Il tradizionale ruolo di mediazione informativa svolto dai/dalle bibliotecari/bibliotecarie, si arricchisce oggi di nuovi contenuti che riguardano la divulgazione della conoscenza sull’uso il più possibile esperto degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa. Questa nuova tecnologia, infatti, lungi da escludere i mediatori informativi, quali sono i/le bibliotecari/e, e aggravare definitivamente le conseguenze del fenomeno della disintermediazione, che ha caratterizzato questi decenni e ha messo in crisi la professione bibliotecaria, soprattutto nelle aree STEM e Bio-Medical, può rappresentare un elemento di “riscatto” nei termini dell’evoluzione della professione verso una dimensione spiccatamente divulgativa. A nostro avviso non esiste, o quasi, categoria professionale più adatta a sanare i grandi vuoti di competenza e di conoscenza di un fenomeno così complesso, ma nello stesso tempo così pervasivo come la diffusione dei tools di intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito frequentato dai/lle bibliotecari/ e, cioè l’informazione. Pensiamo a quanto possa essere utile “guidare” i ricercatori attraverso strumenti che permettano loro di affidare all’AI gli aspetti più compilativi della loro attività di studio e ricerca, e permettere loro di concentrarsi solo sugli aspetti speculativi e creativi, anche grazie ai suggerimenti delle macchine intelligenti. E questo facendo solo il nostro consueto lavoro di fact checking e di verifica delle fonti informative, indipendentemente dal contesto bibliotecario in cui ci si trovi a operare, oltre che dei contenuti proposti dall’AI che possono essere falsati da bias e/o allucinazioni (che comunque dipendono sempre dall’interazione con gli umani). La conoscenza dei tools - di cui ragioniamo nell’ultima parte di questo lavoro per dare concretezza ad un tema che altrimenti rischia di essere troppo astratto per le nostre comunità di riferimento - si affianca così alla tradizionale information literacy, una competenza che si pratica nelle nostre biblioteche e che trova così nuovi spunti per aggiornarsi e continuare ad essere di supporto alla crescita informativa e intellettuale dei nostri utenti, per una partecipazione sempre più consapevole ed esperta alla vita del XXI secolo.
Ciocci, D., Squarcione, M., Viazzi, F. (2024). Biblioteche e AI Literacy: alcune riflessioni sulle nuove competenze per la mediazione informativa. BIBLIOTECHE OGGI TRENDS, 10(2), 76-88 [10.3302/2421-3810-202402-076-1].
Biblioteche e AI Literacy: alcune riflessioni sulle nuove competenze per la mediazione informativa
Daniele Ciocci;
2024-01-01
Abstract
Il tradizionale ruolo di mediazione informativa svolto dai/dalle bibliotecari/bibliotecarie, si arricchisce oggi di nuovi contenuti che riguardano la divulgazione della conoscenza sull’uso il più possibile esperto degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale generativa. Questa nuova tecnologia, infatti, lungi da escludere i mediatori informativi, quali sono i/le bibliotecari/e, e aggravare definitivamente le conseguenze del fenomeno della disintermediazione, che ha caratterizzato questi decenni e ha messo in crisi la professione bibliotecaria, soprattutto nelle aree STEM e Bio-Medical, può rappresentare un elemento di “riscatto” nei termini dell’evoluzione della professione verso una dimensione spiccatamente divulgativa. A nostro avviso non esiste, o quasi, categoria professionale più adatta a sanare i grandi vuoti di competenza e di conoscenza di un fenomeno così complesso, ma nello stesso tempo così pervasivo come la diffusione dei tools di intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito frequentato dai/lle bibliotecari/ e, cioè l’informazione. Pensiamo a quanto possa essere utile “guidare” i ricercatori attraverso strumenti che permettano loro di affidare all’AI gli aspetti più compilativi della loro attività di studio e ricerca, e permettere loro di concentrarsi solo sugli aspetti speculativi e creativi, anche grazie ai suggerimenti delle macchine intelligenti. E questo facendo solo il nostro consueto lavoro di fact checking e di verifica delle fonti informative, indipendentemente dal contesto bibliotecario in cui ci si trovi a operare, oltre che dei contenuti proposti dall’AI che possono essere falsati da bias e/o allucinazioni (che comunque dipendono sempre dall’interazione con gli umani). La conoscenza dei tools - di cui ragioniamo nell’ultima parte di questo lavoro per dare concretezza ad un tema che altrimenti rischia di essere troppo astratto per le nostre comunità di riferimento - si affianca così alla tradizionale information literacy, una competenza che si pratica nelle nostre biblioteche e che trova così nuovi spunti per aggiornarsi e continuare ad essere di supporto alla crescita informativa e intellettuale dei nostri utenti, per una partecipazione sempre più consapevole ed esperta alla vita del XXI secolo.File | Dimensione | Formato | |
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