Nel lavoro presentato sono state affrontate le problematiche relative al secondo pilastro dei Nuovi Accordi di Basilea ed in particolare alla prima rendicontazione ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) da parte delle banche italiane all’Autorità di Vigilanza. Il secondo pilastro dei Nuovi Accordi (recepiti in Italia con la Circolare Banca d’Italia n° 263/2006) introduce una serie di novità di notevole portata sulle modalità di condurre il processo di vigilanza prudenziale da parte della Banca d’Italia e in generale sulle modalità di confronto tra soggetto vigilato e soggetto “vigilante”. Il passaggio culturale segnato dal secondo pilastro, da una vigilanza prescrittiva ad una vigilanza dialettica, affonda le sue radici nell’autovalutazione da parte delle banche dell’adeguatezza patrimoniale, nell’utilizzo delle prassi gestionali per la misurazione dei rischi anche ai fini di vigilanza e nel confronto tra banca e Autorità di Vigilanza secondo una logica dialettica e propositiva. La forte discontinuità introdotta dalla nuova normativa e il salto culturale richiesto alle banche italiane ci ha spinto ad interrogarci sul grado di sofisticazione dei nostri intermediari e del sistema bancario in generale, ma soprattutto spinge a porci la seguente domanda: “i tempi sono maturi per il passaggio culturale introdotto dalla nuova normativa?”. L’obiettivo della ricerca è dunque quello di analizzare in prima battuta lo stato dell’arte del sistema bancario italiano in materia di ICAAP e le novità ad esso connesse introdotte dalla nuova normativa di vigilanza. Delineato il benchmark di sistema si intende, tramite l’analisi di un case study, verificare la consistenza di tale benchmark rispetto alla realtà analizzata ma soprattutto si intende fornire un analisi di dettaglio sui passaggi necessari per la preparazione della prima rendicontazione ICAAP alla Banca d’Italia. Attraverso tale analisi si intende dunque verificare se i tempi siano maturi per il passaggio culturale contenuto nella nuova normativa e se la nuova normativa abbia fornito alle banche italiane tutti gli strumenti e gli elementi necessari per implementare il processo di autovalutazione del proprio capitale interno complessivo. La focalizzazione sulle problematiche relative all’ICAAP è sembrata, a parere dello scrivente, la naturale prosecuzione dell’attività di ricerca in ambito Basilea 2 avvalorata dalle esperienze lavorative dirette in tale ambito. Le risultanze della survey e le evidenze riscontrate nel case study sembrerebbero indicare che i tempi per il richiamato “passaggio culturale” non siano ancora maturi soprattutto per quanto concerne le banche di medie dimensioni di Classe 2, come quella analizzata (che rappresentano di fatto la maggioranza, insieme alle banche di Classe 3, nel panorama bancario italiano).

Lionetti, F. (2009). Il Processo di vigilanza prudenziale per le banche: case study sulla prima rendicontazione ICAAP.

Il Processo di vigilanza prudenziale per le banche: case study sulla prima rendicontazione ICAAP

2009-01-04

Abstract

Nel lavoro presentato sono state affrontate le problematiche relative al secondo pilastro dei Nuovi Accordi di Basilea ed in particolare alla prima rendicontazione ICAAP (Internal Capital Adequacy Assessment Process) da parte delle banche italiane all’Autorità di Vigilanza. Il secondo pilastro dei Nuovi Accordi (recepiti in Italia con la Circolare Banca d’Italia n° 263/2006) introduce una serie di novità di notevole portata sulle modalità di condurre il processo di vigilanza prudenziale da parte della Banca d’Italia e in generale sulle modalità di confronto tra soggetto vigilato e soggetto “vigilante”. Il passaggio culturale segnato dal secondo pilastro, da una vigilanza prescrittiva ad una vigilanza dialettica, affonda le sue radici nell’autovalutazione da parte delle banche dell’adeguatezza patrimoniale, nell’utilizzo delle prassi gestionali per la misurazione dei rischi anche ai fini di vigilanza e nel confronto tra banca e Autorità di Vigilanza secondo una logica dialettica e propositiva. La forte discontinuità introdotta dalla nuova normativa e il salto culturale richiesto alle banche italiane ci ha spinto ad interrogarci sul grado di sofisticazione dei nostri intermediari e del sistema bancario in generale, ma soprattutto spinge a porci la seguente domanda: “i tempi sono maturi per il passaggio culturale introdotto dalla nuova normativa?”. L’obiettivo della ricerca è dunque quello di analizzare in prima battuta lo stato dell’arte del sistema bancario italiano in materia di ICAAP e le novità ad esso connesse introdotte dalla nuova normativa di vigilanza. Delineato il benchmark di sistema si intende, tramite l’analisi di un case study, verificare la consistenza di tale benchmark rispetto alla realtà analizzata ma soprattutto si intende fornire un analisi di dettaglio sui passaggi necessari per la preparazione della prima rendicontazione ICAAP alla Banca d’Italia. Attraverso tale analisi si intende dunque verificare se i tempi siano maturi per il passaggio culturale contenuto nella nuova normativa e se la nuova normativa abbia fornito alle banche italiane tutti gli strumenti e gli elementi necessari per implementare il processo di autovalutazione del proprio capitale interno complessivo. La focalizzazione sulle problematiche relative all’ICAAP è sembrata, a parere dello scrivente, la naturale prosecuzione dell’attività di ricerca in ambito Basilea 2 avvalorata dalle esperienze lavorative dirette in tale ambito. Le risultanze della survey e le evidenze riscontrate nel case study sembrerebbero indicare che i tempi per il richiamato “passaggio culturale” non siano ancora maturi soprattutto per quanto concerne le banche di medie dimensioni di Classe 2, come quella analizzata (che rappresentano di fatto la maggioranza, insieme alle banche di Classe 3, nel panorama bancario italiano).
4-gen-2009
A.A. 2007/2008
Basilea 2
ICAAP
vigilanza
risk
management
banche
Settore SECS-P/11 - ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI
it
Tesi di dottorato
Lionetti, F. (2009). Il Processo di vigilanza prudenziale per le banche: case study sulla prima rendicontazione ICAAP.
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