Il contributo presenta la necessità di integrare gli ambienti di apprendimento per la formazione in ingresso degli insegnanti della scuola di secondo grado con tecnologie analogiche e digitali. Allo scopo sono tenuti in considerazione alcuni dati riferiti alla centralità del ruolo degli insegnanti sia sotto il profilo emotivo e sociale (OECD, 2018), sia per i risultati di apprendimento (Hattie, 2008). La competenza per usare pedagogicamente il digitale è definita pedagogical digital competence, cioè la capacità di applicare coerentemente le attitudini, le conoscenze e le competenze necessarie per pianificare e condurre, e per valutare e rivedere in modo ricorsivo, l'insegnamento supportato dalle TIC, sulla base della teoria, dei risultati di ricerca e dell'esperienza, al fine di sostenere l'apprendimento degli studenti (From, 2017). Considerando che la disponibilità dei docenti ad usare realmente le tecnologie digitali è strettamente legata alla loro percezione di esserne capaci, alla percezione di autoefficacia e ai risultati attesi (Niederhauser, Perkmen, 2010), è ipotizzabile che le università giochino un ruolo cruciale nel facilitare la preparazione necessaria a rendere confidenti i professionisti. La formazione ricevuta, infatti, è una variabile importante nella disponibilità dei docenti a promuovere esperienze di didattica innovativa supportata dalle tecnologie (Paraskeva, Bouta, Papagianni, 2008). Appare dunque utile considerare i seguenti punti ai fini dell’offerta formativa del PF24: • l’ambiente digitale deve essere uno degli ambienti all’interno dei quali i futuri docenti si preparano alla professione e dovrebbe far parte integrante dei percorsi in ingresso e dei processi di faculty development, attivati per migliorare l’offerta didattica universitaria. Un’offerta formativa blended e transmediale appare adeguata a garantire una preparazione di prodotto e di processo rispetto ai media digitali; • è necessario tenere insieme l’attività didattica e quella di ricerca, per sostenere i docenti nel rispondere alle questioni legate al digitale e per guidare i processi di innovazione; • è utile formare tanto alla media literacy, quanto alla media education e per farlo in modo equilibrato è necessario privilegiare prodotti open per le necessità di istruzione e educazione e prodotti bussiness per la dimensione sociale e l’elaborazione di un pensiero critico che promuova anche la cittadinanza, senza distinzione fra digitale e non. Il modello open offre prodotti maggiormente integrati con le necessità educative, mentre i prodotti commerciali sono un utile banco di prova per allenare il senso critico, così importante nella maturazione della competenza digitale.
Spinelli, A. (2022). Formazione insegnanti e tecnologie digitali, il ruolo delle università. In R.V. Rizzo A.L. (a cura di), La formazione degli insegnanti: problemi, prospettive e proposte per una scuola di qualità aperta a tutti e tutte (pp. 142-144). LECCE : Pensa MultiMedia.
Formazione insegnanti e tecnologie digitali, il ruolo delle università
Spinelli A
2022-01-01
Abstract
Il contributo presenta la necessità di integrare gli ambienti di apprendimento per la formazione in ingresso degli insegnanti della scuola di secondo grado con tecnologie analogiche e digitali. Allo scopo sono tenuti in considerazione alcuni dati riferiti alla centralità del ruolo degli insegnanti sia sotto il profilo emotivo e sociale (OECD, 2018), sia per i risultati di apprendimento (Hattie, 2008). La competenza per usare pedagogicamente il digitale è definita pedagogical digital competence, cioè la capacità di applicare coerentemente le attitudini, le conoscenze e le competenze necessarie per pianificare e condurre, e per valutare e rivedere in modo ricorsivo, l'insegnamento supportato dalle TIC, sulla base della teoria, dei risultati di ricerca e dell'esperienza, al fine di sostenere l'apprendimento degli studenti (From, 2017). Considerando che la disponibilità dei docenti ad usare realmente le tecnologie digitali è strettamente legata alla loro percezione di esserne capaci, alla percezione di autoefficacia e ai risultati attesi (Niederhauser, Perkmen, 2010), è ipotizzabile che le università giochino un ruolo cruciale nel facilitare la preparazione necessaria a rendere confidenti i professionisti. La formazione ricevuta, infatti, è una variabile importante nella disponibilità dei docenti a promuovere esperienze di didattica innovativa supportata dalle tecnologie (Paraskeva, Bouta, Papagianni, 2008). Appare dunque utile considerare i seguenti punti ai fini dell’offerta formativa del PF24: • l’ambiente digitale deve essere uno degli ambienti all’interno dei quali i futuri docenti si preparano alla professione e dovrebbe far parte integrante dei percorsi in ingresso e dei processi di faculty development, attivati per migliorare l’offerta didattica universitaria. Un’offerta formativa blended e transmediale appare adeguata a garantire una preparazione di prodotto e di processo rispetto ai media digitali; • è necessario tenere insieme l’attività didattica e quella di ricerca, per sostenere i docenti nel rispondere alle questioni legate al digitale e per guidare i processi di innovazione; • è utile formare tanto alla media literacy, quanto alla media education e per farlo in modo equilibrato è necessario privilegiare prodotti open per le necessità di istruzione e educazione e prodotti bussiness per la dimensione sociale e l’elaborazione di un pensiero critico che promuova anche la cittadinanza, senza distinzione fra digitale e non. Il modello open offre prodotti maggiormente integrati con le necessità educative, mentre i prodotti commerciali sono un utile banco di prova per allenare il senso critico, così importante nella maturazione della competenza digitale.| File | Dimensione | Formato | |
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