Il progetto “Una misura di Performance dei SSR”, giunto nel 2017 alla sua quinta annualità, ha il duplice obiettivo di fornire una valutazione dell’evoluzione della Performance dei servizi sanitari e di analizzare e sviluppare metodologie utilizzabili per le valutazioni di Performance dei SSR in senso lato. La metodologia implementata si fonda sul principio della multi-dimensionalità della Performance e sulla multi-prospettiva, utilizzando un metodo originale di valutazione, proposto e sviluppato dal team di ricerca di C.R.E.A. Sanità (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, con la collaborazione di un qualificato Panel di esperti afferenti a cinque categorie di stakeholder (Industria medicale, Istituzioni, Management aziendale, Professioni sanitarie, Utenti). Preme sottolineare che la valutazione effettuata riguarda il SSR, inteso in senso lato; non si limita, infatti, a considerare i risultati del sistema pubblico regionale di offerta, o per meglio dire, il raggiungimento degli obiettivi istituzionali e programmatici del Welfare pubblico, ma allarga il suo spettro di analisi agli impatti della spesa privata e, in generale, agli outcome di salute della popolazione. Il progetto, quindi, non è tanto finalizzato a valutare la capacità di garantire l’accountability dei SSR pubblici, quanto a rappresentare una modalità “terza” di valutazione complessiva della Sanità a livello regionale: in altri termini, esso ambisce a fornire una indicazione sul livello di legittima aspettativa del cittadino nei confronti della Salute, a seconda del contesto in cui risiede (Regione). Un importante aspetto emerso in questa annualità è il palesarsi dell’evidenza di come il dibattito di politica sanitaria assuma connotati differenti nelle diverse aree del Paese, in funzione dello “stato” dei diversi SSR (in Piano di Rientro o in sostanziale equilibrio economico). Le preferenze degli stakeholder appaiono significativamente influenzate, e pertanto diversificate, in ragione dell’appartenenza alle diverse categorie, ma anche (all’interno delle medesime categorie) in funzione della provenienza da Regioni in Piano di Rientro piuttosto che da Regioni in sostanziale equilibrio: la nota “spaccatura” Nord-Sud del SSN italiano trova, quindi, una sua nuova “dimensione” nei criteri di misurazione della Performance. Corollario di tale frattura è una netta differenziazione che osserviamo sul giudizio dato agli indicatori di Spesa: per i partecipanti al Panel che provengono dalle Regioni in Piano di Rientro, una spesa più bassa è “sinonimo” di una Performance nettamente migliore, mentre per quelli provenienti dalle Regioni in sostanziale equilibrio una spesa più alta non pregiudica necessariamente a priori la Performance. Appaiono degne di approfondita riflessione tanto l’attribuzione di un potere “salvifico” alle riduzioni di spesa nelle Regioni (tipicamente) meridionali, che pure hanno una spesa inferiore alla media, quanto la (implicita) dimostrazione di consapevolezza, in chi dispone di più risorse, del fatto che tale disponibilità può tramutarsi in una maggiore Performance di sistema. Inoltre, è opportuno far presente come la disponibilità di informazioni utili a costruire indicatori significativi di Performance e le carenze in alcuni settori impattino sul processo di valutazione. In particolare, dalle valutazioni del Panel emerge che le fonti informative ad oggi disponibili non riescono a rappresentare esaustivamente la Performance dei SSR, soprattutto con riferimento alle attività di assistenza extra-ospedaliera dei malati cronici e alla continuità delle cure ospedale-territorio. L’esito della valutazione finale, quindi, rappresenta una “media” fra la classifica degli stakeholder afferenti alle Regioni in Piano di Rientro, che tende a “premiare” i SSR con una spesa sanitaria pro-capite più bassa e quella degli stakeholder che operano nelle altre Regioni, che tendono a non considerare una spesa sanitaria elevata come fattore dirimente della Performance. Nel primo caso, l’effetto è la risalita del Meridione nel ranking e un arretramento delle realtà con la più alta spesa sanitaria come le Province Autonome di Trento e Bolzano, la Valle d’Aosta e il Molise. Di contro, considerando le valutazioni degli stakeholder afferenti alle Regioni in sostanziale equilibrio, largamente maggioritari nella precedente edizione, si evidenziano livelli peggiori di Performance attribuiti alle Regioni del Sud, molto simili a quelli dello scorso anno, nonostante siano stati solo sette gli indicatori confermati e sia stata introdotta una nuova Dimensione di valutazione (Innovazione).

Spandonaro, F., D’Angela, D. (a cura di). (2017). Una misura di Performance dei SSR - V edizione. Sidera edizioni.

Una misura di Performance dei SSR - V edizione

F. Spandonaro;D. d’Angela
2017-01-01

Abstract

Il progetto “Una misura di Performance dei SSR”, giunto nel 2017 alla sua quinta annualità, ha il duplice obiettivo di fornire una valutazione dell’evoluzione della Performance dei servizi sanitari e di analizzare e sviluppare metodologie utilizzabili per le valutazioni di Performance dei SSR in senso lato. La metodologia implementata si fonda sul principio della multi-dimensionalità della Performance e sulla multi-prospettiva, utilizzando un metodo originale di valutazione, proposto e sviluppato dal team di ricerca di C.R.E.A. Sanità (Consorzio per la Ricerca Economica Applicata in Sanità) dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, con la collaborazione di un qualificato Panel di esperti afferenti a cinque categorie di stakeholder (Industria medicale, Istituzioni, Management aziendale, Professioni sanitarie, Utenti). Preme sottolineare che la valutazione effettuata riguarda il SSR, inteso in senso lato; non si limita, infatti, a considerare i risultati del sistema pubblico regionale di offerta, o per meglio dire, il raggiungimento degli obiettivi istituzionali e programmatici del Welfare pubblico, ma allarga il suo spettro di analisi agli impatti della spesa privata e, in generale, agli outcome di salute della popolazione. Il progetto, quindi, non è tanto finalizzato a valutare la capacità di garantire l’accountability dei SSR pubblici, quanto a rappresentare una modalità “terza” di valutazione complessiva della Sanità a livello regionale: in altri termini, esso ambisce a fornire una indicazione sul livello di legittima aspettativa del cittadino nei confronti della Salute, a seconda del contesto in cui risiede (Regione). Un importante aspetto emerso in questa annualità è il palesarsi dell’evidenza di come il dibattito di politica sanitaria assuma connotati differenti nelle diverse aree del Paese, in funzione dello “stato” dei diversi SSR (in Piano di Rientro o in sostanziale equilibrio economico). Le preferenze degli stakeholder appaiono significativamente influenzate, e pertanto diversificate, in ragione dell’appartenenza alle diverse categorie, ma anche (all’interno delle medesime categorie) in funzione della provenienza da Regioni in Piano di Rientro piuttosto che da Regioni in sostanziale equilibrio: la nota “spaccatura” Nord-Sud del SSN italiano trova, quindi, una sua nuova “dimensione” nei criteri di misurazione della Performance. Corollario di tale frattura è una netta differenziazione che osserviamo sul giudizio dato agli indicatori di Spesa: per i partecipanti al Panel che provengono dalle Regioni in Piano di Rientro, una spesa più bassa è “sinonimo” di una Performance nettamente migliore, mentre per quelli provenienti dalle Regioni in sostanziale equilibrio una spesa più alta non pregiudica necessariamente a priori la Performance. Appaiono degne di approfondita riflessione tanto l’attribuzione di un potere “salvifico” alle riduzioni di spesa nelle Regioni (tipicamente) meridionali, che pure hanno una spesa inferiore alla media, quanto la (implicita) dimostrazione di consapevolezza, in chi dispone di più risorse, del fatto che tale disponibilità può tramutarsi in una maggiore Performance di sistema. Inoltre, è opportuno far presente come la disponibilità di informazioni utili a costruire indicatori significativi di Performance e le carenze in alcuni settori impattino sul processo di valutazione. In particolare, dalle valutazioni del Panel emerge che le fonti informative ad oggi disponibili non riescono a rappresentare esaustivamente la Performance dei SSR, soprattutto con riferimento alle attività di assistenza extra-ospedaliera dei malati cronici e alla continuità delle cure ospedale-territorio. L’esito della valutazione finale, quindi, rappresenta una “media” fra la classifica degli stakeholder afferenti alle Regioni in Piano di Rientro, che tende a “premiare” i SSR con una spesa sanitaria pro-capite più bassa e quella degli stakeholder che operano nelle altre Regioni, che tendono a non considerare una spesa sanitaria elevata come fattore dirimente della Performance. Nel primo caso, l’effetto è la risalita del Meridione nel ranking e un arretramento delle realtà con la più alta spesa sanitaria come le Province Autonome di Trento e Bolzano, la Valle d’Aosta e il Molise. Di contro, considerando le valutazioni degli stakeholder afferenti alle Regioni in sostanziale equilibrio, largamente maggioritari nella precedente edizione, si evidenziano livelli peggiori di Performance attribuiti alle Regioni del Sud, molto simili a quelli dello scorso anno, nonostante siano stati solo sette gli indicatori confermati e sia stata introdotta una nuova Dimensione di valutazione (Innovazione).
2017
Settore SECS-P/06
Settore ECON-04/A - Economia applicata
Italian
Rilevanza nazionale
Curatele
Spandonaro, F; D’Angela, D
Spandonaro, F., D’Angela, D. (a cura di). (2017). Una misura di Performance dei SSR - V edizione. Sidera edizioni.
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