La Tesi è composta da 6 paper. Ogni paper è indipendente, ma tutti sono collegati da un unico filo conduttore: la creazione di un unico sistema bancario dell’Unione europea (UE) e il numero e la dimensione media delle banche che lo caratterizzeranno. Molti osservatori hanno ipotizzato che il processo di integrazione europeo comporterà anche la nascita di un sistema bancario unico, come effetto dell’armonizzazione delle regole e della istituzione del mercato e della politica monetaria comuni. La Tesi analizza le caratteristiche di struttura del nascente sistema bancario dell’UE. Tale approccio ha varie giustificazioni. Innanzitutto, la struttura bancaria è rilevante perchè influenza la trasmissione della politica monetaria. In secondo luogo, le caratteristiche strutturali sono tra le principali determinanti dei margini bancari e tramite questi influenzano il benessere collettivo. In terzo luogo, l’analisi della struttura è una delle componenti che spiega gli effetti dello sviluppo finanziario sulla crescita economica. Il Paper 1 descrive alcuni fatti stilizzati. Il paper sottolinea che il numero e la dimensione media delle banche varia da paese a paese e che il numero delle banche è diminuito negli ultimi decenni in tutti i sistemi, ma con rapidità e intensità molto differenziate. Sulla base di questi fatti stilizzati, la restante parte della Tesi cerca di spiegare cosa determini il numero e la dimensione media delle banche e di quante banche avrà bisogno il sistema bancario europeo. Il Paper II effettua una rassegna della letteratura di banking che spiega l’esistenza delle banche. Anche se tale letteratura non si chiede esplicitamente quante banche dovrebbero esistere, da un suo esame emerge una conclusione suggestiva: un sistema bancario composto da una sola banca è preferibile. In particolare, la banca “unica” reca vantaggi quando il rischio è idiosincratico o se può essere diversificato in qualche modo. Inoltre, la teoria suggerisce che la molteplicità delle banche replica l’unità: infatti il settore bancario è l’unico ad essere definito “sistema”. Il Paper III analizza quella parte della letteratura economica che ha applicato alle banche i concetti sviluppati dalla teoria dell’organizzazione industriale. Il paper sottolinea che il numero di banche è sempre un elemento significativo dell’analisi economica; che il mercato da solo non genera un numero ottimale di banche e che quindi l’intervento pubblico è necessario; che la progressiva deregolamentazione degli ultimi decenni ha amplificato la rilevanza delle limitazioni endogene al numero di banche. Infine, il paper dimostra che il numero di banche è una questione puramente empirica. I Paper IV e V tentano di rintracciare empiricamente le determinanti economiche della struttura del mercato bancario, analizzando sia le determinanti “statistiche” sia quelle “dinamiche”. I due paper si concentrano su vari indicatori: numero totale di banche, numero totale di sportelli; il rapporto tra numero di banche e di sportelli, usato sia come proxy della dimensione media sia come proxy del localismo bancario; il numero di banche straniere; il numero di nuove banche entrate e uscite dal mercato. Un elemento innovativo dell’analisi consiste nell’uso di dati regionali di 147 regioni amministrative dei paesi europei. Gli esercizi empirici si basano su differenti modelli econometrici: l’OLS; il modello negativo binomiale; il log-lineare; il logit frazionale; e lo zero inflated Poisson. I risultati indicano che esiste una corrispondenza tra dimensione media delle banche e dimensione media delle imprese. La presenza di minoranze linguistiche e culturali favorisce una connotazione localistica dei sistemi bancari. Una forte regolamentazione riduce il numero di banche, mentre la presenza dell’operatore pubblico riduce la loro dimensione media. La decisioni di ingresso e di uscita dipendono, rispettivamente in modo positivo e negativo, dall’andamento dei profitti. La rischiosità dei prenditori, la selezione avversa e il vantaggio informativo delle banche incumbent impediscono i nuovi ingressi. Il Paper VI verifica il grado di integrazione del mercato bancario dell’area-euro. A tal fine, il paper sfrutta l’unico riferimento teorico esistente, la legge del prezzo unico, e il relativo benchmark, la piena convergenza una volta considerati i rendimenti e i rischi. Il paper paragona il grado di integrazione tra i paesi dell’area-euro con quello tra le regioni italiane. L’analisi empirica usa due metodi: i test di radice unitaria e i test di uguaglianza dei coefficienti paesi stimati. I risultati dimostrano che i prezzi bancari sono eterogenei, ma le differenze sono spiegate dalle caratteristiche sia dei depositanti e dei prenditori nazionali, dal lato della domanda, sia dei sistemi bancari nazionali, dal lato dell’offerta. I tassi bancari dell’area dell’euro differiscono perchè i prodotti nazionali sono diversi o perchè sono differenziati da fattori nazionali. Una volta controllato per questi fattori, molte differenze svaniscono e la legge del prezzo unico risulta valida.

Affinito, M. (2008). How many banks does Europe need?.

How many banks does Europe need?

2008-05-14

Abstract

La Tesi è composta da 6 paper. Ogni paper è indipendente, ma tutti sono collegati da un unico filo conduttore: la creazione di un unico sistema bancario dell’Unione europea (UE) e il numero e la dimensione media delle banche che lo caratterizzeranno. Molti osservatori hanno ipotizzato che il processo di integrazione europeo comporterà anche la nascita di un sistema bancario unico, come effetto dell’armonizzazione delle regole e della istituzione del mercato e della politica monetaria comuni. La Tesi analizza le caratteristiche di struttura del nascente sistema bancario dell’UE. Tale approccio ha varie giustificazioni. Innanzitutto, la struttura bancaria è rilevante perchè influenza la trasmissione della politica monetaria. In secondo luogo, le caratteristiche strutturali sono tra le principali determinanti dei margini bancari e tramite questi influenzano il benessere collettivo. In terzo luogo, l’analisi della struttura è una delle componenti che spiega gli effetti dello sviluppo finanziario sulla crescita economica. Il Paper 1 descrive alcuni fatti stilizzati. Il paper sottolinea che il numero e la dimensione media delle banche varia da paese a paese e che il numero delle banche è diminuito negli ultimi decenni in tutti i sistemi, ma con rapidità e intensità molto differenziate. Sulla base di questi fatti stilizzati, la restante parte della Tesi cerca di spiegare cosa determini il numero e la dimensione media delle banche e di quante banche avrà bisogno il sistema bancario europeo. Il Paper II effettua una rassegna della letteratura di banking che spiega l’esistenza delle banche. Anche se tale letteratura non si chiede esplicitamente quante banche dovrebbero esistere, da un suo esame emerge una conclusione suggestiva: un sistema bancario composto da una sola banca è preferibile. In particolare, la banca “unica” reca vantaggi quando il rischio è idiosincratico o se può essere diversificato in qualche modo. Inoltre, la teoria suggerisce che la molteplicità delle banche replica l’unità: infatti il settore bancario è l’unico ad essere definito “sistema”. Il Paper III analizza quella parte della letteratura economica che ha applicato alle banche i concetti sviluppati dalla teoria dell’organizzazione industriale. Il paper sottolinea che il numero di banche è sempre un elemento significativo dell’analisi economica; che il mercato da solo non genera un numero ottimale di banche e che quindi l’intervento pubblico è necessario; che la progressiva deregolamentazione degli ultimi decenni ha amplificato la rilevanza delle limitazioni endogene al numero di banche. Infine, il paper dimostra che il numero di banche è una questione puramente empirica. I Paper IV e V tentano di rintracciare empiricamente le determinanti economiche della struttura del mercato bancario, analizzando sia le determinanti “statistiche” sia quelle “dinamiche”. I due paper si concentrano su vari indicatori: numero totale di banche, numero totale di sportelli; il rapporto tra numero di banche e di sportelli, usato sia come proxy della dimensione media sia come proxy del localismo bancario; il numero di banche straniere; il numero di nuove banche entrate e uscite dal mercato. Un elemento innovativo dell’analisi consiste nell’uso di dati regionali di 147 regioni amministrative dei paesi europei. Gli esercizi empirici si basano su differenti modelli econometrici: l’OLS; il modello negativo binomiale; il log-lineare; il logit frazionale; e lo zero inflated Poisson. I risultati indicano che esiste una corrispondenza tra dimensione media delle banche e dimensione media delle imprese. La presenza di minoranze linguistiche e culturali favorisce una connotazione localistica dei sistemi bancari. Una forte regolamentazione riduce il numero di banche, mentre la presenza dell’operatore pubblico riduce la loro dimensione media. La decisioni di ingresso e di uscita dipendono, rispettivamente in modo positivo e negativo, dall’andamento dei profitti. La rischiosità dei prenditori, la selezione avversa e il vantaggio informativo delle banche incumbent impediscono i nuovi ingressi. Il Paper VI verifica il grado di integrazione del mercato bancario dell’area-euro. A tal fine, il paper sfrutta l’unico riferimento teorico esistente, la legge del prezzo unico, e il relativo benchmark, la piena convergenza una volta considerati i rendimenti e i rischi. Il paper paragona il grado di integrazione tra i paesi dell’area-euro con quello tra le regioni italiane. L’analisi empirica usa due metodi: i test di radice unitaria e i test di uguaglianza dei coefficienti paesi stimati. I risultati dimostrano che i prezzi bancari sono eterogenei, ma le differenze sono spiegate dalle caratteristiche sia dei depositanti e dei prenditori nazionali, dal lato della domanda, sia dei sistemi bancari nazionali, dal lato dell’offerta. I tassi bancari dell’area dell’euro differiscono perchè i prodotti nazionali sono diversi o perchè sono differenziati da fattori nazionali. Una volta controllato per questi fattori, molte differenze svaniscono e la legge del prezzo unico risulta valida.
14-mag-2008
A.A. 2007/2008
banks : average size
European banking integration
asymmetric information
information costs
profit opportunities
bank regulation
banks : exogenous and endogenous barriers
banking convergence
law of one price
banks’ interest setting
en
Tesi di dottorato
Affinito, M. (2008). How many banks does Europe need?.
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Descrizione: Appendix - Paper VI The birth of a single European banking system: an empirical attempt to assess the euro area integration
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