The work presented deal with issues relating to the second pillar of the New Basel Accords and in particular with the first ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) reporting to the Italian Supervisor. The second pillar of the New Standards (incorporated in Italy with the Bank of Italy Circular No 263/2006) introduces a series of remarkable scope on how to conduct the supervisory review process and in general introduces a series of news on the way in which supervised banks and Regulator dialogue. The cultural transition marked by the second pillar, from a prescriptive to a dialectic way of conducting supervisory process, roots in self by the banks capital adequacy, in the use of management practices for measuring risks even for regulatory matters and in the confrontation between banks and Authority according to a dialectic and proactive logic. Strong discontinuities introduced by the new Standards and the cultural leap required to Italian banks, has led us to wonder about the degree of sophistication of our intermediaries and the banking system in general, but especially to assess the following question: " Is the time ripe for cultural shift introduced by the new supervisory rules? ". The first scope of this research is to analyse the state of art in Italian banking system in ICAAP matters. This scope has been led through the analysis of a survey conducted by ABI (Italian Bank Association) on March 2007 and later updated, at December 2007, by the writer. The consistency of the survey has been checked through the analysis of a case study which has been useful to describe the steps required for the first ICAAP reporting to the Bank of Italy. Findings of the survey and those highlighted by the case study would seem to indicate that the times for "cultural shift" are not yet ripe, mainly with regard to medium-sized Class 2 and Class 3 banks.

Nel lavoro presentato sono state affrontate le problematiche relative al secondo pilastro dei Nuovi Accordi di Basilea ed in particolare alla prima rendicontazione ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) da parte delle banche italiane all’Autorità di Vigilanza. Il secondo pilastro dei Nuovi Accordi (recepiti in Italia con la Circolare Banca d’Italia n° 263/2006) introduce una serie di novità di notevole portata sulle modalità di condurre il processo di vigilanza prudenziale da parte della Banca d’Italia e in generale sulle modalità di confronto tra soggetto vigilato e soggetto “vigilante”. Il passaggio culturale segnato dal secondo pilastro, da una vigilanza prescrittiva ad una vigilanza dialettica, affonda le sue radici nell’autovalutazione da parte delle banche dell’adeguatezza patrimoniale, nell’utilizzo delle prassi gestionali per la misurazione dei rischi anche ai fini di vigilanza e nel confronto tra banca e Autorità di Vigilanza secondo una logica dialettica e propositiva. La forte discontinuità introdotta dalla nuova normativa e il salto culturale richiesto alle banche italiane ci ha spinto ad interrogarci sul grado di sofisticazione dei nostri intermediari e del sistema bancario in generale, ma soprattutto spinge a porci la seguente domanda: “i tempi sono maturi per il passaggio culturale introdotto dalla nuova normativa?”. L’obiettivo della ricerca è dunque quello di analizzare in prima battuta lo stato dell’arte del sistema bancario italiano in materia di ICAAP e le novità ad esso connesse introdotte dalla nuova normativa di vigilanza. Delineato il benchmark di sistema si intende, tramite l’analisi di un case study, verificare la consistenza di tale benchmark rispetto alla realtà analizzata ma soprattutto si intende fornire un analisi di dettaglio sui passaggi necessari per la preparazione della prima rendicontazione ICAAP alla Banca d’Italia. Attraverso tale analisi si intende dunque verificare se i tempi siano maturi per il passaggio culturale contenuto nella nuova normativa e se la nuova normativa abbia fornito alle banche italiane tutti gli strumenti e gli elementi necessari per implementare il processo di autovalutazione del proprio capitale interno complessivo. La focalizzazione sulle problematiche relative all’ICAAP è sembrata, a parere dello scrivente, la naturale prosecuzione dell’attività di ricerca in ambito Basilea 2 avvalorata dalle esperienze lavorative dirette in tale ambito. Le risultanze della survey e le evidenze riscontrate nel case study sembrerebbero indicare che i tempi per il richiamato “passaggio culturale” non siano ancora maturi soprattutto per quanto concerne le banche di medie dimensioni di Classe 2, come quella analizzata (che rappresentano di fatto la maggioranza, insieme alle banche di Classe 3, nel panorama bancario italiano).

Lionetti, F. (2009). Il processo di vigilanza prudenziale per le banche: case study sulla prima rendicontazione ICAAP [10.58015/lionetti-fabiano_phd2009-01-04].

Il processo di vigilanza prudenziale per le banche: case study sulla prima rendicontazione ICAAP

2009-01-04

Abstract

The work presented deal with issues relating to the second pillar of the New Basel Accords and in particular with the first ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) reporting to the Italian Supervisor. The second pillar of the New Standards (incorporated in Italy with the Bank of Italy Circular No 263/2006) introduces a series of remarkable scope on how to conduct the supervisory review process and in general introduces a series of news on the way in which supervised banks and Regulator dialogue. The cultural transition marked by the second pillar, from a prescriptive to a dialectic way of conducting supervisory process, roots in self by the banks capital adequacy, in the use of management practices for measuring risks even for regulatory matters and in the confrontation between banks and Authority according to a dialectic and proactive logic. Strong discontinuities introduced by the new Standards and the cultural leap required to Italian banks, has led us to wonder about the degree of sophistication of our intermediaries and the banking system in general, but especially to assess the following question: " Is the time ripe for cultural shift introduced by the new supervisory rules? ". The first scope of this research is to analyse the state of art in Italian banking system in ICAAP matters. This scope has been led through the analysis of a survey conducted by ABI (Italian Bank Association) on March 2007 and later updated, at December 2007, by the writer. The consistency of the survey has been checked through the analysis of a case study which has been useful to describe the steps required for the first ICAAP reporting to the Bank of Italy. Findings of the survey and those highlighted by the case study would seem to indicate that the times for "cultural shift" are not yet ripe, mainly with regard to medium-sized Class 2 and Class 3 banks.
4-gen-2009
2007/2008
Banca e finanza
20.
Nel lavoro presentato sono state affrontate le problematiche relative al secondo pilastro dei Nuovi Accordi di Basilea ed in particolare alla prima rendicontazione ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) da parte delle banche italiane all’Autorità di Vigilanza. Il secondo pilastro dei Nuovi Accordi (recepiti in Italia con la Circolare Banca d’Italia n° 263/2006) introduce una serie di novità di notevole portata sulle modalità di condurre il processo di vigilanza prudenziale da parte della Banca d’Italia e in generale sulle modalità di confronto tra soggetto vigilato e soggetto “vigilante”. Il passaggio culturale segnato dal secondo pilastro, da una vigilanza prescrittiva ad una vigilanza dialettica, affonda le sue radici nell’autovalutazione da parte delle banche dell’adeguatezza patrimoniale, nell’utilizzo delle prassi gestionali per la misurazione dei rischi anche ai fini di vigilanza e nel confronto tra banca e Autorità di Vigilanza secondo una logica dialettica e propositiva. La forte discontinuità introdotta dalla nuova normativa e il salto culturale richiesto alle banche italiane ci ha spinto ad interrogarci sul grado di sofisticazione dei nostri intermediari e del sistema bancario in generale, ma soprattutto spinge a porci la seguente domanda: “i tempi sono maturi per il passaggio culturale introdotto dalla nuova normativa?”. L’obiettivo della ricerca è dunque quello di analizzare in prima battuta lo stato dell’arte del sistema bancario italiano in materia di ICAAP e le novità ad esso connesse introdotte dalla nuova normativa di vigilanza. Delineato il benchmark di sistema si intende, tramite l’analisi di un case study, verificare la consistenza di tale benchmark rispetto alla realtà analizzata ma soprattutto si intende fornire un analisi di dettaglio sui passaggi necessari per la preparazione della prima rendicontazione ICAAP alla Banca d’Italia. Attraverso tale analisi si intende dunque verificare se i tempi siano maturi per il passaggio culturale contenuto nella nuova normativa e se la nuova normativa abbia fornito alle banche italiane tutti gli strumenti e gli elementi necessari per implementare il processo di autovalutazione del proprio capitale interno complessivo. La focalizzazione sulle problematiche relative all’ICAAP è sembrata, a parere dello scrivente, la naturale prosecuzione dell’attività di ricerca in ambito Basilea 2 avvalorata dalle esperienze lavorative dirette in tale ambito. Le risultanze della survey e le evidenze riscontrate nel case study sembrerebbero indicare che i tempi per il richiamato “passaggio culturale” non siano ancora maturi soprattutto per quanto concerne le banche di medie dimensioni di Classe 2, come quella analizzata (che rappresentano di fatto la maggioranza, insieme alle banche di Classe 3, nel panorama bancario italiano).
management; risk
banche; vigilanza; ICAAP; Basilea 2
Settore SECS-P/11 - ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
Settore ECON-09/B - Economia degli intermediari finanziari
Italian
Tesi di dottorato
Lionetti, F. (2009). Il processo di vigilanza prudenziale per le banche: case study sulla prima rendicontazione ICAAP [10.58015/lionetti-fabiano_phd2009-01-04].
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