L’alveo spaziale di via Terracina: un corridoio consolidatosi per strati!cazioni disomogenee, dove il senso della storia è diluito nella retrocessione a segni residuali delle tracce archeologiche; dove il con!ne della Mostra d’Oltremare si presenta come barriera sorda e impenetrabile; dove il potenziale urbano dei vuoti compresi tra il muro di con!ne della M d’O e via Terracina risulta una terra senza qualità, a seguito delle discontinuità spaziali e dell’anarchia funzionale. Si tratta di una strati!cazione per accumuli e per differenze locali, che male si misura con l’ordinamento scalare della strada, pur da intendersi nelle sue differenti misure. Si tratta di amministrare le proporzioni locali che si declinano in numerosi episodi singoli e singolari, ma per un altro verso già guardano al senso più generale dell’intero vuoto stradale che tiene insieme i discordanti dialetti. Soglia, collina-paesaggio, stanza urbana: il progetto sente in maniera forte questa richiesta di continuità e disegna i tracciati ordinatori che indiziano un’architettura di relazioni. Si è imposta una logica formativa che, nel rispetto delle differenze, porta a concepire gli spazi assenti come strada-piazza, una dilatazione dello spazio urbano che esplora e risolve l’originaria incoerenza assumendo la trasversalità ortogonale alla strada come occasione di inedite percezioni urbane e spazi riconquistati.
Falzetti, A., A., R., L., M. (2024). Tra-Dire la realtà: stanze urbane per una strada-piazza. In Mostra d'Oltremare: Pro-Arch (pp. 199-204). Melfi : Libria.
Tra-Dire la realtà: stanze urbane per una strada-piazza
Falzetti
;
2024-01-01
Abstract
L’alveo spaziale di via Terracina: un corridoio consolidatosi per strati!cazioni disomogenee, dove il senso della storia è diluito nella retrocessione a segni residuali delle tracce archeologiche; dove il con!ne della Mostra d’Oltremare si presenta come barriera sorda e impenetrabile; dove il potenziale urbano dei vuoti compresi tra il muro di con!ne della M d’O e via Terracina risulta una terra senza qualità, a seguito delle discontinuità spaziali e dell’anarchia funzionale. Si tratta di una strati!cazione per accumuli e per differenze locali, che male si misura con l’ordinamento scalare della strada, pur da intendersi nelle sue differenti misure. Si tratta di amministrare le proporzioni locali che si declinano in numerosi episodi singoli e singolari, ma per un altro verso già guardano al senso più generale dell’intero vuoto stradale che tiene insieme i discordanti dialetti. Soglia, collina-paesaggio, stanza urbana: il progetto sente in maniera forte questa richiesta di continuità e disegna i tracciati ordinatori che indiziano un’architettura di relazioni. Si è imposta una logica formativa che, nel rispetto delle differenze, porta a concepire gli spazi assenti come strada-piazza, una dilatazione dello spazio urbano che esplora e risolve l’originaria incoerenza assumendo la trasversalità ortogonale alla strada come occasione di inedite percezioni urbane e spazi riconquistati.File | Dimensione | Formato | |
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