This investigation originally concerns the husserlian approach to the phenomena of emotive, volitional and instinctive conscience. The husserlian phenomenology is a theory pertaining the origin and the validity of experience, but in his most important books (Logical investigations, Ideas I) Husserl takes interest predominantly in the clarification of perceptual and cognitive acts: the Erlebnisse of the emotive and volitional consciousness remain at the edge of the phenomenological research. But there is an important group of unpublished manuscripts (the so called Studien zur Struktur des Bewusstseins) which Husserl wanted to publish at the end of the Twenties and which are full of analyses concerning the emotive and volitional experiences: so they can help us to show an important but until now dark aspect of the husserlian thinking. These manuscripts are essential not only for the clarification of the non-perceptual or non-objectifying consciousness, but also for a new interpretation of the general concept of “intentionality”: the analysis of the desiderative-volitional experience – specially of the drive – suggests that in every intentional experience, even in the perceptual one, it is possible recognize something like a tendency (Tendenz), a movement, by which the acts are carrying out. The transcendental constitution of the world presupposes this tendency, which makes every act a temporal performance (Leistung). The tendency can assume two essential forms: affection and attention. The investigation on the affection, as passive moment of the subjective doing, leads us to the most elementary level of the experience, where this is continuously generated: Husserl calls the original affection an instinctive intentionality (Triebintentionalität). In this way there is the possibility to reconsider – from a transcendental point of view, not only from a psychological one – the origin of the human experience with regards to a special feeling – an “ultimate passion”, so Levinas –, that can be seen as the root of our intentional, i.e. world-experiencing life.

Il presente lavoro nasce come ricerca sull’analisi husserliana di tutte quelle modalità dell’esperienza (sentimenti, volizioni, ecc.) che non rientrano nella coscienza cosiddetta rappresentativa (percezioni, intellezioni, ecc.). Nei suoi testi editi Husserl si concentra principalmente su quest’ultima, lasciando in certo modo ai margini quei fenomeni emotivo-volitivi che abbondano invece nella concreta esperienza del soggetto. C’è però un gruppo assai importante di manoscritti inediti – risalenti per lo più al primo quindicennio del secolo scorso e che avrebbero dovuto essere pubblicati alla fine degli anni Venti con il titolo di Studien zur Struktur des Bewusstseins –, in cui Husserl si dedica ad una ricognizione minuziosa dei vissuti del Gemüt e del Wille. La ricostruzione di queste analisi husserliane risulta interessante non solo al fine di fare luce sulle modalità cosiddette non-oggettivanti dell’esperienza, ma anche perché attraverso di esse si rende possibile un ripensamento complessivo del concetto di intenzionalità in generale. Le osservazioni sui fenomeni pulsionali, in particolare, sembrano portare Husserl ad attribuire ad ogni atto intenzionale in quanto tale una tendenza (Tendenz), cioè una dinamica peculiare di compimento. L’intenzionalità, che nelle Ricerche Logiche e in Idee I era stata declinata come coscienza-di, cioè come oggettivazione, viene ora vista nel movimento che la attraversa e la sostiene: la manifestazione (Erscheinung) delle cose si realizza come una specifica operazione (Leistung) del soggetto. Questa operazione si radica in ultima analisi in un sentire originario, auto-affettivo, che Husserl negli anni Trenta chiama Triebintentionalität: l’esito finale della presente ricerca è pertanto l’individuazione di un sentire peculiare – una “passione ultima”, come direbbe Levinas – come fattore trascendentale primordiale, cioè come fonte a priori della costituzione.

Deodati, M. (2008). Il movimento dell'intenzionalità: le Studien zur Struktur des Bewusstseins nello sviluppo della teoria husserliana dei vissuti di sentimento, volontà e pulsione.

Il movimento dell'intenzionalità: le Studien zur Struktur des Bewusstseins nello sviluppo della teoria husserliana dei vissuti di sentimento, volontà e pulsione

DEODATI, MARCO
2008-10-02

Abstract

This investigation originally concerns the husserlian approach to the phenomena of emotive, volitional and instinctive conscience. The husserlian phenomenology is a theory pertaining the origin and the validity of experience, but in his most important books (Logical investigations, Ideas I) Husserl takes interest predominantly in the clarification of perceptual and cognitive acts: the Erlebnisse of the emotive and volitional consciousness remain at the edge of the phenomenological research. But there is an important group of unpublished manuscripts (the so called Studien zur Struktur des Bewusstseins) which Husserl wanted to publish at the end of the Twenties and which are full of analyses concerning the emotive and volitional experiences: so they can help us to show an important but until now dark aspect of the husserlian thinking. These manuscripts are essential not only for the clarification of the non-perceptual or non-objectifying consciousness, but also for a new interpretation of the general concept of “intentionality”: the analysis of the desiderative-volitional experience – specially of the drive – suggests that in every intentional experience, even in the perceptual one, it is possible recognize something like a tendency (Tendenz), a movement, by which the acts are carrying out. The transcendental constitution of the world presupposes this tendency, which makes every act a temporal performance (Leistung). The tendency can assume two essential forms: affection and attention. The investigation on the affection, as passive moment of the subjective doing, leads us to the most elementary level of the experience, where this is continuously generated: Husserl calls the original affection an instinctive intentionality (Triebintentionalität). In this way there is the possibility to reconsider – from a transcendental point of view, not only from a psychological one – the origin of the human experience with regards to a special feeling – an “ultimate passion”, so Levinas –, that can be seen as the root of our intentional, i.e. world-experiencing life.
2-ott-2008
A.A. 2007/2008
Filosofia
20.
Il presente lavoro nasce come ricerca sull’analisi husserliana di tutte quelle modalità dell’esperienza (sentimenti, volizioni, ecc.) che non rientrano nella coscienza cosiddetta rappresentativa (percezioni, intellezioni, ecc.). Nei suoi testi editi Husserl si concentra principalmente su quest’ultima, lasciando in certo modo ai margini quei fenomeni emotivo-volitivi che abbondano invece nella concreta esperienza del soggetto. C’è però un gruppo assai importante di manoscritti inediti – risalenti per lo più al primo quindicennio del secolo scorso e che avrebbero dovuto essere pubblicati alla fine degli anni Venti con il titolo di Studien zur Struktur des Bewusstseins –, in cui Husserl si dedica ad una ricognizione minuziosa dei vissuti del Gemüt e del Wille. La ricostruzione di queste analisi husserliane risulta interessante non solo al fine di fare luce sulle modalità cosiddette non-oggettivanti dell’esperienza, ma anche perché attraverso di esse si rende possibile un ripensamento complessivo del concetto di intenzionalità in generale. Le osservazioni sui fenomeni pulsionali, in particolare, sembrano portare Husserl ad attribuire ad ogni atto intenzionale in quanto tale una tendenza (Tendenz), cioè una dinamica peculiare di compimento. L’intenzionalità, che nelle Ricerche Logiche e in Idee I era stata declinata come coscienza-di, cioè come oggettivazione, viene ora vista nel movimento che la attraversa e la sostiene: la manifestazione (Erscheinung) delle cose si realizza come una specifica operazione (Leistung) del soggetto. Questa operazione si radica in ultima analisi in un sentire originario, auto-affettivo, che Husserl negli anni Trenta chiama Triebintentionalität: l’esito finale della presente ricerca è pertanto l’individuazione di un sentire peculiare – una “passione ultima”, come direbbe Levinas – come fattore trascendentale primordiale, cioè come fonte a priori della costituzione.
Husserl; intenzionalità; sentimento; pulsione; volontà; fenomenologia; istinto; affezione; passione; valore
Settore M-FIL/01 - FILOSOFIA TEORETICA
Italian
Tesi di dottorato
Deodati, M. (2008). Il movimento dell'intenzionalità: le Studien zur Struktur des Bewusstseins nello sviluppo della teoria husserliana dei vissuti di sentimento, volontà e pulsione.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Marco Deodati-Tesi di dottorato.pdf

solo utenti autorizzati

Dimensione 1.97 MB
Formato Adobe PDF
1.97 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/658
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact