Il binomio concettuale di potestas e potentia, ossia, da una parte, il «potere costituito» propriamente detto (potestas) – ossia il potere/governo come esercizio del kràtos collettivo tramite un’autorità in grado di produrre atti normativi di imperium − e dall’altra la potentia, cioè il potere naturale, la dynamis individuale e collettiva – ossia la potenza di agire/operare, anche coercitivamente attraverso l’uso di mezzi diversi: denaro, armi, credenze ideologico-politiche e/o religiose − è di vecchia data. Al binomio classico viene impressa una piega nuova, particolare, in età moderna, con l’avvento delle dottrine giusnaturalistiche che tentarono di porre un argine alle violenze delle guerre di religione che si protrassero per circa due secoli (1517-1685). La posizione di uno Jus Naturale al riparo, per così dire, delle vicissitudini dei vari diritti “positivi” − legati, per larga parte, alle diverse potestates, coincidenti con le confessioni religiose: cattolica, riformata luterana, calvinista, zwingliana ecc. che esercitavano il loro kràtos − garantiva l’apertura di uno spazio comune alla potentia individuale in vista della tolleranza politico-religiosa, al di qua delle divisioni confessionali.
Quintili, P. (2024). Potestas versus Potentia. Una breve panoramica, tra Spinoza, Illuminismo radicale e letteratura filosofica clandestina. In A.C. Antonio Cecere (a cura di), Impero. La democrazia, la forza, la guerra. (pp. 130-140). Roma : Castelvecchi.
Potestas versus Potentia. Una breve panoramica, tra Spinoza, Illuminismo radicale e letteratura filosofica clandestina
Quintili
Membro del Collaboration Group
2024-06-01
Abstract
Il binomio concettuale di potestas e potentia, ossia, da una parte, il «potere costituito» propriamente detto (potestas) – ossia il potere/governo come esercizio del kràtos collettivo tramite un’autorità in grado di produrre atti normativi di imperium − e dall’altra la potentia, cioè il potere naturale, la dynamis individuale e collettiva – ossia la potenza di agire/operare, anche coercitivamente attraverso l’uso di mezzi diversi: denaro, armi, credenze ideologico-politiche e/o religiose − è di vecchia data. Al binomio classico viene impressa una piega nuova, particolare, in età moderna, con l’avvento delle dottrine giusnaturalistiche che tentarono di porre un argine alle violenze delle guerre di religione che si protrassero per circa due secoli (1517-1685). La posizione di uno Jus Naturale al riparo, per così dire, delle vicissitudini dei vari diritti “positivi” − legati, per larga parte, alle diverse potestates, coincidenti con le confessioni religiose: cattolica, riformata luterana, calvinista, zwingliana ecc. che esercitavano il loro kràtos − garantiva l’apertura di uno spazio comune alla potentia individuale in vista della tolleranza politico-religiosa, al di qua delle divisioni confessionali.| File | Dimensione | Formato | |
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