La viticoltura e l’olivicoltura sono da millenni elemento dirimente nella costruzione del paesaggio agrario e sociale dei Castelli Romani. Il presente contributo intende partire da una analisi diacronica delle evoluzioni storiche del sistema agrario castellano, con particolare riferimento alla coltura della vite e dell’olivo, e indagare quindi come tali evoluzioni abbiano condotto nel corso dei secoli all'attuale sistemizzazione delle colture agronomiche dell’area. In maniera precipua però si intende qui provare ad immaginare le prospettive e le possibili sfide di rigenerazione di un nuovo modello agricolo e anche di un nuovo racconto delle eccellenze enogastronomiche locali, rappresentate in maniera evidente dalle produzioni di olio e vino, anche in chiave di sostenibilità ambientale e sociale dell’intera area. Olio e vino sono per i Castelli Romani dei meta prodotti. Produzioni cioè che non hanno solo una dimensione che può essere ricondotta semplicemente a valori di tipo enogastronomico, ma veri e propri prodotti culturali, che hanno contribuito in maniera assai netta alla costruzione, alla definizione e alla valorizzazione del paesaggio sociale di questa area. Olio, e soprattutto vino, devono essere considerati dei meta prodotti per i Castelli Romani perché ne definiscono la peculiarità geografica di questo specifico territorio e ne restituiscono la ricchezza in termini di valore. Il sistema agronomico castellano è rimasto più o meno intatto fino alla modernità quando la spinta antropica legata alla urbanizzazione e al fenomeno sempre più incisivo dello sprawl urbano ha contribuito alla disgregazione e all’atomizzazione del patrimonio agricolo dei Castelli Romani, spingendo sempre più verso una massiva parcellizzazione delle terre agricole. Negli ultimi decenni la frammentazione delle proprietà terriere agricole è emersa come una questione sempre più critica. Ciò tendenzialmente ha portato ad una forte riduzione delle rese agricole, all'innalzamento dei costi di produzione e alla minaccia sempre più incombente di perdite economiche per gli agricoltori. Inoltre, la frammentazione delle terre agricole ha comportato la perdita di economie di scala, rendendo difficile per gli agricoltori competere sul mercato. Questo ha portato poi ad un inevitabile declino della redditività agricola e alla migrazione verso altre fonti di reddito, con conseguente abbandono delle terre coltivate. La tendenza attuale del mercato verso la rivalutazione delle produzioni tipiche dei diversi areali viticoli e olivicoli fa sì che lo studio delle differenti peculiarità e caratteristiche ambientali e culturali, e delle qualità del vigneto e dell’oliveto, assumano un’importanza incontrovertibile al fine della conoscenza e della preservazione, nonché della promozione delle caratteristiche identitarie di uno specifico territorio di produzione. In ottica di una prospettiva di rigenerazione sostenibile il presente contributo intende analizzare, con una chiave di lettura soggettivante, le diverse peculiarità e unicità che le produzioni olivicole e vitivinicole esprimono nei diversi versanti che le geografie del territorio vulcanico dei Castelli Romani hanno saputo nei secoli generare. Analizzando cioè come vini e oli della stessa cultivar prodotti nei diversi versanti possono variare notevolmente dal punto di vista sensoriale e organolettico, ed esprimere differenze e connotati degustativi che potranno poi essere utilizzati per marcare, comunicare e valorizzare una complessità geografica, paesaggistica e territoriale articolata. Strumenti utili per valorizzare i patrimoni enogastronomici dell’area, le produzioni quindi in grado di sottolineare e esaltare le specificità del territorio.

Manni, J. (2024). Studio sul paesaggio agrario dei Castelli Romani: il vigneto e l’oliveto come patrimonio sostenibile. In Giorgia Bressan (a cura di), Conoscere i Castelli Romani. Risorse, attori e prospettive. Bologna : Pàtron.

Studio sul paesaggio agrario dei Castelli Romani: il vigneto e l’oliveto come patrimonio sostenibile

Jacopo Manni
2024-06-01

Abstract

La viticoltura e l’olivicoltura sono da millenni elemento dirimente nella costruzione del paesaggio agrario e sociale dei Castelli Romani. Il presente contributo intende partire da una analisi diacronica delle evoluzioni storiche del sistema agrario castellano, con particolare riferimento alla coltura della vite e dell’olivo, e indagare quindi come tali evoluzioni abbiano condotto nel corso dei secoli all'attuale sistemizzazione delle colture agronomiche dell’area. In maniera precipua però si intende qui provare ad immaginare le prospettive e le possibili sfide di rigenerazione di un nuovo modello agricolo e anche di un nuovo racconto delle eccellenze enogastronomiche locali, rappresentate in maniera evidente dalle produzioni di olio e vino, anche in chiave di sostenibilità ambientale e sociale dell’intera area. Olio e vino sono per i Castelli Romani dei meta prodotti. Produzioni cioè che non hanno solo una dimensione che può essere ricondotta semplicemente a valori di tipo enogastronomico, ma veri e propri prodotti culturali, che hanno contribuito in maniera assai netta alla costruzione, alla definizione e alla valorizzazione del paesaggio sociale di questa area. Olio, e soprattutto vino, devono essere considerati dei meta prodotti per i Castelli Romani perché ne definiscono la peculiarità geografica di questo specifico territorio e ne restituiscono la ricchezza in termini di valore. Il sistema agronomico castellano è rimasto più o meno intatto fino alla modernità quando la spinta antropica legata alla urbanizzazione e al fenomeno sempre più incisivo dello sprawl urbano ha contribuito alla disgregazione e all’atomizzazione del patrimonio agricolo dei Castelli Romani, spingendo sempre più verso una massiva parcellizzazione delle terre agricole. Negli ultimi decenni la frammentazione delle proprietà terriere agricole è emersa come una questione sempre più critica. Ciò tendenzialmente ha portato ad una forte riduzione delle rese agricole, all'innalzamento dei costi di produzione e alla minaccia sempre più incombente di perdite economiche per gli agricoltori. Inoltre, la frammentazione delle terre agricole ha comportato la perdita di economie di scala, rendendo difficile per gli agricoltori competere sul mercato. Questo ha portato poi ad un inevitabile declino della redditività agricola e alla migrazione verso altre fonti di reddito, con conseguente abbandono delle terre coltivate. La tendenza attuale del mercato verso la rivalutazione delle produzioni tipiche dei diversi areali viticoli e olivicoli fa sì che lo studio delle differenti peculiarità e caratteristiche ambientali e culturali, e delle qualità del vigneto e dell’oliveto, assumano un’importanza incontrovertibile al fine della conoscenza e della preservazione, nonché della promozione delle caratteristiche identitarie di uno specifico territorio di produzione. In ottica di una prospettiva di rigenerazione sostenibile il presente contributo intende analizzare, con una chiave di lettura soggettivante, le diverse peculiarità e unicità che le produzioni olivicole e vitivinicole esprimono nei diversi versanti che le geografie del territorio vulcanico dei Castelli Romani hanno saputo nei secoli generare. Analizzando cioè come vini e oli della stessa cultivar prodotti nei diversi versanti possono variare notevolmente dal punto di vista sensoriale e organolettico, ed esprimere differenze e connotati degustativi che potranno poi essere utilizzati per marcare, comunicare e valorizzare una complessità geografica, paesaggistica e territoriale articolata. Strumenti utili per valorizzare i patrimoni enogastronomici dell’area, le produzioni quindi in grado di sottolineare e esaltare le specificità del territorio.
giu-2024
Settore M-GGR/01
Settore GEOG-01/A - Geografia
Italian
Rilevanza nazionale
Capitolo o saggio
Agricoltura; zonazione; produzioni enogastronomiche; viticoltura; olivicoltura; Castelli Romani
Manni, J. (2024). Studio sul paesaggio agrario dei Castelli Romani: il vigneto e l’oliveto come patrimonio sostenibile. In Giorgia Bressan (a cura di), Conoscere i Castelli Romani. Risorse, attori e prospettive. Bologna : Pàtron.
Manni, J
Contributo in libro
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Manni_Capitolo.pdf

solo utenti autorizzati

Tipologia: Versione Editoriale (PDF)
Licenza: Copyright dell'editore
Dimensione 7 MB
Formato Adobe PDF
7 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri   Richiedi una copia

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/2108/394468
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact