Studi di ricerca mostrano evidenti relazioni tra definizione di immagine infermieristica, sviluppo della professione e dimensione culturale, sociale, economica e politica del contesto di analisi. Inoltre ulteriori indagini evidenziano un rapporto proporzionale tra immagine infermieristica negativa, ancora oggi associata a stereotipi femminili, e scadenti outcomes assistenziali: scarsa qualità delle performance lavorative con ricadute sulla qualità e sicurezza delle cure erogate, ridotta attrattività verso la professione ed insoddisfazione lavorativa. Ad oggi non si registrano studi primari orientati ad indagare le origini di definizione di immagine infermieristica, ma sono presenti solo contributi storiografici che individuano il periodo fascista come un’era di sviluppo professionale. Il progetto dottorale rappresenta una prima indagine sistematica attraverso una fonte primaria, con il duplice obiettivo di: 1) descrivere l’immagine dell’Infermiera Diplomata, quale donna, veicolata dal fascismo dal 1939 al 1943; 2) comprendere le dinamiche di influenza degli stereotipi di genere nella costruzione d’immagine dell’infermiera nell’assistenza del tempo, in relazione al contesto storico-sociale del periodo fascista. Materiali e Metodi Lo studio ha sottoposto ad esame 274 articoli, selezionati dall’unica Rivista infermieristica del tempo “L’Infermiera Italiana”, pubblicata in Italia negli anni dal 1935 al 1943. La ricerca è il risultato di più approcci metodologici: quello storico utilizzato per l’accertamento dell’autenticità formale della fonte documentaria e statistico per l’analisi 2 dei dati testuali con software Iramuteq. Il framework applicato, di natura sociologica, è l’“Approccio Integrativo” di Barbara J. Risman basato sul concetto di genere. Risultati Dai 274 articoli selezionati si delinea una nuova figura infermieristica le cui caratteristiche rappresentano una soluzione di continuità con il passato. L’Infermiera Diplomata o Professionale veicolata dal fascismo, assume caratteristiche di “intelligente collaborazione” al medico, dalle cui esigenze sembra nascere, mostrandone forte ancillarità. La figura infermieristica viene per la prima volta definita di concetto. Permangono le qualità professionali connaturate alle doti femminili, intensamente e strumentalmente veicolate dalla propaganda fascista. Una professione centrata soprattutto sulle ineccepibili proprietà morali e meno su quelle tecniche. Una nuova immagine che ha iniziato, e progressivamente, si è andata a delineare con una prima forma di strutturazione e reclutamento del gruppo professionale e poi con una completa maturazione di categoria registrata nell’anno 1943. Un’articolata e complessa relazione di dinamiche individuali, sociali ed istituzionali che hanno prodotto nel periodo esaminato un riconoscimento interno ed esterno alla professione. Un traguardo che dispensò non pochi sacrifici alla donna del tempo, la cui assistenza fu uno dei ridotti ambiti lavorativi concessi. Seppur l’infermiera fu collocata tra le professioni sanitarie, non sembra però aver raggiunto gli obiettivi dichiarati dal Regime. 3 Di fatto la tanto auspicata riforma assistenziale fascista di sostituzione delle “vecchie infermiere” con le “nuove”, diplomate, rimase incompleta. Il modello della Nightingale, a cui l’Italia dichiarava di ispirarsi apparve solo un ideale. La Riforma fu parziale poiché la sostituzione delle infermiere generiche con le diplomate, non si andò a completare per la scarsa attrattività della professione. Si riscontra invece una diversa immagine delle A.S.V. (Assistenti Sanitarie Visitatrici), che per le alte funzioni di sanità pubblica e di lotta contro le malattie infettive del tempo (che rappresentavano una piaga sociale), non fu riconosciuta solo per le doti femminili, ma anche per le competenze tecniche. Sembra quindi che per questa specifica figura, pur sempre infermieristica ma con una successiva specializzazione, la questione di genere sia stata secondaria a quella tecnico-professionale. Conclusioni Il progetto dottorale risulta confermativo della storiografia professionale italiana. Si delinea inoltre sia una prima definizione di figura infermieristica del periodo esaminato, conseguente alla strutturazione professionale, sia il processo attraverso cui si è giunti alla visibilità interna ed esterna alla professione. Una rigorosa ricerca storica il cui framework, ha misurato le variabili che hanno compartecipato alla definizione di immagine di allora, comprendendone le loro dinamiche e le interrelazioni. Una teoria concettuale di cui potrebbe giovare anche un’analisi attuale, nonché futura, in prospettiva alla proiezione dei bisogni assistenziali che si prospetteranno. Conoscere le dinamiche sottostanti la definizione di immagine professionale permette di indirizzare azioni attuali e future, di contrasto degli stereotipi professionali femminili a tutt’oggi esistenti (documentati dalle ricerche in campo internazionale) e dei conseguenti effetti negativi sulla sicurezza e qualità delle cure. 4 La femminilizzazione delle cure, affinché venga avversata, necessita di sinergie e collaborazione su scala internazionale, nonché di azioni di promozione del ruolo della figura infermieristica.

Piervisani, L. (2018). Storia dell’infermiera-donna nel periodo fascista: immagine e dinamiche identitarie.

Storia dell’infermiera-donna nel periodo fascista: immagine e dinamiche identitarie

PIERVISANI, LOREDANA
2018-01-01

Abstract

Studi di ricerca mostrano evidenti relazioni tra definizione di immagine infermieristica, sviluppo della professione e dimensione culturale, sociale, economica e politica del contesto di analisi. Inoltre ulteriori indagini evidenziano un rapporto proporzionale tra immagine infermieristica negativa, ancora oggi associata a stereotipi femminili, e scadenti outcomes assistenziali: scarsa qualità delle performance lavorative con ricadute sulla qualità e sicurezza delle cure erogate, ridotta attrattività verso la professione ed insoddisfazione lavorativa. Ad oggi non si registrano studi primari orientati ad indagare le origini di definizione di immagine infermieristica, ma sono presenti solo contributi storiografici che individuano il periodo fascista come un’era di sviluppo professionale. Il progetto dottorale rappresenta una prima indagine sistematica attraverso una fonte primaria, con il duplice obiettivo di: 1) descrivere l’immagine dell’Infermiera Diplomata, quale donna, veicolata dal fascismo dal 1939 al 1943; 2) comprendere le dinamiche di influenza degli stereotipi di genere nella costruzione d’immagine dell’infermiera nell’assistenza del tempo, in relazione al contesto storico-sociale del periodo fascista. Materiali e Metodi Lo studio ha sottoposto ad esame 274 articoli, selezionati dall’unica Rivista infermieristica del tempo “L’Infermiera Italiana”, pubblicata in Italia negli anni dal 1935 al 1943. La ricerca è il risultato di più approcci metodologici: quello storico utilizzato per l’accertamento dell’autenticità formale della fonte documentaria e statistico per l’analisi 2 dei dati testuali con software Iramuteq. Il framework applicato, di natura sociologica, è l’“Approccio Integrativo” di Barbara J. Risman basato sul concetto di genere. Risultati Dai 274 articoli selezionati si delinea una nuova figura infermieristica le cui caratteristiche rappresentano una soluzione di continuità con il passato. L’Infermiera Diplomata o Professionale veicolata dal fascismo, assume caratteristiche di “intelligente collaborazione” al medico, dalle cui esigenze sembra nascere, mostrandone forte ancillarità. La figura infermieristica viene per la prima volta definita di concetto. Permangono le qualità professionali connaturate alle doti femminili, intensamente e strumentalmente veicolate dalla propaganda fascista. Una professione centrata soprattutto sulle ineccepibili proprietà morali e meno su quelle tecniche. Una nuova immagine che ha iniziato, e progressivamente, si è andata a delineare con una prima forma di strutturazione e reclutamento del gruppo professionale e poi con una completa maturazione di categoria registrata nell’anno 1943. Un’articolata e complessa relazione di dinamiche individuali, sociali ed istituzionali che hanno prodotto nel periodo esaminato un riconoscimento interno ed esterno alla professione. Un traguardo che dispensò non pochi sacrifici alla donna del tempo, la cui assistenza fu uno dei ridotti ambiti lavorativi concessi. Seppur l’infermiera fu collocata tra le professioni sanitarie, non sembra però aver raggiunto gli obiettivi dichiarati dal Regime. 3 Di fatto la tanto auspicata riforma assistenziale fascista di sostituzione delle “vecchie infermiere” con le “nuove”, diplomate, rimase incompleta. Il modello della Nightingale, a cui l’Italia dichiarava di ispirarsi apparve solo un ideale. La Riforma fu parziale poiché la sostituzione delle infermiere generiche con le diplomate, non si andò a completare per la scarsa attrattività della professione. Si riscontra invece una diversa immagine delle A.S.V. (Assistenti Sanitarie Visitatrici), che per le alte funzioni di sanità pubblica e di lotta contro le malattie infettive del tempo (che rappresentavano una piaga sociale), non fu riconosciuta solo per le doti femminili, ma anche per le competenze tecniche. Sembra quindi che per questa specifica figura, pur sempre infermieristica ma con una successiva specializzazione, la questione di genere sia stata secondaria a quella tecnico-professionale. Conclusioni Il progetto dottorale risulta confermativo della storiografia professionale italiana. Si delinea inoltre sia una prima definizione di figura infermieristica del periodo esaminato, conseguente alla strutturazione professionale, sia il processo attraverso cui si è giunti alla visibilità interna ed esterna alla professione. Una rigorosa ricerca storica il cui framework, ha misurato le variabili che hanno compartecipato alla definizione di immagine di allora, comprendendone le loro dinamiche e le interrelazioni. Una teoria concettuale di cui potrebbe giovare anche un’analisi attuale, nonché futura, in prospettiva alla proiezione dei bisogni assistenziali che si prospetteranno. Conoscere le dinamiche sottostanti la definizione di immagine professionale permette di indirizzare azioni attuali e future, di contrasto degli stereotipi professionali femminili a tutt’oggi esistenti (documentati dalle ricerche in campo internazionale) e dei conseguenti effetti negativi sulla sicurezza e qualità delle cure. 4 La femminilizzazione delle cure, affinché venga avversata, necessita di sinergie e collaborazione su scala internazionale, nonché di azioni di promozione del ruolo della figura infermieristica.
2018
2017/2018
Scienze infermieristiche e sanità pubblica
31.
Infermiere Diplomate; immagine; genere; figura infermieristica; Fascismo; stereotipi
Settore MEDS-24/C - Scienze infermieristiche generali, cliniche, pediatriche e ostetrico-ginecologiche e neonatali
Italian
Tesi di dottorato
Piervisani, L. (2018). Storia dell’infermiera-donna nel periodo fascista: immagine e dinamiche identitarie.
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