Angelo Vescovali e i ponti antichi e nuovi sul Tevere urbano (1871-1895)

In alcune sue pubblicazioni dopo la disastrosa alluvione a Roma del 1870, Angelo Vescovali, Ingegnere capo del Comune di Roma, aveva affrontato il tema non semplice della conservazione dei ponti storici; la sua posizione era apparsa fortemente dissonante rispetto a quella del Ministero dei Lavori Pubblici: per esempio, nei suoi Studi idrometrici sul Fiume Tevere (1875), egli aveva confutato l’ipotesi di Raffaele Canevari di demolire ponte Sant’Angelo, dimostrando, con un’analisi puntuale dei fluidi, che l’antica infrastruttura non aveva interferito sull’andamento dell’alluvione del 1870. Dal 1884, Vescovali, aveva iniziato la simultanea costruzione dei nuovi ponti sul Tevere, una categoria di lavori estranei alle mansioni dei lavori di idraulica pertinenti al suo ufficio, essendo catalogati come opere stradali; si tratta di un ciclopico cantiere da lui diretto, il cui operato attende ancora uno studio storiografico.