Denis Diderot (1713-1784), capofila dei "Philosophes" riuniti attorno alla quasi trentennale impresa dell'"Enciclopedia, o Dizionario Ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri" (Paris, 1751-1777), è una delle personalità più originali e complesse del movimento illuminista; nella sua filosofia troviamo concentrate le molteplici pulsioni intellettuali che animarono l'epoca della "Raison". «La materia può pensare?»: questa domanda percorre, taciuta, i "Pensieri sull'interpretazione della natura" (1753) in cui Diderot esprime, con un nuovo discorso sul metodo della scienza sperimentale, la propria fede spinozista nell'unità e nella fecondità creatrice della natura, equiparata, nei suoi «atti», all'"Intellectus Dei". Il lavoro del naturalista, il baconiano «interprete» della natura, è concepito come auto-educazione infinita all' osservazione, al giudizio e alla trasformazione degli «atti» naturali in prodotti dello spirito, cercando di togliere all'oggetto dell'"amor intellectualis" la sua pur sempre irriducibile trascendenza, rispetto ad ogni «interpretazione» che se ne può dare. All'epoca di Diderot, e per la scienza evoluzionistica nascente, era un atto di fede laica, critica, del filosofo sperimentale, nella Potentia della ragione, rivolto ai contemporanei e, perché no?, a noi: «Voi non siete gli uomini del vostro tempo; siete gli uomini dell'avvenire, i precursori della ragione futura!»

Quintili, P., Diderot, D. (1996). Denis Diderot, Pensieri sull'interpretazione della natura. Roma : Armando Editore.

Denis Diderot, Pensieri sull'interpretazione della natura

QUINTILI, PAOLO;
1996-06-01

Abstract

Denis Diderot (1713-1784), capofila dei "Philosophes" riuniti attorno alla quasi trentennale impresa dell'"Enciclopedia, o Dizionario Ragionato delle Scienze, delle Arti e dei Mestieri" (Paris, 1751-1777), è una delle personalità più originali e complesse del movimento illuminista; nella sua filosofia troviamo concentrate le molteplici pulsioni intellettuali che animarono l'epoca della "Raison". «La materia può pensare?»: questa domanda percorre, taciuta, i "Pensieri sull'interpretazione della natura" (1753) in cui Diderot esprime, con un nuovo discorso sul metodo della scienza sperimentale, la propria fede spinozista nell'unità e nella fecondità creatrice della natura, equiparata, nei suoi «atti», all'"Intellectus Dei". Il lavoro del naturalista, il baconiano «interprete» della natura, è concepito come auto-educazione infinita all' osservazione, al giudizio e alla trasformazione degli «atti» naturali in prodotti dello spirito, cercando di togliere all'oggetto dell'"amor intellectualis" la sua pur sempre irriducibile trascendenza, rispetto ad ogni «interpretazione» che se ne può dare. All'epoca di Diderot, e per la scienza evoluzionistica nascente, era un atto di fede laica, critica, del filosofo sperimentale, nella Potentia della ragione, rivolto ai contemporanei e, perché no?, a noi: «Voi non siete gli uomini del vostro tempo; siete gli uomini dell'avvenire, i precursori della ragione futura!»
giu-1996
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Rilevanza internazionale
Edizione critica
Natura, ragione, interpretazione, filosofia sperimentale, fenomeno centrale, congettura, evoluzione, trasformazione
Edizione critica, con ampia Introduzione e commento dell'opera epistemologica fondamentale del giovane Diderot.
http://www.armando.it/schedalibro/21270/Pensieri-sull-interpretazione-della-natura
Quintili, P., Diderot, D. (1996). Denis Diderot, Pensieri sull'interpretazione della natura. Roma : Armando Editore.
Monografia
Quintili, P; Diderot, D
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