei salotti e quelle mansarde, presenze di hommes purs et distingués; tra di essi Chopin sembra rifulgere nella sua riservata fragilità e coerenza, mentre Liszt si offre, generosamente, ad ogni evento: ne deriva un’immancabile narratività della vita e dell’anima diversamente espressa.
Colombati, C. (2012). Chez George Sand: Franz Liszt, Fryderyk Chopin, Hector Berlioz e la visione letterario-narrativa nell'ispirazione poetico-musicale. In C. Colombati, M. D'Alessandro (a cura di), Nel cosmo di Franz Liszt: raccolta di scritti in onore di un musicista dell'avvenire (pp. 333-371). Roma : Aracne.
Chez George Sand: Franz Liszt, Fryderyk Chopin, Hector Berlioz e la visione letterario-narrativa nell'ispirazione poetico-musicale
COLOMBATI, CLAUDIA
2012-01-01
Abstract
Nella prospettiva storica, la figura di George Sand, donna, scrittrice, riferimento culturale della società parigina dell’Ottocento, si riappropria del significato ampio e della centralità avuta presso i contemporanei. L’espressione quindi chez George Sand assume una rilevanza emblematica per quella che fu la splendida vie parisienne dell’epoca e per la quantità e la grandezza di artisti e di intellettuali che nel corso degli anni frequentò, visse, condivise, un luogo di incontro di idee e di destini. Le unioni estetico-culturali con gli amici d’arte si intrecciarono con quelle degli affetti e la narrazione venne ad assumere un valore, oltre che letterario, denso di relazioni complesse e non casuali; diventò l’elemento creativo comune a singole, distinte ed irripetibili individualità. Con la loro vita e la magnifica metafora incisa nelle opere, essi stavano scrivendo la storia. Tale clima traspare dalle numerose corrispondenze che attraversano l’epoca quale immensa fonte di notizie e di elementi per una comprensione delle personalità e delle idee. Certamente Liszt fu personaggio al centro di tali dinamiche, tra sensi d’amicizia e non sempre chiariti contrasti artistico-esistenziali. Diviene allora evidente quanto sia arduo comprendere il nesso che collega esistenze ispirate all’arte, individuarne il limite tra realtà e fantasia: riferimenti criptati o celati assurgono a simboli adombrando soggettive interpretazioni della vita spesso dettate da comunanze di intenti, ma anche pervase da luci ed ombre. Esistenze appassionate dunque quelle che animarono quei salotti e quelle mansarde, presenze di hommes purs et distingués; tra di essi Chopin sembra rifulgere nella sua riservata fragilità e coerenza, mentre Liszt si offre, generosamente, ad ogni evento: ne deriva un’immancabile narratività della vita e dell’anima diversamente espressa. Nella prospettiva storica, la figura di George Sand, donna, scrittrice, riferimento culturale della società parigina dell’Ottocento, si riappropria del significato ampio e della centralità avuta presso i contemporanei. L’espressione quindi chez George Sand assume una rilevanza emblematica per quella che fu la splendida vie parisienne dell’epoca e per la quantità e la grandezza di artisti e di intellettuali che nel corso degli anni frequentò, visse, condivise, un luogo di incontro di idee e di destini. Le unioni estetico-culturali con gli amici d’arte si intrecciarono con quelle degli affetti e la narrazione venne ad assumere un valore, oltre che letterario, denso di relazioni complesse e non casuali; diventò l’elemento creativo comune a singole, distinte ed irripetibili individualità. Con la loro vita e la magnifica metafora incisa nelle opere, essi stavano scrivendo la storia. Tale clima traspare dalle numerose corrispondenze che attraversano l’epoca quale immensa fonte di notizie e di elementi per una comprensione delle personalità e delle idee. Certamente Liszt fu personaggio al centro di tali dinamiche, tra sensi d’amicizia e non sempre chiariti contrasti artistico-esistenziali. Diviene allora evidente quanto sia arduo comprendere il nesso che collega esistenze ispirate all’arte, individuarne il limite tra realtà e fantasia: riferimenti criptati o celati assurgono a simboli adombrando soggettive interpretazioni della vita spesso dettate da comunanze di intenti, ma anche pervase da luci ed ombre. Esistenze appassionate dunque quelle che animarono quei salotti e quelle mansarde, presenze di hommes purs et distingués; tra di essi Chopin sembra rifulgere nella sua riservata fragilità e coerenza, mentre Liszt si offre, generosamente, ad ogni evento: ne deriva un’immancabile narratività della vita e dell’anima diversamente espressa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.