In una mappa mondiale ed europea il Veneto non appare in posizione soddisfacente. Tuttavia, data la forte domanda di policentrismo europeo pienamente corrispondente all’organizzazione – anche spontanea - del territorio e dell’economia del Veneto, è possibile immaginare che attraverso un più stretto rapporto con l’UE (Cfr. le strutture già cooperative su base policentrica), il Veneto diventi nel prossimo periodo 2007-2013 molto più visibile. L’Unione Europea, che adatta il proprio giudizio a quanto i singoli stati mostrano (ad esempio statisticamente) e segnalano a proposito di regioni, non ha chiaro al momento a quale struttura geografica, politica, economica, sociale – in una parola: a quale ambiente - si debba fare riferimento quanto parliamo di Veneto. Se ad una visione globale del locale o ad una paneuropea, perché si trovi – seppure parzialmente - riscontro della posizione regionale in progetti più “operativi”, come quelli lanciati e gestiti da ESPON o Metrex. Trattandosi di una regione “storica” della vecchia Mittel-Europa, circondata oggi da regioni molto più “giovani”? (Fig. 1), il Veneto apparirà nei prossimi anni agli occhi dell’Unione Europea solo se in grado di definire la propria strategia territoriale come sinergica e cooperativa rispetto a quella delle regioni contermini (cooperazione transregionale). L’Unione considera infatti che l’assetto del territorio non può e non deve ridursi ad una somma di impostazioni, nazionali e regionali, ma deve essere il risultato di una loro interazione ed integrazione di più ampio respito. In tal senso la regione rappresenta il livello ideale di mediazione tra una visione strategica globale e locale; essa esprime il livello ottimale di orientamento e governo della governance; cioè dall’insieme di regole con cui si attuano, in concrete visioni strategiche, i riferimenti spaziali e fisici. In questa logica ogni regione offre il suo contributo alla creazione di uno spazio integrato europeo (European Spatial Development Perspective– ESDP ). La dimensione geopolitica e geoeconomica nell’ambito della quale il Veneto si trova ad operare nell’Europea allargata a 27 (+2) non è semplice e mostra come, sino ad oggi, le reti di comunicazione, gli scambi commerciali e culturali, l’innovazione e la ricerca, le attività di cooperazione internazionale, le interdipendenze di tipo politico e sociale siano andate di pari passo con l’integrazione istituzionale vera e propria. Il processo di “europeizzazione” nelle politiche di gestione del territorio, che per alcuni appare come una sorta di omologazione culturale, ha in realtà avuto esiti molto diversi nei vari paesi e nelle diverse regioni. Dunque anche in Veneto, che, come molti stati e regioni europei dell’area mediterranea ha avuto difficoltà a recepire ed applicare i principi e le opzioni di indirizzo dello Schema di Sviluppo Spaziale Europeo (SSSE). Motivo per cui il Veneto non ne ha dato completa applicazione, recependo non sempre in modo completo le indicazioni del livello nazionale. Il ruolo dell’europeizzazione è stato comunque estremamente rilevante anche in Veneto ed ha assunto un’importanza determinante soprattutto con la programmazione 2000-2006, nell’ambito della quale la Regione è riuscita ad esercitare un ruolo leader maggiore rispetto al passato. Ciò ha consentito al Veneto di essere riconosciuto tra gli enti regionali con un forte ruolo (2006), essere cioè considerato “ente territoriale a disporre delle leve fondamentali per l'attivazione dello sviluppo economico e sociale, che esercitano il controllo e la gestione del territorio, con la possibilità di prendere decisioni sul suo utilizzo”, parafrasando l’affermazione dell’allora Ministro delle politiche comunitarie (1997).

Prezioso, M., Quaglia, T. (2007). Il Veneto e l'Europa [Altro].

Il Veneto e l'Europa

PREZIOSO, MARIA;
2007-07-01

Abstract

In una mappa mondiale ed europea il Veneto non appare in posizione soddisfacente. Tuttavia, data la forte domanda di policentrismo europeo pienamente corrispondente all’organizzazione – anche spontanea - del territorio e dell’economia del Veneto, è possibile immaginare che attraverso un più stretto rapporto con l’UE (Cfr. le strutture già cooperative su base policentrica), il Veneto diventi nel prossimo periodo 2007-2013 molto più visibile. L’Unione Europea, che adatta il proprio giudizio a quanto i singoli stati mostrano (ad esempio statisticamente) e segnalano a proposito di regioni, non ha chiaro al momento a quale struttura geografica, politica, economica, sociale – in una parola: a quale ambiente - si debba fare riferimento quanto parliamo di Veneto. Se ad una visione globale del locale o ad una paneuropea, perché si trovi – seppure parzialmente - riscontro della posizione regionale in progetti più “operativi”, come quelli lanciati e gestiti da ESPON o Metrex. Trattandosi di una regione “storica” della vecchia Mittel-Europa, circondata oggi da regioni molto più “giovani”? (Fig. 1), il Veneto apparirà nei prossimi anni agli occhi dell’Unione Europea solo se in grado di definire la propria strategia territoriale come sinergica e cooperativa rispetto a quella delle regioni contermini (cooperazione transregionale). L’Unione considera infatti che l’assetto del territorio non può e non deve ridursi ad una somma di impostazioni, nazionali e regionali, ma deve essere il risultato di una loro interazione ed integrazione di più ampio respito. In tal senso la regione rappresenta il livello ideale di mediazione tra una visione strategica globale e locale; essa esprime il livello ottimale di orientamento e governo della governance; cioè dall’insieme di regole con cui si attuano, in concrete visioni strategiche, i riferimenti spaziali e fisici. In questa logica ogni regione offre il suo contributo alla creazione di uno spazio integrato europeo (European Spatial Development Perspective– ESDP ). La dimensione geopolitica e geoeconomica nell’ambito della quale il Veneto si trova ad operare nell’Europea allargata a 27 (+2) non è semplice e mostra come, sino ad oggi, le reti di comunicazione, gli scambi commerciali e culturali, l’innovazione e la ricerca, le attività di cooperazione internazionale, le interdipendenze di tipo politico e sociale siano andate di pari passo con l’integrazione istituzionale vera e propria. Il processo di “europeizzazione” nelle politiche di gestione del territorio, che per alcuni appare come una sorta di omologazione culturale, ha in realtà avuto esiti molto diversi nei vari paesi e nelle diverse regioni. Dunque anche in Veneto, che, come molti stati e regioni europei dell’area mediterranea ha avuto difficoltà a recepire ed applicare i principi e le opzioni di indirizzo dello Schema di Sviluppo Spaziale Europeo (SSSE). Motivo per cui il Veneto non ne ha dato completa applicazione, recependo non sempre in modo completo le indicazioni del livello nazionale. Il ruolo dell’europeizzazione è stato comunque estremamente rilevante anche in Veneto ed ha assunto un’importanza determinante soprattutto con la programmazione 2000-2006, nell’ambito della quale la Regione è riuscita ad esercitare un ruolo leader maggiore rispetto al passato. Ciò ha consentito al Veneto di essere riconosciuto tra gli enti regionali con un forte ruolo (2006), essere cioè considerato “ente territoriale a disporre delle leve fondamentali per l'attivazione dello sviluppo economico e sociale, che esercitano il controllo e la gestione del territorio, con la possibilità di prendere decisioni sul suo utilizzo”, parafrasando l’affermazione dell’allora Ministro delle politiche comunitarie (1997).
Altro
lug-2007
Contributo al PTRG della regione Veneto
Rilevanza nazionale
Settore M-GGR/02 - GEOGRAFIA ECONOMICO-POLITICA
Italian
sviluppo regionale; Veneto; Unione europea
Prezioso, M., Quaglia, T. (2007). Il Veneto e l'Europa [Altro].
Prezioso, M; Quaglia, T
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