Meccanica, acustica e armonia delle sfere celesti nel Medioevo

This paper investigates the mechanics of the heavens and the acoustics in the Middle Ages. Starting with the cosmological theory of Plato’s Timaeus, exposed by Martianus Capella, Macrobius, Boethius and Calcidius, it moves to John Scotus Erigena and his usage of Pliny’s apsidal theory for the setting of the harmony of the universe. The last part of the study shows how the knowledge of Aristotle’s De caelo, the Ptolemaic system and the Arab cosmology stimulated attempts to defend the music of the spheres in the late Middle Ages: the texts examined are by pseudo-Adalbodus, Robert Grosseteste, Roger Bacon and other masters.

Lo studio mette in relazione la meccanica dei cieli e la dottrina acustica nel Medioevo. Partendo dalla concezione cosmologica del Timeo, esposta da Marziano Capella, Macrobio, Calcidio e Boezio, lo studio esamina come Giovanni Scoto Eriugena rielaborò la teoria absidale di Plinio in funzione armonico-musicale. L’ultima parte del contributo è centrata sulla conoscenza del De caelo aristotelico, dell’ottica e cosmologia araba e del sistema tolemaico nel tardo medioevo, focalizzandosi sullo pseudo-Adalbodo, su Roberto Grossatesta, e su testi scolastici universitari.