L’infiammazione della mucosa intestinale nella Malattia di Crohn (MC) è l’end point di una cascata di eventi che iniziano da una stimolazione antigenica, appropriatamente diretta contro un patogeno non riconosciuto, oppure una risposta inappropriata verso un antigene altrimenti innocuo della flora batterica intestinale, in un ospite geneticamente predisposto. La risposta infiammatoria mucosale è mediata da processi Th1-dipendenti attraverso la produzione di citochine, quali IL1Beta, IL6 e TNFAlfa. Il TNFAlfa è il target della sperimentazione clinica, dato il suo ruolo di effettore pro-infiammatorio nella mucosa intestinale. Esso induce apoptosi attivando l’NFkB che transloca nel nucleo dove promuove la trascrizione di vari geni coinvolti nella risposta infiammatoria immuno-mediata. L’attivazione dell’NF-kB è stata dimostrata nelle cellule mucosali di Pazienti affetti da MC e la sua inibizione è uno dei meccanismi attraverso cui i corticosteroidi ed altri agenti anti-infiammatori esercitano il proprio effetto. Le più recenti acquisizioni sulle citochine proinfiammatorie ed il loro ruolo nelle IBD hanno condotto allo sviluppo di un potenziale approccio terapeutico per manipolare queste citochine e quindi inibire l’infiammazione nelle IBD. Di recente, il trattamento con Infliximab è stato utilizzato con successo nei Pazienti con MC che non rispondono alle terapie convenzionali, anche se i predittori della sua efficacia sono ancora oggetto di studio. Obiettivo del nostro studio è valutare la produzione di TNFAlfa da parte delle cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) ed i livelli di NFkB nella mucosa intestinale durante trattamento con Infliximab in 12 Pazienti con MC. Il TNFAlfa è stato dosato nei sovranatanti di colture di PBMC stimolate con PHA ed LPS. L’immunoistochimica è stata effettuata anche sulle biopsie intestinali. In 6 Pazienti, l’analisi Western blot della subunità RelA dell’NFkB e dei suoi inibitori IkBAlfa e IkBGamma è stata fatta su biopsie intestinali e su PBMC. La produzione di TNFAlfa da parte di PBMC stimolate con LPS ha mostrato minime variazioni, mentre essa è incrementata in PBMC stimolate con PHA dopo trattamento con Infliximab. Il numero di cellule infiammatorie nella mucosa intestinale si è ridotto (p<0.002) dopo trattamento. In 5 dei 6 Pazienti abbiamo riscontrato un incrementato livello degli inibitori IkBAlfa e IkBGammanelle biopsie intestinali dopo trattamento. L’incremento degli IkBs potrebbe essere uno dei meccanismi attraverso cui l’Infliximab riduce l’attività dell’NFkB ed esercita la propria azione anti-infiammatoria.

Maria, C. (2008). Livelli di NFkB, IkBalfa e IkBgamma nella mucosa intestinale e produzione di citochine da PBMC in Pazienti con Morbo di Crohn trattati con anticorpo monoclonale anti-TNFalfa (Infliximab).

Livelli di NFkB, IkBalfa e IkBgamma nella mucosa intestinale e produzione di citochine da PBMC in Pazienti con Morbo di Crohn trattati con anticorpo monoclonale anti-TNFalfa (Infliximab)

2008-05-16

Abstract

L’infiammazione della mucosa intestinale nella Malattia di Crohn (MC) è l’end point di una cascata di eventi che iniziano da una stimolazione antigenica, appropriatamente diretta contro un patogeno non riconosciuto, oppure una risposta inappropriata verso un antigene altrimenti innocuo della flora batterica intestinale, in un ospite geneticamente predisposto. La risposta infiammatoria mucosale è mediata da processi Th1-dipendenti attraverso la produzione di citochine, quali IL1Beta, IL6 e TNFAlfa. Il TNFAlfa è il target della sperimentazione clinica, dato il suo ruolo di effettore pro-infiammatorio nella mucosa intestinale. Esso induce apoptosi attivando l’NFkB che transloca nel nucleo dove promuove la trascrizione di vari geni coinvolti nella risposta infiammatoria immuno-mediata. L’attivazione dell’NF-kB è stata dimostrata nelle cellule mucosali di Pazienti affetti da MC e la sua inibizione è uno dei meccanismi attraverso cui i corticosteroidi ed altri agenti anti-infiammatori esercitano il proprio effetto. Le più recenti acquisizioni sulle citochine proinfiammatorie ed il loro ruolo nelle IBD hanno condotto allo sviluppo di un potenziale approccio terapeutico per manipolare queste citochine e quindi inibire l’infiammazione nelle IBD. Di recente, il trattamento con Infliximab è stato utilizzato con successo nei Pazienti con MC che non rispondono alle terapie convenzionali, anche se i predittori della sua efficacia sono ancora oggetto di studio. Obiettivo del nostro studio è valutare la produzione di TNFAlfa da parte delle cellule mononucleate del sangue periferico (PBMC) ed i livelli di NFkB nella mucosa intestinale durante trattamento con Infliximab in 12 Pazienti con MC. Il TNFAlfa è stato dosato nei sovranatanti di colture di PBMC stimolate con PHA ed LPS. L’immunoistochimica è stata effettuata anche sulle biopsie intestinali. In 6 Pazienti, l’analisi Western blot della subunità RelA dell’NFkB e dei suoi inibitori IkBAlfa e IkBGamma è stata fatta su biopsie intestinali e su PBMC. La produzione di TNFAlfa da parte di PBMC stimolate con LPS ha mostrato minime variazioni, mentre essa è incrementata in PBMC stimolate con PHA dopo trattamento con Infliximab. Il numero di cellule infiammatorie nella mucosa intestinale si è ridotto (p<0.002) dopo trattamento. In 5 dei 6 Pazienti abbiamo riscontrato un incrementato livello degli inibitori IkBAlfa e IkBGammanelle biopsie intestinali dopo trattamento. L’incremento degli IkBs potrebbe essere uno dei meccanismi attraverso cui l’Infliximab riduce l’attività dell’NFkB ed esercita la propria azione anti-infiammatoria.
16-mag-2008
A.A. 2007/2008
infliximab
anti-TNFalfa
malattia di Crohn
anticorpo
NFkB
IkB
it
Tesi di dottorato
Maria, C. (2008). Livelli di NFkB, IkBalfa e IkBgamma nella mucosa intestinale e produzione di citochine da PBMC in Pazienti con Morbo di Crohn trattati con anticorpo monoclonale anti-TNFalfa (Infliximab).
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