L’obiettivo dell’articolo è quello di descrivere un sistema bancario in un approccio di lungo periodo. Il principale risultato riscontrato è il sistema bancario in Italia nel corso degli ultimi trent’anni ha subito una trasformazione radicale che ha portato a maggiore concorrenza, efficienza e redditività degli intermediari e ad un miglioramento della quantità e della qualità dei servizi offerti all’economia reale. Ciò ha permesso nel complesso un significativo miglioramento delle condizioni di accesso al credito per le imprese non finanziarie del nostro Paese. I cambiamenti radicali che hanno interessato il sistema bancario non sono stati tuttavia accompagnati da un’analoga evoluzione del mercato azionario e obbligazionario. Lo scarsissimo sviluppo del sistema previdenziale privato e la crescita inferiore al previsto dei fondi di investimento mobiliare non hanno permesso un allargamento della base di investitori istituzionali che avrebbe permesso di accrescere la quota dei finanziamenti alle imprese provenienti direttamente dai mercati. Nei fatti, il rinnovamento del sistema bancario ha ulteriormente rafforzato il suo ruolo all’interno del sistema finanziario del nostro Paese. I dati evidenziano che la maggiore concorrenza tra le banche si è tradotta in una riduzione del costo del credito, in una maggiore facilità di accesso ai finanziamenti bancari e in minori squilibri territoriali. In particolare le analisi di beta e sigma-convergence sembrano confermare che l’esistenza di rilevanti shocks temporanei a livello territoriale sulla struttura finanziaria delle imprese impediscono di raggiungere condizioni uniformi su tutto il territorio nazionale ma anche che l’assenza di segmentazione nei mercati finanziari impedisce che tali differenze divengano permanenti. Il sistema bancario italiano appare solido nel quadro incerto della crisi finanziaria in quanto la modernizzazione è rimasta in larga misura immune dagli eccessi che hanno caratterizzato di altri paesi. Proprio questa prudenza tuttavia se da un lato è garanzia di stabilità dall’altro può costituire un problema per il finanziamento degli investimenti delle imprese. I prestiti non sono perfetti sostituti del capitale di rischio, né devono o possono esserlo se si vuole garantire la solidità del sistema bancario. Ma la maggiore prudenza delle banche nell’erogare i finanziamenti causa una minore capacità del sistema industriale di cogliere prontamente le nuove opportunità di investimento e limita fortemente la capacità di crescita delle imprese.
Mirra, L., Pozzolo, A. (2012). I prestiti bancari alle imprese in Italia: gli andamenti di lungo perodo. In A.M. Roberto Guida (a cura di), Obiettivo crescita. Il finanziamento delle imprese fra banche e mercati (pp. 17-42). Bologna : Il Mulino.
I prestiti bancari alle imprese in Italia: gli andamenti di lungo perodo
MIRRA, LOREDANA;
2012-06-01
Abstract
L’obiettivo dell’articolo è quello di descrivere un sistema bancario in un approccio di lungo periodo. Il principale risultato riscontrato è il sistema bancario in Italia nel corso degli ultimi trent’anni ha subito una trasformazione radicale che ha portato a maggiore concorrenza, efficienza e redditività degli intermediari e ad un miglioramento della quantità e della qualità dei servizi offerti all’economia reale. Ciò ha permesso nel complesso un significativo miglioramento delle condizioni di accesso al credito per le imprese non finanziarie del nostro Paese. I cambiamenti radicali che hanno interessato il sistema bancario non sono stati tuttavia accompagnati da un’analoga evoluzione del mercato azionario e obbligazionario. Lo scarsissimo sviluppo del sistema previdenziale privato e la crescita inferiore al previsto dei fondi di investimento mobiliare non hanno permesso un allargamento della base di investitori istituzionali che avrebbe permesso di accrescere la quota dei finanziamenti alle imprese provenienti direttamente dai mercati. Nei fatti, il rinnovamento del sistema bancario ha ulteriormente rafforzato il suo ruolo all’interno del sistema finanziario del nostro Paese. I dati evidenziano che la maggiore concorrenza tra le banche si è tradotta in una riduzione del costo del credito, in una maggiore facilità di accesso ai finanziamenti bancari e in minori squilibri territoriali. In particolare le analisi di beta e sigma-convergence sembrano confermare che l’esistenza di rilevanti shocks temporanei a livello territoriale sulla struttura finanziaria delle imprese impediscono di raggiungere condizioni uniformi su tutto il territorio nazionale ma anche che l’assenza di segmentazione nei mercati finanziari impedisce che tali differenze divengano permanenti. Il sistema bancario italiano appare solido nel quadro incerto della crisi finanziaria in quanto la modernizzazione è rimasta in larga misura immune dagli eccessi che hanno caratterizzato di altri paesi. Proprio questa prudenza tuttavia se da un lato è garanzia di stabilità dall’altro può costituire un problema per il finanziamento degli investimenti delle imprese. I prestiti non sono perfetti sostituti del capitale di rischio, né devono o possono esserlo se si vuole garantire la solidità del sistema bancario. Ma la maggiore prudenza delle banche nell’erogare i finanziamenti causa una minore capacità del sistema industriale di cogliere prontamente le nuove opportunità di investimento e limita fortemente la capacità di crescita delle imprese.File | Dimensione | Formato | |
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