Il divieto di patti successori vive oggi nel nostro ordinamento una curiosa stagione: secondo quanto si legge con frequenza sempre maggiore, sarebbe una proibizione ormai in declino, erosa e anacronistica; ma la letteratura in materia, piuttosto scarsa fino a pochi decenni fa, si è poi decisamente ampliata. In sede di interpretazione, buona parte della dottrina da tempo fa emergere la sua insofferenza verso una disciplina legislativa ritenuta sempre più anacronistica e incompatibile, non solo con le esigenze della società contemporanea, ma anche con le più recenti tendenze espansive dell’autonomia privata; mentre la giurisprudenza, chiamata negli ultimi anni a pronunciarsi sul divieto di patti successori, parrebbe riconoscerne in astratto la validità, per negarne poi l’applicabilità ai casi concretamente esaminati. In realtà, il divieto di patti successori, nonostante le deroghe apportate dal legislatore, rimane vigente nel nostro ordinamento. Secondo la linea sviluppata nella nota, il divieto parrebbe invece esprimere un’esigenza della società (contemporanea e non) di porre alcuni limiti all’autonomia privata. Un patto successorio non sembra inoltre suscettibile di conversione ex art. 1424 c.c.
Farace, D. (2010). Note sul divieto di patti successori. RIVISTA DI DIRITTO CIVILE, 56(3), 305-316.
Note sul divieto di patti successori
FARACE, DARIO
2010-01-01
Abstract
Il divieto di patti successori vive oggi nel nostro ordinamento una curiosa stagione: secondo quanto si legge con frequenza sempre maggiore, sarebbe una proibizione ormai in declino, erosa e anacronistica; ma la letteratura in materia, piuttosto scarsa fino a pochi decenni fa, si è poi decisamente ampliata. In sede di interpretazione, buona parte della dottrina da tempo fa emergere la sua insofferenza verso una disciplina legislativa ritenuta sempre più anacronistica e incompatibile, non solo con le esigenze della società contemporanea, ma anche con le più recenti tendenze espansive dell’autonomia privata; mentre la giurisprudenza, chiamata negli ultimi anni a pronunciarsi sul divieto di patti successori, parrebbe riconoscerne in astratto la validità, per negarne poi l’applicabilità ai casi concretamente esaminati. In realtà, il divieto di patti successori, nonostante le deroghe apportate dal legislatore, rimane vigente nel nostro ordinamento. Secondo la linea sviluppata nella nota, il divieto parrebbe invece esprimere un’esigenza della società (contemporanea e non) di porre alcuni limiti all’autonomia privata. Un patto successorio non sembra inoltre suscettibile di conversione ex art. 1424 c.c.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.