Il saggio affronta il problema dell’orario quale elemento recessivo nel rapporto di lavoro subordinato e mette in risalto la professionalità quale criterio emergente della diligenza e della retribuzione. Vengono poi esaminate le sperimentazioni nazionali e straniere di riduzione dell’orario nel mercato del lavoro e le proposte di legge italiane su tale materia. Secondo l’Autore, lo sviluppo tecnologico non dovrebbe legittimare una riduzione dell’orario di lavoro con conseguente riduzione della retribuzione o, peggio ancora, una riduzione dell’occupazione e ciò perché allo sviluppo della tecnologia è connaturato un aumento della professionalità e delle responsabilità dei lavoratori. Pertanto il più elevato livello di professionalità richiesto dal datore di lavoro dovrebbe essere compensato con la riduzione dell’orario di lavoro, il tutto a parità di retribuzione. L’Autore conclude che la tecnica regolativa più idonea per la disciplina della c.d. settimana corta potrebbe essere quella della contrattazione collettiva di secondo livello, attraverso la quale le parti sociali potrebbero costruire rapporti partecipativi virtuosi, anche mediante accordi più ampi che prevedano proficui scambi contrattuali.
Fraioli, A. (2024). Prove tecniche di riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione. MASSIMARIO DI GIURISPRUDENZA DEL LAVORO.
Prove tecniche di riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione
Fraioli, AL
2024-01-01
Abstract
Il saggio affronta il problema dell’orario quale elemento recessivo nel rapporto di lavoro subordinato e mette in risalto la professionalità quale criterio emergente della diligenza e della retribuzione. Vengono poi esaminate le sperimentazioni nazionali e straniere di riduzione dell’orario nel mercato del lavoro e le proposte di legge italiane su tale materia. Secondo l’Autore, lo sviluppo tecnologico non dovrebbe legittimare una riduzione dell’orario di lavoro con conseguente riduzione della retribuzione o, peggio ancora, una riduzione dell’occupazione e ciò perché allo sviluppo della tecnologia è connaturato un aumento della professionalità e delle responsabilità dei lavoratori. Pertanto il più elevato livello di professionalità richiesto dal datore di lavoro dovrebbe essere compensato con la riduzione dell’orario di lavoro, il tutto a parità di retribuzione. L’Autore conclude che la tecnica regolativa più idonea per la disciplina della c.d. settimana corta potrebbe essere quella della contrattazione collettiva di secondo livello, attraverso la quale le parti sociali potrebbero costruire rapporti partecipativi virtuosi, anche mediante accordi più ampi che prevedano proficui scambi contrattuali.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


