Gli endocannabinoidi, vale a dire ammidi, esteri ed eteri di acidi grassi polinsaturi a catena lunga, sono agonisti endogeni dei recettori cannabici di tipo 1 e 2 (CB1R e CB2R; Cannabinoid Binding Receptor type 1/2), in grado di mimare gli effetti farmacologici del Δ9-tetraidrocannabinolo (Δ9-THC), principio attivo della Cannabis sativa. Di questa classe di mediatori lipidici, i composti maggiormente studiati sono l’N-arachidonoiletanolammina (AEA) ed il 2-arachidonilglicerolo (2-AG). Le vie di sintesi ed il rilascio di AEA e 2-AG, sono la NAPE-PLD (N-acil-fosfatidiletanolammina fosfolipasi D) e la DAG lipasi (1,2-diacilglicerolo lipasi). Molte evidenze sperimentali hanno dimostrato che l’attività di questi composti a livello dei recettori viene limitata dal loro trasporto all’interno della cellula, attraverso uno specifico trasportatore (AMT, AEA Membrane Transport) e, successivamente, dalla loro degradazione intracellulare. Una idrolasi specifica, la FAAH (Fatty Acid Amide Hydrolase) è il principale enzima che degrada l’AEA mentre la MAGL (Mono Acyl Glycerol Lipase) è l’enzima chiave nella degradazione del 2-AG. Insieme all’AEA, al 2-AG e ad altri analoghi, queste proteine formano il “Sistema Endocannabinoide” (SE). L’AEA è in grado di legare ed attivare anche il recettore vanilloide di tipo 1 (Transient Receptor Potential channel Vanilloid subunit 1), pertanto è considerato anche un “endovanilloide”. Molti sono gli effetti biologici derivati dal legame degli endocannabinoidi ai loro target molecolari. Infatti, questa classe di mediatori lipidici esercita attività immunosoppressiva, ipotensivante, bradicardizzante, antinfiammatoria, mancato impianto embrionale e induzione dell’apoptosi nelle cellule neuronali e cerebrali. Le malattie parodontali sono un gruppo di patologie infiammatorie ad eziologia batterica, che portano alla distruzione del tessuto di supporto del dente. In Italia, circa il 60% della popolazione è affetta da malattie parodontali, e circa il 10-14% manifesta forme abbastanza avanzate (parodontiti). La risposta immunitaria all’infezione batterica svolge un ruolo fondamentale nella patogenesi di queste malattie. La ricerca scientifica si sta sempre più orientando verso lo studio molecolare di queste patologie e dei mediatori chimici responsabili dei processi infiammatori. Abbiamo voluto studiare il ruolo del sistema endocannabinoide nei processi infiammatori parodontali. ipotizzando che l’azione batterica possa stimolare il rilascio di endocannabinoidi nel tessuto parodontale ed in particolare nel fluido crevicolare gengivale prodotto al fine di svolgere la sua azione anti-infiammatoria. Recentemente è stata dimostrata la presenza in fibroblasti gengivali umani (HGFs) dei recettori cannabici di tipo 1 e 2 i quali, in condizioni patologiche, vengono sovraespressi. Inoltre sono stati rilevati livelli endogeni di AEA nel fluido crevicolare gengivale (GCF). L’AEA riduce in maniera significativa la produzione di citochine (IL-6, IL-8 and MCP-1) indotte dall’azione batterica in HGFs, attraverso i recettori cannabici. I nostri studi dimostrano che il GCF è in grado di idrolizzare l’Anandamide attraverso la FAAH, inoltre in pazienti affetti da periodontite tale attività sembrerebbe aumentare significativamente. Questi dati dimostrano per la prima volta la presenza della FAAH nel fluido gengivale che insieme all’identificazione dei recettori cannabici e dei livelli endogeni di AEA nei tessuti parodontali confermano il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nei processi infiammatori causati dalla periodontite.

Maturo, P. (2008). Infiammazione parodontale e sistema endocannabinoide.

Infiammazione parodontale e sistema endocannabinoide

MATURO, PAOLO
2008-03-31

Abstract

Gli endocannabinoidi, vale a dire ammidi, esteri ed eteri di acidi grassi polinsaturi a catena lunga, sono agonisti endogeni dei recettori cannabici di tipo 1 e 2 (CB1R e CB2R; Cannabinoid Binding Receptor type 1/2), in grado di mimare gli effetti farmacologici del Δ9-tetraidrocannabinolo (Δ9-THC), principio attivo della Cannabis sativa. Di questa classe di mediatori lipidici, i composti maggiormente studiati sono l’N-arachidonoiletanolammina (AEA) ed il 2-arachidonilglicerolo (2-AG). Le vie di sintesi ed il rilascio di AEA e 2-AG, sono la NAPE-PLD (N-acil-fosfatidiletanolammina fosfolipasi D) e la DAG lipasi (1,2-diacilglicerolo lipasi). Molte evidenze sperimentali hanno dimostrato che l’attività di questi composti a livello dei recettori viene limitata dal loro trasporto all’interno della cellula, attraverso uno specifico trasportatore (AMT, AEA Membrane Transport) e, successivamente, dalla loro degradazione intracellulare. Una idrolasi specifica, la FAAH (Fatty Acid Amide Hydrolase) è il principale enzima che degrada l’AEA mentre la MAGL (Mono Acyl Glycerol Lipase) è l’enzima chiave nella degradazione del 2-AG. Insieme all’AEA, al 2-AG e ad altri analoghi, queste proteine formano il “Sistema Endocannabinoide” (SE). L’AEA è in grado di legare ed attivare anche il recettore vanilloide di tipo 1 (Transient Receptor Potential channel Vanilloid subunit 1), pertanto è considerato anche un “endovanilloide”. Molti sono gli effetti biologici derivati dal legame degli endocannabinoidi ai loro target molecolari. Infatti, questa classe di mediatori lipidici esercita attività immunosoppressiva, ipotensivante, bradicardizzante, antinfiammatoria, mancato impianto embrionale e induzione dell’apoptosi nelle cellule neuronali e cerebrali. Le malattie parodontali sono un gruppo di patologie infiammatorie ad eziologia batterica, che portano alla distruzione del tessuto di supporto del dente. In Italia, circa il 60% della popolazione è affetta da malattie parodontali, e circa il 10-14% manifesta forme abbastanza avanzate (parodontiti). La risposta immunitaria all’infezione batterica svolge un ruolo fondamentale nella patogenesi di queste malattie. La ricerca scientifica si sta sempre più orientando verso lo studio molecolare di queste patologie e dei mediatori chimici responsabili dei processi infiammatori. Abbiamo voluto studiare il ruolo del sistema endocannabinoide nei processi infiammatori parodontali. ipotizzando che l’azione batterica possa stimolare il rilascio di endocannabinoidi nel tessuto parodontale ed in particolare nel fluido crevicolare gengivale prodotto al fine di svolgere la sua azione anti-infiammatoria. Recentemente è stata dimostrata la presenza in fibroblasti gengivali umani (HGFs) dei recettori cannabici di tipo 1 e 2 i quali, in condizioni patologiche, vengono sovraespressi. Inoltre sono stati rilevati livelli endogeni di AEA nel fluido crevicolare gengivale (GCF). L’AEA riduce in maniera significativa la produzione di citochine (IL-6, IL-8 and MCP-1) indotte dall’azione batterica in HGFs, attraverso i recettori cannabici. I nostri studi dimostrano che il GCF è in grado di idrolizzare l’Anandamide attraverso la FAAH, inoltre in pazienti affetti da periodontite tale attività sembrerebbe aumentare significativamente. Questi dati dimostrano per la prima volta la presenza della FAAH nel fluido gengivale che insieme all’identificazione dei recettori cannabici e dei livelli endogeni di AEA nei tessuti parodontali confermano il coinvolgimento del sistema endocannabinoide nei processi infiammatori causati dalla periodontite.
31-mar-2008
malattia parodontale
sistema endocannabinoide
it
Tesi di dottorato
Maturo, P. (2008). Infiammazione parodontale e sistema endocannabinoide.
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