Il saggio analizza il ruolo dello Stato dopo la riforma nel mercato del lavoro avvenuta con il d.lgs 276 del 2003. Dopo il fallimento del collocamento pubblico, il quale non è riuscito a realizzare quella promozione di un’equa ripartizione delle opportunità di lavoro che si era prefisso, la nuova disciplina prevede l’implementazione di un sistema aperto in cui agiscono strutture pubbliche, private e del “privato-sociale” e dove diverse sono le funzioni da esercitarsi in regime di concorrenza. Da parte sua il mercato del lavoro risulta modificato sia nella domanda che nell’offerta con conseguente necessità di un mutamento dei servizi pubblici da strumento meramente distributivo a meccanismo di protezione sociale attiva. In questo nuovo scenario l’Autore sottolinea come non siano venute meno le ragioni che storicamente hanno presieduto all’introduzione di un sistema di collocamento pubblico e della disciplina legale del mercato del lavoro: da un lato non può ancora dirsi realizzata una sostanziale parità di chance nell’accesso al lavoro, dall’altro, di fronte a rapporti di lavoro sempre più frammentati e discontinui, il mercato del lavoro necessita di un sistema di gestione in grado di fornire agli individui un supporto alla ricomposizione degli eventi legati alla vita professionale, al fine di facilitarne e promuoverne i processi di inclusione sociale, nonché di governare i cambiamenti verso una occupazione maggiore e di qualità.
D'Andrea, A. (2006). L'organizzazione e la disciplina del mercato del lavoro: il ruolo pubblico dopo la riforma. LAVORO E PREVIDENZA OGGI, 33(2), 141-167.
L'organizzazione e la disciplina del mercato del lavoro: il ruolo pubblico dopo la riforma.
D'ANDREA, ANTONELLA
2006-02-01
Abstract
Il saggio analizza il ruolo dello Stato dopo la riforma nel mercato del lavoro avvenuta con il d.lgs 276 del 2003. Dopo il fallimento del collocamento pubblico, il quale non è riuscito a realizzare quella promozione di un’equa ripartizione delle opportunità di lavoro che si era prefisso, la nuova disciplina prevede l’implementazione di un sistema aperto in cui agiscono strutture pubbliche, private e del “privato-sociale” e dove diverse sono le funzioni da esercitarsi in regime di concorrenza. Da parte sua il mercato del lavoro risulta modificato sia nella domanda che nell’offerta con conseguente necessità di un mutamento dei servizi pubblici da strumento meramente distributivo a meccanismo di protezione sociale attiva. In questo nuovo scenario l’Autore sottolinea come non siano venute meno le ragioni che storicamente hanno presieduto all’introduzione di un sistema di collocamento pubblico e della disciplina legale del mercato del lavoro: da un lato non può ancora dirsi realizzata una sostanziale parità di chance nell’accesso al lavoro, dall’altro, di fronte a rapporti di lavoro sempre più frammentati e discontinui, il mercato del lavoro necessita di un sistema di gestione in grado di fornire agli individui un supporto alla ricomposizione degli eventi legati alla vita professionale, al fine di facilitarne e promuoverne i processi di inclusione sociale, nonché di governare i cambiamenti verso una occupazione maggiore e di qualità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.