A partire dalla metà del Settecento, secondo quanto riferisce l’articolo «Cartésianisme» dell’abbé J. Pestré e di J. Le Rond D’Alembert, apparso nel volume II dell’Encyclopédie (1752), la filosofia naturale di Cartesio – la cosmologia, in primo luogo – è ritenuta essere un documento del recente passato filosofico, interessante dal punto di vista del «metodo, che appariva accessibile a tutti», ma già caduco sul piano strettamente scientifico. Nel Discorso preliminare dell’Encyclopédie (1751), d’altronde, lo stesso D’Alembert aveva reso omaggio alla figura intellettuale di Cartesio, riconoscendogli il merito «metodico» di aver spezzato «il giogo dei pregiudizi» proprio della «scolastica», pur essendo caduto egli stesso in errore. Quest’attitudine ambigua, di elogio, da una parte, per i meriti antiscolastici o antidogmatici e, dall’altra, di critica nel dettaglio per l’inefficacia scientifica, caratterizza in buona parte anche il giudizio espresso dai materialisti della côterie d’Holbach, da Diderot in prima istanza, il più vicino alle concezioni atee della natura proprie del barone. L’Encyclopédie – per la parte scientifica e matematica – è una delle fonti d’informazione più frequentate dai materialisti del tardo Settecento. La natura-macchina cartesiana, come affermò Pestré, peccava di semplicità in quanto metafora esplicativa. Il suo limite consisteva non tanto nell’assumere la «macchina» come modello – che rimarrà valido, sotto altra forma, anche nella prospettiva materialistica –, quanto nel concepire la materia, nella natura, come pura estensione, nel non prendere in considerazione, nella macchina naturale stessa, l’azione di forze chimiche, principi d’azione ed energie vitali che la muovono dall’interno, la percorrono e le conferiscono un aspetto assai più complesso da intendere che attraverso i semplici «principi meccanici» d’inerzia e di moto uniforme. La dinamicità contro l’inerzia, l’eterogeneità contro l’uniformità, la chimica contro la fisica-meccanica: questi i tratti caratterizzanti della teoria della materia degli holbachiani, costantemente opposti, in modo critico, alla cosmologia e alla filosofia della natura di Descartes. Nonostante i ripetuti tentativi di mostrarne i presunti plagi, il pensiero di Descartes apparve fin dall'inizio come un punto di non ritorno nella storia della filosofia e un passaggio obbligato per ogni discorso sulla modernità. Il paradigma cartesiano ha però generato immagini filosofiche divergenti e talvolta ingannevoli rispetto all'originario pensiero di Descartes, nonché interpretazioni storiografiche rivelatesi miraggi rispetto al contenuto dei testi nei quali è stata tramandata la filosofia cartesiana. È una situazione che dura ancora oggi ed è frutto della vitalità di una filosofia tuttora al centro delle discussioni contemporanee. Con questo volume il Gruppo di ricerche sul cartesianismo della «Sapienza» si propone di indagare alcuni di questi diversi "cartesianismi" per mostrare attraverso quali mediazioni e con quali conseguenze Ia filosofia cartesiana sia stata percepita, assimilata, rifiutata e trasformata nei corso degli ultimi quattro secoli, e quali relazioni queste discussioni filosofiche abbiano avuto con la ricerca storiografica su temi,autori e testi riconducibili a quella tradizione.

Pirocchi, F.m., Del Prete, A., Benigni, F., Ferraro, A., Buccolini, C., Suitner, R., et al. (2011). Descartes nel materialismo del tardo Settecento. Encyclopédie, Diderot, d'Holbach, Helvétius, Naigeon. In D.P.A. Borghero C (a cura di), Immagini filosofiche e interpretazioni storiografiche del cartesianismo (pp. 165-196). Firenze : Le Lettere.

Descartes nel materialismo del tardo Settecento. Encyclopédie, Diderot, d'Holbach, Helvétius, Naigeon

QUINTILI, PAOLO;
2011-01-01

Abstract

A partire dalla metà del Settecento, secondo quanto riferisce l’articolo «Cartésianisme» dell’abbé J. Pestré e di J. Le Rond D’Alembert, apparso nel volume II dell’Encyclopédie (1752), la filosofia naturale di Cartesio – la cosmologia, in primo luogo – è ritenuta essere un documento del recente passato filosofico, interessante dal punto di vista del «metodo, che appariva accessibile a tutti», ma già caduco sul piano strettamente scientifico. Nel Discorso preliminare dell’Encyclopédie (1751), d’altronde, lo stesso D’Alembert aveva reso omaggio alla figura intellettuale di Cartesio, riconoscendogli il merito «metodico» di aver spezzato «il giogo dei pregiudizi» proprio della «scolastica», pur essendo caduto egli stesso in errore. Quest’attitudine ambigua, di elogio, da una parte, per i meriti antiscolastici o antidogmatici e, dall’altra, di critica nel dettaglio per l’inefficacia scientifica, caratterizza in buona parte anche il giudizio espresso dai materialisti della côterie d’Holbach, da Diderot in prima istanza, il più vicino alle concezioni atee della natura proprie del barone. L’Encyclopédie – per la parte scientifica e matematica – è una delle fonti d’informazione più frequentate dai materialisti del tardo Settecento. La natura-macchina cartesiana, come affermò Pestré, peccava di semplicità in quanto metafora esplicativa. Il suo limite consisteva non tanto nell’assumere la «macchina» come modello – che rimarrà valido, sotto altra forma, anche nella prospettiva materialistica –, quanto nel concepire la materia, nella natura, come pura estensione, nel non prendere in considerazione, nella macchina naturale stessa, l’azione di forze chimiche, principi d’azione ed energie vitali che la muovono dall’interno, la percorrono e le conferiscono un aspetto assai più complesso da intendere che attraverso i semplici «principi meccanici» d’inerzia e di moto uniforme. La dinamicità contro l’inerzia, l’eterogeneità contro l’uniformità, la chimica contro la fisica-meccanica: questi i tratti caratterizzanti della teoria della materia degli holbachiani, costantemente opposti, in modo critico, alla cosmologia e alla filosofia della natura di Descartes. Nonostante i ripetuti tentativi di mostrarne i presunti plagi, il pensiero di Descartes apparve fin dall'inizio come un punto di non ritorno nella storia della filosofia e un passaggio obbligato per ogni discorso sulla modernità. Il paradigma cartesiano ha però generato immagini filosofiche divergenti e talvolta ingannevoli rispetto all'originario pensiero di Descartes, nonché interpretazioni storiografiche rivelatesi miraggi rispetto al contenuto dei testi nei quali è stata tramandata la filosofia cartesiana. È una situazione che dura ancora oggi ed è frutto della vitalità di una filosofia tuttora al centro delle discussioni contemporanee. Con questo volume il Gruppo di ricerche sul cartesianismo della «Sapienza» si propone di indagare alcuni di questi diversi "cartesianismi" per mostrare attraverso quali mediazioni e con quali conseguenze Ia filosofia cartesiana sia stata percepita, assimilata, rifiutata e trasformata nei corso degli ultimi quattro secoli, e quali relazioni queste discussioni filosofiche abbiano avuto con la ricerca storiografica su temi,autori e testi riconducibili a quella tradizione.
2011
Settore M-FIL/06 - STORIA DELLA FILOSOFIA
Italian
Rilevanza internazionale
Capitolo o saggio
Cartesianismo, materialimo, filosofia della vita, macchina, meccanicismo, modello, sistema della natura, naturalismo, naturalizzazione
Saggio pubblicato nel quadro dei lavori del Gruppo di ricerca PRIN 2007: "Descartes e il paradigma cartesiano", Unità di Roma "La Sapienza", diretta dal Prof. Carlo Borghero.
http://www.lelettere.it/site/e_Product.asp?IdCategoria=&TS02_ID=1653
Pirocchi, F.m., Del Prete, A., Benigni, F., Ferraro, A., Buccolini, C., Suitner, R., et al. (2011). Descartes nel materialismo del tardo Settecento. Encyclopédie, Diderot, d'Holbach, Helvétius, Naigeon. In D.P.A. Borghero C (a cura di), Immagini filosofiche e interpretazioni storiografiche del cartesianismo (pp. 165-196). Firenze : Le Lettere.
Pirocchi, Fm; Del Prete, A; Benigni, F; Ferraro, A; Buccolini, C; Suitner, R; Quintili, P; Levi Mortera, A; Borghero, C; Berti, S; Muccillo, M; Taraborrelli, A
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/69010
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