Among the most invisible, of exclusions, are the mentally ill. This form of exclusion varies from society to society. In this cultural and historical context, the mentally ill emerge as “loser”. The question becomes how to minimize the cultural and social stigmata of mentally illness. This study illustrates a small investigation to educate the sensibility of young people by introducing them to the problems of perception which they hold by stereotyping the mentally ill. Internationally, similar results emphasise the importance of giving correct information which in itself tends to change stereotypes. The form which this research took was to arrange that a group of young people met the clients of public rehabilitation centre in Rome. The first step in the research was to prepare the young people to meet members of this centre who were all schizophrenics. This preparation was by showing films about mental disease; by discussing the interpretation of the films; and by offering to the young people precise, and correct, information on hallucination and delirium. Two instruments were used to measure the change in stereotypes. The first , was an Adjective Check List, and the second was the analysis of essays written by the young people. These essays were subjected to a content analysis. The results were clear. They will be indicated in the full paper.
L’intervento si colloca in due ambiti: 1) la riabilitazione psichiatrica; 2) l’educazione alla diversità. Si è affrontato il problema della modifica dello stereotipo del malato mentale presso un gruppo di adolescenti frequentanti l’ultimo anno di un istituto superiore della periferia di Roma. Il problema è nato proprio dalla presenza degli utenti del Centro diurno nella scuola con richiesta da parte del personale docente di non fare incontrare studenti e utenti. Il rischio evidente del perdurare dell’ emarginazione si è trasformato, grazie all’aiuto del preside, in un’ occasione di incontro tra utenti e studenti conformemente con la “Mission” del centro diurno e l’ottica di educazione alla diversità per la scuola. L’intervento si poggia sulla concezione di riabilitazione proposta dall’APA. La riabilitazione si propone di conseguire anche una meta culturale caratterizzata dalla accettazione e dal riconoscimento dei più deboli attraverso una azione sul tessuto sociale che contrasti sia l’atteggiamento pietistico che quello emarginante. A questo livello si pone la specificità pedagogica dell’intervento che vede.1) la riabilitazione porsi entro il raggio d’azione di una pedagogia per l’inclusione che vede la scuola come microcosmo sociale all’interno del quale attuare la formazione di una piccola comunità competente. 2) La scuola sensibile al progetto di apertura alla diversità vede nell’avvicinamento alla radicale alterità della follia, una necessità fondamentale e un obbligo a favore della conoscenza e comprensione dell’altro diverso da sé per assicurargli pari dignità di cittadinanza. Si è voluto preparare un incontro tra due “culture”: quello dei “sani” e quello dei “folli” che rappresentasse un’esperienza di crescita reciproca e di annullamento di barriere fra i due gruppi, con una particolare attenzione ai processi intrapsichici che sono alla base del processo di emarginazione. Il costrutto mentale che si è inteso modificare era la costruzione dello stereotipo che per sua natura si presenta rigido, difficilmente modificabile e basato su pochi elementi. L’istruzione (dare informazioni) e la crescita empatica (modificazione degli aspetti emotivi) sono stati il focus della formazione orientata ad accrescere la curiosità piuttosto che la paura nei confronti della malattia mentale, attraverso la conoscenza della complessità e drammaticità dei vissuti dei malati, che ridimensionasse, esplicitandoli, gli atteggiamenti di paura e rifiuto. L’ipotesi formulata prevedeva che questi elementi avrebbero modificato lo stereotipo, nel senso di un allargamento-arricchimento degli attributi e di una maggiore elasticità-indeterminatezza attraverso una modificazione cognitiva e degli aspetti emotivi. Rivolta a quest’ultimo aspetto è stata l’organizzazione di un cineforum. Tale metodologia costituisce tuttora una delle attività formative più collaudate all’interno della scuola. Gli strumenti per la rilevazione dei dati sono stati: un tema a carattere fantastico sulla malattia mentale i cui contenuti sono stati analizzati con il software SPSS: questo strumento mirava a suscitare gli aspetti fantasmatici dell’incontro con il folle e a valutare gli atteggiamenti in merito a: emozioni, atteggiamenti cognitivi e tendenza all’azione: ad integrazione di questo strumento per sua natura poco strutturato, ma utilizzato perché inserito nella quotidianità della vita scolastica, e quindi accettato dai ragazzi, è stata affiancata la somministrazione di una Adjective check list (Acl) avente come stimolo il malato mentale. La metodologia ha visto due somministrazioni prima e dopo l’intervento formativo. I risultati hanno confermato gli esiti ipotizzati.
Burla, F., Alonzi, A., Lozupone, E. (2005). La nave dei folli: la modifica dello stereotipo del malato mentale nell’adolescente. L'INTEGRAZIONE SCOLASTICA E SOCIALE, 4(2), 152-173.
La nave dei folli: la modifica dello stereotipo del malato mentale nell’adolescente
LOZUPONE, ELVIRA
2005-04-01
Abstract
Among the most invisible, of exclusions, are the mentally ill. This form of exclusion varies from society to society. In this cultural and historical context, the mentally ill emerge as “loser”. The question becomes how to minimize the cultural and social stigmata of mentally illness. This study illustrates a small investigation to educate the sensibility of young people by introducing them to the problems of perception which they hold by stereotyping the mentally ill. Internationally, similar results emphasise the importance of giving correct information which in itself tends to change stereotypes. The form which this research took was to arrange that a group of young people met the clients of public rehabilitation centre in Rome. The first step in the research was to prepare the young people to meet members of this centre who were all schizophrenics. This preparation was by showing films about mental disease; by discussing the interpretation of the films; and by offering to the young people precise, and correct, information on hallucination and delirium. Two instruments were used to measure the change in stereotypes. The first , was an Adjective Check List, and the second was the analysis of essays written by the young people. These essays were subjected to a content analysis. The results were clear. They will be indicated in the full paper.File | Dimensione | Formato | |
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