L’A. analizza il modello della concertazione in Olanda, descrivendone la caratteristica principale che è quella dell’intenso dialogo sociale tra le parti. Infatti, questo modello si basa sulla consultazione, che è istituzionalizzata, ovvero adeguatamente organizzata, a livello nazionale, fra le organizzazioni principali dei datori di lavoro e dei lavoratori, ciò che ha permesso al Paese di far fronte alle sfide che si affacciano nel panorama economico sociale europeo. A tal fine, sono illustrati i successi dell’esperienza concertativa olandese anche attraverso le strategie promosse nel mercato del lavoro, tra tutte, quella della flexicurity: concetto multidimensionale, che si basa sulla disponibilità di contratti di lavoro flessibili, sulla presenza di un adeguato supporto economico a chi perde o cerca lavoro, sul ricorso sistematico a politiche attive del lavoro e sull’investimento in formazione e apprendimento continuo (lifelong learning). Pertanto, l’A. conclude prospettando l’utilità del modello olandese anche per gli altri Paesi membri dell’Unione Europea, in particolare, per l’Italia che, da questo punto di vista, potrebbe trarre degli insegnamenti dall’esperienza in esame.
Battisti, A.m. (2009). Il modello olandese. In R. Pessi (a cura di), Europa e concertazione: modelli a confronto (pp. 311-335). Padova : Cedam.
Il modello olandese
BATTISTI, ANNA MARIA
2009-01-01
Abstract
L’A. analizza il modello della concertazione in Olanda, descrivendone la caratteristica principale che è quella dell’intenso dialogo sociale tra le parti. Infatti, questo modello si basa sulla consultazione, che è istituzionalizzata, ovvero adeguatamente organizzata, a livello nazionale, fra le organizzazioni principali dei datori di lavoro e dei lavoratori, ciò che ha permesso al Paese di far fronte alle sfide che si affacciano nel panorama economico sociale europeo. A tal fine, sono illustrati i successi dell’esperienza concertativa olandese anche attraverso le strategie promosse nel mercato del lavoro, tra tutte, quella della flexicurity: concetto multidimensionale, che si basa sulla disponibilità di contratti di lavoro flessibili, sulla presenza di un adeguato supporto economico a chi perde o cerca lavoro, sul ricorso sistematico a politiche attive del lavoro e sull’investimento in formazione e apprendimento continuo (lifelong learning). Pertanto, l’A. conclude prospettando l’utilità del modello olandese anche per gli altri Paesi membri dell’Unione Europea, in particolare, per l’Italia che, da questo punto di vista, potrebbe trarre degli insegnamenti dall’esperienza in esame.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.