Nel volume si tenta una nuova chiave di lettura di un dramma, che risulta estremamente “tormentato”, e non solo per le talora evidenti difficoltà testuali, ma anche per gli interventi di numerosi editori, che ne hanno risolto le apparenti contraddizioni, per lo più espungendo interi versi o addirittura gruppi di versi. Non si è spesso tenuto conto della congruenza di lunghe e decisive sezioni della tragedia con peculiari situazioni storiche, congruenza che invece garantiva la millenaria esegesi scolare. È, d’altra parte, in genere sfuggito un meccanismo compositivo, che l’attenta analisi di alcuni studiosi, a partire dagli anni settanta del secolo scorso (in primis Carlo Prato), ha invece prospettato, ovvero la singolare riproposizione, da parte di Euripide, di una tecnica versificatoria del tutto simile a quella dell’epos orale. E non senza ragione: in un momento in cui il testo scritto cominciava a diffondersi anche tra il suo pubblico, il drammaturgo, paradossalmente quanto genialmente, riscopriva l’ efficacia di meccanismi del tutto intrinseci a quella “pubblicazione” orale, che in definitiva comportava la messa in scena tragica. The book try a new interpretation of a drama, which is extremely "troubled", not only for the obvious difficulties sometimes textual, but also for the actions of many publishers, who have resolved apparent contradictions, mostly expunging whole lines or even groups of lines. It is not often considered the consistency of long and decisive sections of the tragedy with peculiar historical situations, but that consistency is guaranteed by the millennial scholia’s esegesis. It is, however, generally escaped a mechanism of composition, that careful analysis of some scholars, since the seventies of last century (primarily Carlo Prato), has identified, namely ,the singular repetition, by Euripides, of a formulaic technique similar to that of oral epic poetry. And not without reason: in a time when the written text began to spread among his audience, the playwright, paradoxically as brilliantly, rediscovered the efficacy of mechanisms at all intrinsic to the "publication" oral, which involved the tragic performance.
Casadio, V. (2011). Un dramma "tormentato". L'Oreste e le formule euripidee. Teramo : Evoé edizioni.
Un dramma "tormentato". L'Oreste e le formule euripidee
CASADIO, VALERIO
2011-04-01
Abstract
Nel volume si tenta una nuova chiave di lettura di un dramma, che risulta estremamente “tormentato”, e non solo per le talora evidenti difficoltà testuali, ma anche per gli interventi di numerosi editori, che ne hanno risolto le apparenti contraddizioni, per lo più espungendo interi versi o addirittura gruppi di versi. Non si è spesso tenuto conto della congruenza di lunghe e decisive sezioni della tragedia con peculiari situazioni storiche, congruenza che invece garantiva la millenaria esegesi scolare. È, d’altra parte, in genere sfuggito un meccanismo compositivo, che l’attenta analisi di alcuni studiosi, a partire dagli anni settanta del secolo scorso (in primis Carlo Prato), ha invece prospettato, ovvero la singolare riproposizione, da parte di Euripide, di una tecnica versificatoria del tutto simile a quella dell’epos orale. E non senza ragione: in un momento in cui il testo scritto cominciava a diffondersi anche tra il suo pubblico, il drammaturgo, paradossalmente quanto genialmente, riscopriva l’ efficacia di meccanismi del tutto intrinseci a quella “pubblicazione” orale, che in definitiva comportava la messa in scena tragica. The book try a new interpretation of a drama, which is extremely "troubled", not only for the obvious difficulties sometimes textual, but also for the actions of many publishers, who have resolved apparent contradictions, mostly expunging whole lines or even groups of lines. It is not often considered the consistency of long and decisive sections of the tragedy with peculiar historical situations, but that consistency is guaranteed by the millennial scholia’s esegesis. It is, however, generally escaped a mechanism of composition, that careful analysis of some scholars, since the seventies of last century (primarily Carlo Prato), has identified, namely ,the singular repetition, by Euripides, of a formulaic technique similar to that of oral epic poetry. And not without reason: in a time when the written text began to spread among his audience, the playwright, paradoxically as brilliantly, rediscovered the efficacy of mechanisms at all intrinsic to the "publication" oral, which involved the tragic performance.File | Dimensione | Formato | |
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