Il Giudice costituzionale “assolve” il legislatore retrospettivo che cancella le “iniquità” del passato…e assesta un nuovo colpo al legittimo affidamento

Analyzing some recent rulings of the Constitutional Court, the Author focuses on the constitutional limits of legislation with retroactive effects and the protection of legitimate expectation, which meets anything but a strong application, despite it has been considered an “autonomous constitutional referent” for a long time. In the most recent constitutional jurisprudence, there is a problematic opening on the front of the “legitimate purposes” that the legislator might pursue through retroactive legislation. The result is a further hard blow to the legal certainty. Noting the abandonment by the Court of any last-ditch effort to evaluate retroactivity as a disvalue in itself, the author problematically takes into account the modification of the relationships considered against “equity” among the objectives of legislation with retroactive effects suitable for justifying the sacrifice of legitimate expectations.

Soffermandosi su alcune recenti pronunce della Corte costituzionale, l’Autrice focalizza la sua indagine sui limiti costituzionali della legislazione ad effetti retroattivi e sulla tutela del legittimo affidamento, il quale, nonostante sia stato da tempo elevato ad “autonomo referente costituzionale”, incontra un’applicazione tutt’altro che ferma. Nella giurisprudenza costituzionale più recente si registra, in particolare, una problematica apertura su fronte dei “legittimi” scopi che il legislatore potrebbe perseguire attraverso la normativa retroattiva, determinando un ulteriore significativo colpo alla tenuta della sicurezza dei rapporti giuridici. Registrato l’abbandono, da parte della Corte, di ogni residuo tentativo di ricostruire la retroattività come un disvalore in sé, l’Autrice rileva problematicamente la promozione, tra gli obiettivi della legislazione ad effetti retroattivi idonei a giustificare il sacrificio del legittimo affidamento, la modifica dell’assetto di rapporti già definiti da precedenti leggi non rispondenti a criteri di “equità”.